Beowulf – sequenze narrative, commento, bibliografia
1. 1-63 (prologo-I): genealogia
degli Scylding e funerale di Scyld.
Una tradizione orale, we...gefrunon ‘abbiamo sentito’, celebra la gloria di re danesi in
un passato remoto, in gear-dagum ‘in
giorni lontani’; storia di Scyld, giunto misteriosamente dal mare a risollevare
le sorti del popolo danese in un periodo di crisi, e al mare riaffidato, alla
sua morte, carico di tesori. Il favore di dio verso i danesi continua con i
successori: Beowulf danese (non il protagonista del poema), famoso in tutta la
Scandia, il quale si assicura con la sua generosità la lealtà di una schiera di
seguaci (prassi gnomicamente rilevata dal poeta), e Healfdene con i suoi
quattro figli.
18a Beowulf ‘degli Scylding’ (53b) non è il
protagonista del poema, forse un errore scribale per Beow.
19b Scedelandum
in: la Scandia (Scania, punta meridionale della Svezia) è intesa come la
regione di dominio danese, la Scandinavia centrale attorno al Kattegat.
20-25 E’ il primo passo gnomico del poema.
Deskis 1996 distinguere 4 categorie di massime gnomiche: ‘il governo di dio’
(700b-702a, 705b-707, 930b-931, 967-968a, 1057b-1058, 2291-2293a, 2858-2859);
‘gioia e dolore’ (1060b-1062, 1314-1315, 1774-1775a); ‘destino e morte’ (455b,
572b-573, 1002b-1008a, 1386-1387a, 1387b-1389, 1534b-1536, 1753-1755a,
1761b-1768, 2525b-2527a, 2590b-2591a, 2890b-2891); ‘ammonimenti e consigli’
(20-25, 287b-289, 1059-1060a, 1384b-1385, 1838b-1839, 2029b-2031, 2166b-2169a,
2600b-2601, 2764b-2766, 3077-3078a).
32-52 L’uso funerario della nave, tipico
della Scandinavia, è attestato anche in Inghilterra: in uno scavo del 1939 a
Sutton Hoo (Suffolk) fu scoperta la forma di una nave (il legno s’era corroso)
interrata in un tumulo, nella stiva era stata costruita una camera funebre
(forse un cenotafio) con un ricco corredo in parte simile a quello di Scyld,
anche nella provenienza da ‘terre remote’ (36b-37a); è della prima metà del VII
secolo (Evans 1986; Carver 1992). La convergenza tra la cultura scandinava
della regione (la cui dinastia, i Wuffing, aveva ascendenze svedesi) e la
materia scandinava del Beowulf può
essere un argomento per datare la composizione del poema all’East Anglia del
VII-VIII secolo (Newton 1993).
43-46 Si possono intendere letteralmente o
come litote (figura ricorrente nel poema), a seconda che si prenda feasceaft 7a come ‘povero’ o come
‘infelice’.
50b-52 Il mare a cui la nave di Scyld è
stata affidata è quello che fa da confine del mondo (come nel verso 93), e
l’insolito rito attiva la simbologia della nave funeraria come viaggio per
l’aldilà. L’arrivo misterioso di Scyld e il suo funerale per mare costituiscono
un mito delle origini che mette la dinastia degli Scylding in misterioso
contatto con dio, dando a essa sentimenti precristiani attraverso un senso
dell’ignoto ultramondano.
62 Una possibile ricostruzione delle parole
mancanti è [Yrse wæs On]elan cwen, ‘Yrse era regina (=moglie) di
Onela’. Onela, re svedese, è menzionato nella seconda parte del poema.
2. 64-193 (I-III): Hrothgar, Heorot e Grendel.
Al culmine della potenza
degli Scylding Hrothgar fa costruire una grande sala, Heorot ‘Cervo’, in cui
intrattenere il seguito e distribuire doni (apprenderemo dopo che Hrothgar era
succeduto al fratello maggiore Heorogar, 465-469). Il canto del poeta, scop 90a, analogicamente accosta alla
costruzione della sala la creazione del mondo, celebrando un’altra e più grande
potenza, quella di dio, e quindi il favore divino verso i danesi. Il canto del
poeta quintessenzia il dream, la
‘gioia’ conviviale ed esistenziale degli uomini nella sala, e suscita il
rancore del gigante cannibale e lo evoca dalle sue fosche paludi. Della stirpe
di Caino, Grendel vive al bando in regioni di confine (mearc-stapa 103a ‘errante della marca’), nella terra dei mostri, è
un solitario, an-gengea 165a, privo
di gioie (721a); ed è la gioia degli uomini che scatena la sua furia vorace:
trenta seguaci scompaiono dalla sala, e il convito si trasforma in cordoglio (wist/wop 128). Le sue predazioni notturne
durano dodici anni (147a: cominciano quando Hrothgar regnava da cinquant’anni,
1769-1771); il seguito di Hrothgar si scema, la sala resta vuota, i danesi
inutilmente si rivolgono per aiuto agli idoli pagani (175-183a). La guerra di
Grendel è resa tristemente nota da racconti (151a), che forse i marinai (sæ-liðend 411a) portano a ‘un seguace
di Hygelac’, possente in forza, nella sua patria geata (la ‘marca dei Weder’
298b, nella Svezia meridionale).
83b-85 Si allude alla futura distruzione di
Heorot durante la guerra fra Hrothgar e il genero Ingeld, re degli Heatho-Beard
(cfr. 2024b-2069a).
107-112 Oltre che capostipite dei mostri,
Caino è visto nella cultura germanico-cristiana degli anglo-sassoni come l’origine della violenza nella storia; così i
versi gnomici di Maxims I 196-208:
Fu faida
per la stirpe degli uomini quando la terra fæhþo
inghiottì il sangue di Abele. Non fu ostilità di un giorno, an-dæge
nið
dal sangue di quel crimine scaturirono
ovunque
molti mali agli uomini, per molti popoli
pernicioso conflitto. Uccise suo fratello
Caino, tramò il delitto. Fu da allora
ovunque noto
che eterno
conflitto affliggeva gli uomini. E così ece nið
per la terra patirono scontro d’armi,
idearono e temprarono lame fendenti.
