Rei, una rete nata per difendere la lingua italiana

Che l’italiano sia una lingua viva e come tale in continua modificazione, non c’è alcun dubbio. Ma, proprio in quanto «viva», bisogna controllare che non muoia anzitempo, vittima dei troppi e spesso improbabili neologismi, prestiti di lusso (ovvero quelle parole importate da altre lingue che non sono necessarie, in quanto esiste l’esatto corrispondente nella nostra lingua), contaminazioni. Stiamo suicidando l’italiano? È il grido d’allarme che ha lanciato Magdi Allam nel «Corriere della Sera» del 24 ottobre 2007. Per evitare il suicidio dell’italiano, senza per questo arrivare a quel purismo settecentesco che invece di giovare tanti danni ha fatto alla nostra lingua, un gruppo di «volenterosi» ha costituito la Rete di Eccellenza dell’Italiano istituzionale (Rei). Alla Rei fanno capo professionisti della redazione di testi istituzionali (traduttori di Bruxelles, funzionari di ministeri, regioni ed enti locali), ricercatori e docenti universitari che si interessano al buon funzionamento della lingua. In un’ottica che tiene conto della nuova Europa multiculturale e multilingue, oggi a Padova verrà firmato fra gli aderenti alla Rei un Accordo di cooperazione professionale per dare sanzione formale alla rete a due anni dai primi incontri. L’Accordo definisce le finalità della Rei, tra cui spicca quella di facilitare la comunicazione istituzionale in un italiano chiaro e accessibile a tutti. L’Accordo verrà siglato nel corso del congresso «Rei, rete di eccellenza dell’italiano istituzionale», che si terrà oggi alle ore 9 al Collegio Universitario Don Mazza di Padova (via Campagnola 17) organizzato dal Dipartimento di Romanistica dell’Università degli Studi di Padova.

«Il Mattino di Padova», 29 ottobre 2007, p. 47