A una società modenese è stato chiesto un programma capace di rendere comprensibili tutte le circolari

Burocrati, scrivete così

Sarà il cervellone a correggere i testi degli impiegati secondo il "codice di stile"preparato da Cassese Il computer tradurrà il linguaggio dei ministeri

Sarà un computer a insegnare ai burocrati a scrivere in modo comprensibile. Tranquilli signori impiegati dei ministeri, non ci sarà nessun corso interattivo multimediale della nuova generazione, nessuno di voi dovrà sottoporsi a ore di estenuanti lezioni davanti a un monitor asettico e invadente, nessuno sarà bersagliato da codici e neologismi da imparare a memoria. Sì, perché sarà lo stesso "cervellone", probabilmente, a suggerire con cortesia e riservatezza le frasi giuste e i vocaboli adeguati da inserire nella montagna di pratiche e protocolli che ogni giorno i cittadini italiani sono costretti a digerire. Dopo l'appello lanciato dal ministro della Funzione pubblica, Sabino Cassese, per una "grammatica della chiarezza" anche nei vetusti uffici dello Stato e la nascita del primo e rivoluzionario "codice di stile", un papier di oltre settemila termini da leggere tutti d'un fiato, piombato tra capo e collo di funzionari e impiegati, potrebbe essere l'informatica ad annullare per sempre l'oscuro linguaggio dello Stato: il burocratese appunto. Nei giorni scorsi i ministeri delle Finanze e della Funzione pubblica si sono messi in contatto con una società informatica modenese, la Expert System, conosciuta per aver da poco realizzato il primo correttore grammaticale della lingua italiana. Alcuni funzionari si sono interessati al programma e hanno commissionato alla società un sistema in grado di correggere testi logorroici e incomprensibili e trasformarli in un italiano perfetto. "Ci hanno spedito il codice di stile messo a punto dal ministro Cassese - spiega Marco Varone, un informatico modenese responsabile del progetto - e ci hanno chiesto un programma in grado di riconoscere frasi e nomi scritti in burocratese e correggerli. Devo dire che siamo rimasti un po' sbalorditi dai termini. Abbiamo trovato parole come attergare, cioè scrivere a tergo dietro il documento e ancora orribili disdettare, all'uopo e un'incredibile sequela di arcaismi. Eppoi tutti sappiamo in che lingua sono scritti molti documenti ufficiali. Insomma abbiamo già visto che dovremo lavorare sodo. Così ci siamo messi subito all'opera e seguendo i consigli linguistici del manuale Cassese, credo che nel giro di un paio di mesi saremo in grado di realizzare un software adeguato". Quando il programma sarà realizzato il ministero avrà la possibilità di provarlo, di fare una specie di rodaggio. E se le cose andranno per il verso giusto il programma entrerà nei templi ormai traballanti dell'italica burocrazia, cioè i ministeri per poi allargare le sue ali della chiarezza a Regioni, Usl, Comuni e tutto ciò che ama l'oscuro verbo. Già si pensa di dare un nome al correttore. Qualcuno ha proposto Diogene, il filosofo greco rappresentato con una lanterna simbolo della chiarezza, altri si sono lanciati in un ammiccante neologismo: il "burochiarese". E lui il signor burocratico che ha speso una vita a escogitare oscure didascalie per moduli, questionari e altri documenti ufficiali della Prima Repubblica che dice? Per ora niente. Terrorizzato dall'idea di impararsi a memoria la Bibbia dello scrivere bene, forse accoglierà a braccia aperte la lezione del signor computer.

Marco Gasperetti

Niente più attergare, all'uopo, oblazione

IN NOME DELLA CHIAREZZA

Sostantivi, verbi, termini arcaici e dotti, eufemismi, tecnicismi giuridici, stereotipi. Il burocratese è un ginepraio e districarsi spesso diventa impossibile. Nel "Codice di stile delle comunicazioni scritte ad uso delle amministrazioni pubbliche", il manuale distribuito a funzionari e impiegati dal ministro Cassese, sono elencati migliaia di termini da evitare. Vediamone alcuni. Gli arcaici testè , altresì , all'uopo e codesto vengono tradotti rispettivamente in appena, anche, all'occorrenza e questo. La lunga lista continua con un raccapricciante attergare, sostituito con scrivere a tergo cioè dietro. Non mancano referenziare (dare le referenze) e termini stranieri da eliminare. Da evitare gli stereotipi come "netto rifiuto, autorità competenti, in ossequio a". Osteggiati i tecnicismi: ammenda (multa), oblazione (pagamento). Stesso discorso per le nominalizzazioni, da sostituire con verbi semplici: cancellare al posto di effettuare cancellazioni, querelare invece che sporgere querela.

«Corriere della sera», 26 gennaio 1994, p. 15