Deve esser pronto lo scudo, la lancia
sull’asta,
il taglio sulla spada e la punta sulla
lancia;
deve esserci coraggio nei valorosi, un
elmo per i forti,
e per chi è d’animo vile nessun tesoro.
113-115 Sono i giganti antidiluviani di Genesi VI,4 (cfr. 1688b-1693). I giganti
hanno un posto prominente nella mitologia nordica, dove sono gli irriducibili
avversari degli dei. Tolkien 1936: 78 commenta
così il passo: “Cain is connected with eotenas
and ylfe, which are the jötnar and álfar of Norse. But this is not due to mere confusion – it is
rather an indication of the precise point at which an imagination, pondering
old and new, was kindled. At this point new Scripture and old tradition touched
and ignited… Man alien in a hostile world, engaged in a struggle which he
cannot win while this world lasts, is assured that his foes are the foes of
Dryhten [God], that his courage noble in itself is also the highest loyalty.” Anche orcneas sono probabilmente i draugar
della mitologia norrena, gli spiriti dei morti che tornano a tormentare i vivi.
154-158 Asociale ed
eslege (144b), il mostro rifiuta pace e non intende pagare compenso per gli uccisi
(154b-158), non riconosce cioè l’istituto giuridico per la regolazione dei
conflitti.
168-169 Chi è che non può accostarsi al
seggio dei doni, Grendel o Hrothgar? maþðum
è variazione di gifstol o tesoro in
dono? gretan è ‘accostarsi’ o
‘attaccare’? for è ‘a causa di’ o
‘davanti a’? myne è ‘amore’, ‘intento’,
‘gratitudine’? Robinson 1992 suggerisce di intendere che Grendel non era
obbligato da dio ad accostarsi ossequioso al seggio dei doni, né sentì amore
per esso (his).
175-183a Questi versi sembrano in
contraddizione con il monoteismo del Canto della Creazione (90b-98). Secondo
Wentersdorf 1981 il passo descrive una ricaduta nell’idolatria pagana e i versi
180b-183a significano che ‘disconobbero’ dio, ‘non seppero più lodarlo’.
177a gastbona, ‘assassino di
anime’, il diavolo.
3. 194-661 (III-IX): Beowulf a Heorot.
Il Geata raccoglie un
seguito di quattordici uomini, fa allestire una nave, parte per la Danimarca.
Il suo arrivo e la sua presentazione sono sviluppati in quattro dialoghi:
229-319, con la sentinella costiera, che si accerta della sua origine e delle
sue intenzioni, e poi lo accompagna a Heorot; 320-398, con Wulfgar, messaggero
di Hrothgar, alla porta della sala, dove chiede il permesso di entrare e
sentiamo per la prima volta il suo nome (Beowulf
is min nama 343b); 399-498, con Hrothgar, a cui con tatto offre il suo
aiuto sotto forma di richiesta di favore, e che con pari tatto gli ricorda che
è anche un obbligo familiare a portarlo a Heorot (e apprendiamo della faida
provocata dal padre Ecgtheow e composta a prezzo da Hrothgar); 499-606, con
Unferth, þyle 1165b ‘portavoce’? di
Hrothgar, che ingaggia con Beowulf un duello verbale (flyting in inglese moderno), in cui cerca di screditare il nuovo
venuto, ma dal quale Beowulf esce vittorioso. Apprendiamo così di un’impresa
adolescenziale di Beowulf, una gara (di nuoto o di remo?) con l’amico Breca, in
cui egli uccide anche nove mostri marini. La regina Wealhtheow offre la coppa a
Beowulf, che formula l’impegno solenne, gilp-cwide
640a, di affrontare Grendel; quindi Hrothgar si ritira affidandogli il possesso
della sala.
455a Weland è il fabbro famoso delle
leggende germaniche. E’ rappresentato alla sua forgia in un cofanetto d’osso di
balena proveniente dalla Northumbria dei primi decenni dell’ottavo secolo (il
Franks Casket al British Museum); la sua arte prodigiosa è accompagnata da una
vicenda di amore, dolore e vendetta che è accennata nell’elegia anglo-sassone
di Deor e raccontata nella Völundarkviða eddica.
499-606 Unferth ingaggia con Beowulf un duello verbale fatto di sminuizione,
scherno, provocazione (in inglese moderno si chiama flyting, in antico inglese non ha un nome, mentre l’antico nordico
ne ha vari, come senna e mannjafnaðr, in azione nei canti eddici Hárbarðzlióð e Lokasenna; una provocazione connessa con una gara atletica è in Odissea VIII; cfr. Clover 1980 e Parks
1990). La sua posizione ai piedi di Hrothgar indica che Unferth occupa un posto
di rilievo alla corte danese; più avanti sarà detto þyle (1165b, 1456b), e la parola è stata intesa sia come ‘buffone’
e che come ‘portavoce’ (Hollowell 1976): la sua gelosia guerriera, che sia
quella di un Tersite o di un rispettato dignitario, serve a saggiare la tempra
di Beowulf.
507b ymb
sund flite: ‘gareggiaste in nuoto’ era l’interpretazione tradizionale
finché non sono stati sollevati dubbi da Wentersdorf 1975, il quale ritiene che
il contesto indichi una gara di remo (reon
512b, 539b). In effeti sund ha il
significato di ‘mare, acqua’ in poesia e di ‘nuoto’ in prosa, e Frank 1986 ha
suggerito che Unferth sarebbe irridentemente ambiguo in 507b e 517b, usando il
significato poetico ma lasciando intendere anche quello prosastico; Beowulf lo
corregge riprendendo in 539b il senso univoco di 512b (‘remare in mare’).
530-606 Beowulf riprende le parole di
Unferth e lo corregge: non una gara uno contro l’altro, ma un impegno formulato
e portato a termine congiuntamente di affrontare il mare e le belve marine. E
così facendo riafferma quelle credenziali di lotta vittoriosa contro i mostri
che Unferth vorrebbe negare. Poi rende la pariglia al danese.
621a duguþe
ond geogoþe: la duguþ è l’insieme
dei guerrieri anziani e provetti, la geogoþ
i giovani nel periodo di apprendistato.
631-641 Il gilp di Beowulf. La formulazione del ‘vanto’, gilp, cioè l’impegno pubblicamente e solennemente espresso di
affrontare Grendel, è il momento culminante della sequenza dell’arrivo e della
presentazione del personaggio. Gilp è
lo stesso che beot (80a, 480a, 523b,
536a), ma evidenzia il modo di formulazione dell’impegno, che qui è particolarmente
solenne, perché pronunciato all’offerta della coppa e davanti alla regina: a
Wealhtheow è affidato il cerimoniale della sala guerriera (613b), e la coppa
(birra o idromele? 617b e 624b) è il suggello dei riti che vi si svolgono.
Hrothgar non ha risposto direttamente alla ‘richiesta’ di Beowulf (bene 428b), lo ha solo invitato a
sedersi al banchetto (489a); dopo che Beowulf ha autorevolmente superato il
duello verbale con Unferth, la risposta arriva con le parole e il gesto della
regina, a cui Beowulf risponde con il gilp.
655-661 Le parole di Hrothgar sono un atto
formale con cui egli trasferisce temporaneamente a Beowulf il possesso della
sala.
4. 662-836 (X-XII): la lotta con
Grendel.
Prima di coricarsi Beowulf formula un altro
impegno, gylp-word 675b, di
combattere senza armi contro Grendel. Un triplice com + infinito (702b, 710a, 720a) descrive con un effetto d’indugio
l’arrivo del mostro, ombra fra le ombre della notte; una luce maligna gli
brilla negli occhi quando scardina la porta della sala. Anche per lui è in
serbo una svolta, e il riso, his mod
ahlog 730b, con cui pregusta il pasto abbondante, wist-fylle wen 734a, si trasforma in pianto, wop 785b, e canto di terrore, gryre-leoð
786a, canzone senza vittoria (787a). Ha solo il tempo di divorare, mani e
piedi, un compagno di Beowulf (sapremo poi, 2076a, che si chiama Hondscioh)
prima che il geata gli afferri il braccio e glielo stacchi dopo una lotta
furibonda che i danesi ascoltano sgomenti da fuori; mentre Grendel se ne va a
morire abietto nelle sue paludi, Beowulf appende il braccio al tetto della sala
in segno di vittoria.
749b Si può intendere che Beowulf si mette
a sedere appoggiandosi al proprio braccio, oppure che prende a far pressione
contro il braccio teso di Grendel. Secondo Fry 1969-70 Beowulf torce il braccio
di Grendel dietro la schiena del mostro.
760b fingras
burston: sono le dita di Grendel che mollano la presa.
769a ealuscerwen,
composto oscuro: ealu- è ‘birra’ o
‘fortuna’, il discusso -scerwen
‘distribuzione’ o ‘privazione’: si può pensare a un’ironica metafora
conviviale.
5. 837-1250 (XIII-XVIII):
celebrazioni.
All’alba i danesi accorrono da ogni parte a
vedere il braccio di Grendel, alcuni seguono a cavallo le tracce fino allo
stagno gonfio di sangue e al ritorno celebrano l’impresa gloriosa di Beowulf:
un cavaliere improvvisa un canto di lode (867b-915), in cui fa riferimento
anche alle imprese di Sigemund, uccisore di un drago ed eroe famoso del mondo
germanico, e per contrasto a quelle di Heremod, che aveva provocato molti
dolori al popolo danese (sono forse le avversità da cui i danesi erano stati
risollevati da Scyld). Va a vedere il braccio di Grendel anche Hrothgar, il
quale dichiara di volere Beowulf come figlio (946b-949a). Festeggiamenti in Heorot;
Hrothgar dona a Beowulf una bandiera, un elmo, una cotta, una spada e otto
cavalli, e paga anche un compenso per il geata ucciso da Grendel. A richiesta,
lo scop racconta l’episodio di Finn
(1068-1159a), storia di una faida tra danesi e frisoni. Quindi la regina
Wealhtheow consiglia al marito di riservare la successione ai consanguinei, e
non estenderla a Beowulf (1169-1187); dona a Beowulf una collana che poi
Hygelac perderà nella sua incursione in Frisia (1202-1214a: è il primo
riferimento all’episodio), e gli raccomanda i suoi due figli (1216-1231). I
guerrieri festeggiano ignari del destino, wyrd
1233b, che li aspetta e rioccupano Heorot per la notte.
867b-915 Il guerriero-poeta improvvisa un
canto in lode di Beowulf, raccontando anche di Sigemund e Heremod, modello
positivo il primo, negativo il secondo. Beowulf è così assunto nel novero degli
eroi famosi, e questo canto riportato è come una delle fonti fittizie del Beowulf. A noi non restano tracce di una
leggenda su Beowulf (come ce ne sono invece su Ingeld, cfr. nota a 2025b) e può
essere, come suppone Benson 1970, che egli sia invenzione del poeta, un
personaggio poco noto delle leggende scandinave rimodellato secondo un diverso
concetto d’eroismo (cfr. nota a 874b-900).
874b-900 Sigemund è il Sigmundr della Saga dei Volsunghi (XIII secolo), dove
Fitela è il figlio-nipote Sinfjötli avuto a sua insaputa dalla sorella gemella
Signý, che ha voluto dargli un aiutante per vendicare il padre e i fratelli
uccisi dal marito Siggeir. Nella Saga,
come nell’Edda, l’uccisione del drago
è attribuita al figlio postumo di Sigmundr, Sigurðr (ma vedi nota a 888a). Se
il poeta del Beowulf conosce vicende
simili a quelle raccontate nella Saga,
allora Beowulf è un eroe molto diverso da Sigemund, perché è esente proprio da
quelle faide familiari in cui è coinvolto il volsungo (cfr. 2741-2742a).
L’odinico Sigemund è un paradigma di eroe famoso, non di eroismo: è il
paradigma tradizionale rispetto al quale il Beowulf
definisce il proprio, che è, come dirà Hrothgar del guerriero geata, di forza e
saggezza al servizio (‘conforto’) del popolo, 1703b-1709a.
877a Wælsinges,
‘figlio, o discendente di Wæls’ (cfr. 897a): nella Saga il padre di Sigmundr è Völsungr.
888a æþelinges
bearn, ‘il figlio del principe’: secondo Mitchell and Robinson 1998
potrebbe riferirsi al figlio di Sigemund (insieme a wiges heard 886a).
901-915 Di Heremod si sa poco: nell’Hyndlolióð eddico Hermóðr è menzionato
come eroe famoso insieme a Sigmundr. Nel Beowulf
Heremod è considerato danese (913a), e ne riparlerà Hrothgar, 1709b-1722a,
ancora in termini negativi, come di un principe voltosi al male e causa di mali
per il suo popolo: potrebbe essere il re che ha lasciato i Danesi nella crisi
da cui li ha risollevati l’arrivo misterioso di Scyld.
902b-903 Non è chiaro se per mid eotenum 902b si debba intendere ‘tra
gli Iuti’ o ‘tra i giganti’, e se i feonda
di 903a siano ‘nemici’ o ‘demoni’.
913a eþel
Scyldinga: qui i Danesi per estensione, perché Heremod è predecessore di
Scyld.
913b, 915b he...hine: rispettivamente Beowulf e Heremod.
1068-1159a L’episodio di Finn. In uno
scontro in Frisia è ucciso il capo danese Hnæf, ma le perdite subite spingono
il re frisone Finn a stringere un patto con i Danesi superstiti, che passano al
suo servizio guidati da Hengest. Hildeburh, moglie di Finn e sorella di Hnæf,
fa ardere sulla stessa pira il fratello e il proprio figlio, pure caduto nello
scontro (da quale parte?). Hengest resta tutto l’inverno con Finn, ma a
primavera, sollecitato anche dai suoi, scatena la vendetta e Finn è ucciso
nella sua sala; i Danesi tornano in patria con Hildeburh. Questi i fatti non
controversi di un racconto ellittico che non si lascia ricostruire
univocamente. Chi sono gli eotena/eotenum menzionati più volte (1072a, 1088a,
1141a, 1145a) – ‘giganti’, e metaforicamente ‘nemici’, o ‘Iuti’? Se Iuti, come
si preferisce, da che parte stanno? Se sono al servizio di Finn, hanno
attaccato i Danesi per iniziativa loro o di Finn? E’ stato Finn a provocare lo
scontro o vi è stato coinvolto e ne è alla fine vittima? O ci sono Iuti da
entrambe le parti e la faida è tra di loro? Hengest passa l’inverno a preparare
la vendetta o si dibatte in un conflitto di lealtà risolto solo
dall’incitamento dei suoi? E’ lo stesso Hengest che la tradizione inglese
voleva tra i primi invasori della Britannia nel V secolo? Lo scontro iniziale è
parzialmente raccontato anche in un altro testo, il cosiddetto Frammento di Finnesburh, dove i Danesi
(sessanta) sono attaccati di notte in una sala e si battono per cinque giorni
senza perdite. Lo scorcio narrativo del Beowulf
lascia in ombra moventi e scontri, e mette in primo piano il patto tra Finn e
Hengest, il dolore di Hildeburh per fratello e figlio (è il triangolo
dell’avuncolato), il rito funebre, l’inverno d’attesa e la risoluzione di
primavera.
1072a Eotena treowe, ‘la
lealtà degli Iuti’. Se sono Iuti al servizio di Finn, Hildeburh ‘non ha ragione
di lodare la loro lealtà’ o perché hanno attaccato proditoriamente i Danesi
contro la volontà di Finn o perché proprio la lealtà con cui hanno combattuto
per Finn è stata la causa della morte di figlio e fratello.
1085a þeodnes
ðegne, ‘con il seguace del principe’, cioè Hengest: è variazione di 1083a,
oppure può essere preso con 1084, ‘scacciare i sopravvissuti...insieme al
seguace del principe’.
1085b hig
him: i Danesi (offrirono un patto) ai Frisoni; ma si può intendere anche i
Frisoni ai Danesi, o, prendendo him
come singolare, rispettivamente a Finn o a Hengest.
1086a hie
him: che i Frisoni (sgomberassero un sala) per i Danesi. Fry 1974: 39-40
intende che sono i Danesi a offrire di far posto ai Frisoni nella sala in cui
sono asserragliati secondo il Frammento
di Finnesburh (oðer flet sarebbe
‘l’altro assito’, una delle due metà longitudinali della sala dove erano le
panche dei guerrieri).
1087b-1088 cosicché i Danesi potessero
condividerla con gli Iuti: per Tolkien 1982: 102-3 questi Iuti possono solo
essere al seguito dei Danesi – cioè, ci sono Iuti da entrambe le parti e la
faida è scoppiata tra loro (cfr. 1124a e 1141).
1089b Folcwaldan
sunu, ‘il figlio di Folcwalda’: Finn.
1102 ‘benché fossero al seguito
dell’uccisore del loro donatore d’anelli’: Finn è giuridicamente l’uccisore di
Hnæf perché ha la responsabilità di quanto fanno i suoi seguaci; per la stessa
ragione anche Hygelac sarà detto ‘l’uccisore di Ongentheow’, 1968a.
1108b-1109a Hnæf.
1111b swyn:
la figura di ‘cinghiale’ sulla cresta dell’elmo (cfr. 303b).
1124a bega
folces: secondo Tolkien 1982: 113-5, ‘di entrambe le parti del popolo’, i
Danesi e gli Iuti al servizio di Hnæf.
1125-1127a I guerrieri frisoni tornano alle
loro case – quelli anziani che hanno una propria sala e fortezza.
1130a ne:
la negazione manca nel MS. Per Fry 1974: 22-4 non è l’inverno a impedire a
Hengest di tornare in patria, ma il desiderio di vendetta, e resta presso Finn
per prepararla, senza esitazioni o dilemmi; i versi 1128b-1131a sarebbero
perciò da intendersi così:
wunode mid Finne
eal unhlitme (eard gemunde),
þeah þe he meahte on mere drifan
hringedstefnan.
rimase con Finn
di proposito (ricordava la patria),
benché potesse spingere in mare
la prua ricurva.
Tolkien
1982: 124 pensa invece che la vendetta prenda forma durante l’inverno
nell’animo di Hengest, e che alla risoluzione finale contribuisca anche
l’incitamento dei seguaci.
1141 ‘Ricordarsi’ nel senso di vendicarsi
degli Iuti assalitori, o vendicare gli Iuti caduti al suo servizio.
1142b woroldrædenne: è il
costume che impone di vendicare il proprio signore.
1143-1144 Il gesto della spada, forse
appartenuta a qualcuno caduto nello scontro (Hnæf?), ha valore di incitamento
(cfr. l’episodio di Freawaru, 2036-2056). ‘Porre in grembo’ è un atto formale
con cui ci si mette al servizio di chi riceve, oppure si prende chi riceve al
proprio servizio.
1145 Ambiguo: in imprese contro di loro o a
loro favore.
1148-1149 Tornati in Danimarca, Guthlaf e
Oslaf riferiscono l’accaduto per procurarsi rinforzi (Tolkien 1982: 138);
oppure, in un consiglio di guerra con Hengest, Guthlaf e Oslaf ricordano il
‘feroce assalto’ seguito all’arrivo di Hnæf (Fry 1974: 45). Mændon 1149b, ‘lamentarono’, fanno cioè
quello che si era pattuito non si dovesse fare (gemænden 1101b): un discorso di istigazione che precipita la
vendettta e che è da immaginarsi in Frisia (dopo il ritorno di Guthlaf e Oslaf dalla Danimarca?).
1164a suhtergefæderan,
‘nipote e zio’, Hrothulf e Hrothgar. Hrothulf è probabilmente figlio di Halga,
fratello minore di Hrothgar (60), e il fatto che sieda con Hrothgar pare
indicare che è associato al regno. Nella letteratura scandinava Hrothulf è
celebrato come il più glorioso dei re danesi; invece dalle reticenze del Beowulf (‘c’era amicizia ancora fra loro’ 1164b; ‘atti iniqui /
non compivano allora gli Scylding
della Nazione’ 1018b-1019; la presenza di Unferth uccisore di parenti
1165b-1168a; le parole di Wealhtheow 1180b-1187) s’è radicata nella critica
moderna la convinzione di un suo tradimento ai danni del cugino Hrethric, e
forse anche dello zio Hrothgar, per impadronirsi del trono. Tra le poche voci
di dissenso, Morgan 1972 fa osservare che nel poema, come nella realtà storica,
la successione è prerogativa dell’intera famiglia, non solo del primogenito, e
che lo stesso Hrothgar è succeduto al fratello maggiore, e che Wealhtheow dà
per scontata la successione di Hrothulf. E Mitchell 1992: 10-4 ha ribadito che
quegli avverbi apparentemente compromettenti, soprattutto ancora 1164b, sono passibili di interpretazione neutra (‘l’amicizia
rimaneva intatta’, senza implicare cessazione).
1169-1187 e 1216-1231 I discorsi di
Wealhtheow. La regina unisce alla maestà della figura e del gesto cerimoniale
l’autorevolezza della parola. Nel primo discorso parla come consigliere del re,
invitando Hrothgar a riservare la successione ai consanguinei, e non estenderla
a Beowulf, che egli ha adottato. Nel secondo, che accompagna il dono della
collana, tributa lode a Beowulf e gli raccomanda i figli. La convinzione del
tradimento di Hrothulf, e l’accostamento a Hildeburh nell’Episodio di Finn,
hanno portato a vedere in Wealhtheow una figura patetica, a sentire apprensione
e presentimento nelle sue parole e ironia tragica nell’intera scena. Ma Wealhtheow
non sembra essere una figura passiva e dolente: è parte integrante della sala
guerriera con la cerimonia della coppa, il dono, la lode, il consiglio,
l’incoraggiamento: è attiva ‘tessitrice di pace’, freoðuwebbe 1942a.
1178b þinum
magum, ‘ai tuoi parenti’: ai figli o è incluso anche Hrothulf?
1180b-1187 Sono le parole cruciali
dell’intera scena, e sono certo intese a indurre in Hrothulf il comportamento
appropriato. Ma Wealhtheow s’aspetta il sostegno di Hrothulf ai cugini al
momento della successione? oppure dà per scontata la successione di Hrothulf o
addirittura la raccomanda? Þa
geogoðe...healdan 1181b-1182a può significare ‘reggere i giovani guerrieri’
del seguito.
1198b-1201 Dell’ostilità tra Hama e
Ermanarico sappiamo da una saga norrena del XIII secolo, La saga di Teodorico, dove Hama alla fine si ritira in un monastero
a cui dona armi e denari; della ‘collana dei Brosing’ che avrebbe portato con
sé non sappiamo nulla: un men Brísinga è
attribuito alla dea Freyia nella Þrymsqviða
eddica, e i Brísingar sono forse i nani artefici. Ermanarico, il re degli
ostrogoti morto nel 375, è generalmente noto come re potente e crudele: in Widsith 9b è detto ‘crudele violatore di
patti’, e l’elegia di Deor 22a gli
attribuisce ‘pensieri di lupo’. Negli ultimi due canti dell’Edda è oggetto della vendetta di Guðrún
e dei suoi due figli per aver ucciso, gettandola sotto gli zoccoli dei cavalli,
Svanhildr, la figlia di Guðrún e Sigurðr.
1202-1214a E’ il primo riferimento
all’incursione di Hygelac in Frisia (cfr. 2354b-2366, 2501-2508a, 2913b-2921).
La Historia Francorum III,3 di
Gregorio di Tours (539-594) racconta dei Danesi con il loro re Chlochilaicus
sbarcati nelle Gallie a devastare il regno di Teodorico (511-533), successore
di Clodoveo: quando le loro navi già riprendono il largo cariche di prigionieri
e bottino, Chlochilaicus, rimasto a riva, è sorpreso e ucciso da Teudeberto,
mandato dal padre Teodorico con un forte esercito; la flotta è poi sconfitta in
battaglia navale e le spoglie recuperate. L’avvenimento ha lasciato un’eco
ingrandita nel Liber monstrorum, una
compilazione di mirabilia di
probabile origine inglese (VII-VIII secolo), all’inizio del quale si parla
della corporatura gigantesca di Huiglaucus o Huncglacus, re dei Geti ucciso dai
Franchi, le cui ossa sono conservate in un’isola alla foce del Reno, e mostrate
come cosa mirabile a quanti arrivano da lontano.
1231a druncne
dryhtguman: ‘dopo aver bevuto gli uomini...’, non è ubriachezza ma ebrietà
da bevuta cerimoniale, quando si prendono impegni, si stringono o riaffermano
legami di fedeltà, si formulano vanti (cfr. 480b, 531a, 1467a, 2179b).
6. 1251-1650 (XIX-XXIII): la
lotta con la madre di Grendel.
Nuovo capovolgimento, edhwyrft 1281a, per i danesi: irrompe a Heorot la madre di Grendel
a vendicare il figlio, e dalla sala scompare un compagno e consigliere di
Hrothgar, Æschere, insieme al braccio di Grendel. Hrothgar riferisce a Beowulf
quanto si racconta dei due mostri e descrive la loro orrida dimora
(1357b-1376a); danesi e geati vi si recano, e con raccapriccio trovano su un
picco la testa di Æschere. Unferth offre a Beowulf la sua spada, Hrunting, e
Beowulf, dopo aver raccomandato i suoi uomini a Hrothgar, si immerge nello
stagno. La ‘lupa del mare’ (1506a), che teneva vorace i flutti da cinquant’anni
(1498), lo trascina in una sala sott’acqua illuminata da un fuoco, e qui,
rivelatasi inefficace Hrunting, Beowulf ingaggia con lei un corpo a corpo. La
madre di Grendel lo atterra e fa per finirlo con un coltello, seax, ma ne è impedita dalla cotta di
maglia; Beowulf si rialza e vede appesa alla parete una spada gigantesca, e con
essa uccide la donna e mozza il capo anche a Grendel, il cui corpo trova
disteso su un giaciglio. L’acqua si fa rossa di sangue, e i danesi sconfortati
tornano a Heorot. Il sangue velenoso dei mostri scioglie come ghiaccio la lama
della spada, e Beowulf riemerge con l’elsa e la testa di Grendel, poi insieme
ai suoi torna a Heorot. Qui tutti guardano stupiti la testa mostruosa.
1260a se:
la madre di Grendel è designata con il pronome maschile anche in 1497b, se, e 1392b e 1394b, he: assume
il ruolo normalmente maschile del vendicatore. Altri accordi maschili con
antecedenti femminili sono in 1344a, 1887b, 2421a, 2685a.
1286b swin
ofer helme: la figura di ‘cinghiale’ sulla cresta dell’elmo (cfr. 303b).
1328a eoferas:
gli elmi con la cresta a forma di cinghiale (cfr. 303a).
1357b-1376a Un lago montano, una palude o un braccio di mare fra
picchi? Per Lawrence 1912 fyrgenstream
1359b è una cascata (come nell’episodio analogo della Saga di Grettir, capp. 65-6, del XIV secolo, dove i due troll – gigante e gigantessa – abitano
una grotta dietro una cascata, in una gola); per Malone 1958 è una ‘montagna
d’acqua’, l’oceano che s’inabissa. La descrizione cerca più la forza emotiva
che la coerenza topografica, condensando immagini di acqua – ‘terrore delle
acque’, wæteregesa 1260a – dalla
palude alla brina alla pioggia alla bruma al lago-mare; la dimora di Grendel è
un luogo indefinito oltre i confini del naturale, in cui terra, acqua e fuoco
si mescolano: un caos di elementi e di forme che esprime come uno sgomento
metafisico. Il passo ha un riscontro anche verbale in un’omelia antico inglese
del X secolo, che riprende una visione apocalittica dell’inferno dalla Visio S. Pauli: ‘Così San Paolo guardava
verso il nord di questa terra, dove tutte le acque scendono (niðer gewitað), e là vide una roccia
grigia sull’acqua; e a nord crescevano dalla roccia boschi brinati (hrimige bearwas) e c’erano nebbie
tenebrose (þystrogenipo), e sotto la
roccia c’era la dimora di mostri acquatici ed esseri maligni. E vide che sul
picco dai boschi ghiacciati pendevano molte anime nere legate per le mani e i
diavoli in forma di mostri acquatici le afferravano come lupi famelici; e che
l’acqua sotto la roccia era nera, e tra la roccia e l’acqua c’erano di tali
anime per dodici miglia, e quando i rami si spezzavano le anime che vi erano
appese andavano giù e i mostri acquatici le afferravano’ (Morris 1874-1880:
209-11).
1392b-1394 E’ usato due volte il pronome
maschile he per riferirsi alla madre
di Grendel (cfr. 1260a).
1408b æþelinga bearn:
probabilmente Beowulf.
1456b ðyle
Hroðgares: Unferth.
1459b atertanum fah,
letteralmente ‘lucente di rami velenosi (letali?)’, si riferisce ai disegni
ramificati che apparivano sulla lama della spada come effetto del proceso di
lavorazione (Davidson 1962): si torcevano e battevano assieme più barre di
ferro di diversa durezza, e all’anima della lama venivano poi saldati i tagli
d’acciaio; è da questo pattern-welding
che risultavano i disegni ramificati, ondulati, serpiformi, intrecciati (cfr.
anche 1489a, 1531a, 1616a, 1667a, 1698a, 1939a), e dai riflessi variegati, che
sono da intendere anche dietro la definizione metonimica della spada come ‘luce
di battaglia’ (hildeleoma 1143b, beadoleoma 1523a).
1465b mago
Ecglafes: Unferth.
1482-1487 Analoga richiesta prima di
affrontare Grendel, 452-455. Beowulf ribadisce il legame di comitatus con Hygelac, implicitamente
qualificando la sua adozione da parte di Hrothgar, menzionata subito prima.
1489a wægsweord,
‘spada a onde’, ancora le venature ‘ondulate’ della forgiatura, cfr. nota a
1459b.
1495b whil
dæges: l’interpretazione tradizionale è che l’immersione di Beowulf prenda
‘buona parte del giorno’, ma Robinson 1974 rileva che l’espressione di solito
significa ‘giorno, pieno giorno’ (per es. 2320b) e qui si inserisce bene nella
cronologia dell’episodio, tra samod
ærdæge ‘prima dell’alba’ 1311b e non
dæges ‘l’ora nona’, cioè il pomeriggio, 1600a: il senso sarebbe che,
essendo giorno prima che Beowulf raggiunga il fondo, egli è immediatamente
scorto dalla madre di Grendel. Quello che è in questione è se, oltre ai mostri,
anche a Beowulf vengano dati tratti meravigliosi (cfr. 2359b-2368).
1521b hringmæl:
una spada con un’anello sull’elsa, ma hring
potrebbe ancora riferirsi alle venature ondulate della lama: cfr. nota a 1459b.
1531a wundenmæl:
vedi nota a 1459b.
1545a Ofsæt:
Robinson 1994b ha mostrato che il verbo ofsittan
non significa, come finora s’era creduto, ‘sedere su’, ma ‘avventarsi’
1570a se leoma, il fuoco di
1516b o ‘una’ luce, un segno divino? Il dimostrativo se non ha necessariamente valore specificante.
1572a rodores
candel, ‘la candela del cielo’, il sole.
1616a brodenmæl:
cfr. nota a 1459b.
1617a ættren
ellorgæst, lo ‘spirito’ è identificato con il ‘sangue’ 1616b.
7. 1651-1798 (XXIV-XXV): l’elsa e
il discorso di Hrothgar.
Beowulf rassicura Hrothgar e gli dona
l’elsa. Hrothgar la osserva – su essa è incisa la lotta dei giganti e il
diluvio con cui dio li distrusse – e rivolge a Beowulf un lungo discorso: lo
loda per la sua forza unita a saggezza, con la quale sarà permanente conforto e
aiuto ai geati (1700-1709a); non così Heremod, che fu rovina ai danesi, perché
uccideva i compagni e non faceva doni per sua gloria (1709b-1724a); dio
distribuisce saggezza, terra e rango, ma c’è chi, per sua follia, è reso
orgoglioso dalla prosperità terrena, gli sembra poco quello che ha e non dona
quanto ha ricevuto da dio, finché declina e muore: e Hrothgar ammonisce Beowulf
a guardarsi dalla superbia, oferhygd,
e a scegliersi ‘eterno guadagno’ contro la fugacità della vita (1724b-1768);
ricorda infine come egli reggesse i danesi da cinquant’anni quando cominciarono
gli assalti di Grendel, per la cui morte ora ringrazia dio e promette doni a
Beowulf (1769-1784). Dopo il banchetto i guerrieri si preparano per la notte.
1667a brogdenmæl:
cfr. 1616a e nota a 1459b.
1686a on
Scedenigge: variante di Scedelend
19b.
1688b-1689a or writen / fyrngewinnes:
‘l’origine dell’antica lotta’ è probabilmente il fratricidio di Caino, perché è
da lui che discendono i giganti; writen
può indicare disegno o scritta.
1696b hwam,
‘per chi’, o ‘da chi’.
1698a wyrmfah:
sono ancora le venature ‘serpentinate’ del pattern-welding,
cfr. nota a 1459b.
1700-1784 Il discorso di Hrothgar modula
temi eroici, politici e gnomico-omiletici. Il re danese loda in Beowulf
l’ideale eroico della forza e della saggezza (mægen mid modes snyttrum 1706a), ma al servizio del popolo, e
Beowulf sarà di ‘conforto’ (to frofre
1707b) ai Geati, come lo era stata la dinastia di Scyld ai Danesi. La vicenda
di Heremod, già introdotta in 901-915, è un monito di quale rovina può essere
per una nazione un signore che venga meno all’obbligo di generosità nei
confronti dei suoi seguaci, e cioè al patto sociale che garantisce la sicurezza
della nazione. Il tema politico si generalizza poi in quello etico dei ‘doni di
dio’ e della superbia che può generare il loro possesso. Il finale è un
ammonimento e un’esemplificazione: la ‘svolta’ inattesa (edwenden 1774b) che può cogliere un giovane ora famoso come Beowulf
o un re vecchio e potente come Hrothgar. Il discorso è nel gusto del genere
sapienziale della poesia antico inglese, e vi confluiscono temi eroici e
cristiani, com’è nell’impianto dell’intero poema; e Hrothgar lo pronuncia
osservando l’elsa della spada, la cui incisione biblica (disegno o scritta) gli
è incomprensibile, mentre gli è chiaro il segno del favore di dio: l’elsa è
arrivata a Hrothgar come un messaggio misterioso, e un presentimento di
cristianesimo.
1744a flanbogan:
la metafora dell’arco potrebbe derivare da Efesini
VI,16. Di solito s’intende che l’arciere sia il diavolo (cfr. bona 1743b e gastbona 177a), ma potrebbe essere la superbia personificata.
8. 1799-2199 (XXV-XXXI): congedo
e ritorno in patria.
La mattina dopo i geati sono ansiosi di
ripartire e Beowulf si congeda da Hrothgar, che nuovamente loda la forza, la
saggezza e la prudenza nel parlare del giovane (1842b-1845a), e prevede che diventerà re dei geati. Dopo aver
ricevuto ancora dodici tesori, Beowulf parte. Simmetricamente all’andata, il
ritorno è svolto attraverso una serie di incontri: dopo Hrothgar, con la
sentinella danese, con quella geata, e infine a colloquio con Hygelac nella sua
sala. E’ introdotta anche la regina Hygd, giovane e generosa, al contrario di
Thryth (?), donna arrogante e feroce che faceva uccidere gli uomini che osavano
guardarla, finché non fu domata dal marito Offa, re degli angli continentali. A
Hygelac Beowulf racconta l’impresa danese (2000-2151), aggiungendo nuovi
particolari: congettura sulla figlia di Hrothgar, Freawaru, promessa sposa a
Ingeld (2020-2069a), rivela il nome, Hondscioh 2076a, del guerriero geata
divorato da Grendel, e dice anche del guanto (sacca?), glof 2085b, in cui Grendel metteva le sue vittime. Poi dà a Hygelac
lo stendardo, le armi e quattro cavalli ricevuti da Hrothgar, e a Hygd la
collana di Wealhtheow; riceve in cambio dal re geata la spada del nonno Hrethel
e un’assegnazione di terre. Veniamo anche a sapere di un aspetto
dell’adolescenza di Beowulf, come cioè fosse ritenuto fiacco e indolente e per
questo non ricevesse onori dai geati, prima che anche per lui venisse una
svolta, edwenden 2188b.
1807-1809
Si può anche intendere che Unferth, ‘il figlio di Ecglaf’, avendola tacitamente
riavuta, fa dono della spada Hrunting a Beowulf, che lo ringrazia. Ma cfr.
1488-1491: il dono della spada (1455-1464) sembra essere stato un atto con cui
Unferth ha trasferito a Beowulf le sue obbligazioni di seguace di Hrothgar;
ridonandogliela, Beowulf riconosce la partecipazione vicaria di Unferth alla
faida contro la madre di Grendel.
1836-1839 E’ la risposta di Beowulf alla
richiesta di Wealhtheow in 1226b-1227: un’offerta d’alleanza.
1842b-1845a Beowulf rappresenta il
guerriero ideale che unisce forza a saggezza: la forza della giovinezza alla
saggezza della vecchiaia (frod 1844b
vale anche ‘vecchio’, cfr. wintrum frod
1724a).
1847b Hreþles
eaferan, ‘il figlio di Hrethel’, Hygelac.
1900a he,
Beowulf.
1931b-1962 Questa storia di ‘dispotica
domata’ è la digressione più brusca del poema, e ha fatto pensare a
un’omissione nel manoscritto tra 1931a e b. Offa, re degli Angli continentali
nel IV secolo, è nella genealogia di Offa re della Mercia dal 757 al 796: la
digressione potrebbe essere un legame fra l’Inghilterra del poeta e la materia
scandinava della storia. Il nome della donna potrebbe anche essere Modthrytho;
il senso di 1931b potrebbe essere che Hygd ‘si guardò dall’essere’ come Thryth,
l’equivalente femminile di Heremod, e l’opposto di Wealhtheow: è la regina che
viene meno ai suoi compiti di ‘tessitrice di pace’, freoðuwebbe 1942a, e fa uccidere i seguaci solo perché ardiscono
fissarla.
1934b sinfrea: il marito, o
forse il padre.
1935a dæges, ‘di giorno’,
cioè apertamente.
1939a sceadenmæl,
‘spada venata’, cfr. nota a 1459b.
1944b ‘Il parente di Hemming’ è Offa.
1960a eðel
sinne: la patria di Offa è Angel (grosso modo lo Schleswig), e l’impresa
più famosa per cui è ricordato in Widsith
35-44 è di aver fissato con la sua sola spada i confini contro i Myrging a
Fifeldor (l’Eider).
1968a bonan
Ongenþeoes: il re svedese Ongentheow è stato ucciso da un seguace di
Hygelac (2961-2981), il quale ne porta perciò la responsabilità e il merito.
1999 Nel MS manca la numerazione delle
sezioni XXVIIII, XXX e XXXVIIII. Due di queste sono sufficientemente segnalate
da una grande maiuscola iniziale ai versi 2039 e 2821, e di solito si ritiene
che sia stato saltato un numero: al verso 2039 le edizioni moderne numerano una
sezione congiunta XXVIIII-XXX o solo XXVIIII omettendo XXX. Mitchell and
Robinson 1998 pensano che al verso 1999 la maiuscola, anche se non grande come
le altre due, contrassegni la sezione XXVIIII.
2000-2151 Il discorso di Beowulf, il più
lungo del poema, fa da epilogo all’impresa danese reduplicando la storia in
racconto, con variazioni: apprendiamo il nome del Geata divorato da Grendel
(2076a), il particolare del guanto di Grendel (2085b) e soprattutto la presenza
a Heorot di un personaggio che a suo tempo non era stato neppure menzionato, la
giovane Freawaru, sulla quale Beowulf ha un racconto congetturale da fare. Il
discorso è complementare a quelli che hanno introdotto Beowulf presso i Danesi
e gli hanno guadagnato la loro fiducia e stipulato il ruolo di guardiano della
sala e avversario di Grendel; adesso Beowulf può menar ‘vanto’, gilp, dell’impresa, ottenere
riconoscimento e prestigio, e acquisire una nuova posizione (passaggio dalla geogoð alla duguð).
2016b-2021 La donna adulta intrattiene i
giovani, la giovane gli anziani, e si complementano anche nelle funzioni del
dono e della coppa. Giovani e anziani, geogoð
e duguð, siedono in parti
distinte della sala (come si ricava anche da 1188-1191), a segnalare una
distinzione fra i guerrieri del seguito che è sia di età che di condizione
sociale: i giovani devono ancora terminare il tirocinio guerriero, e ricevere
un’assegnazione di terra.
2022-2069a La dislocazione narrativa dà
rilievo al personaggio Freawaru togliendola da una sezione della storia dove il
primo piano è tutto per un’altra donna, Wealhtheow (e una sezione già densa di
figure femminili, con Hildeburh e la madre di Grendel). La prolessi, o racconto
congetturale al futuro che la riguarda, è anche riprova della ‘saggezza’ di
Beowulf, che benché giovane parla come se avesse una lunga esperienza del mondo
(cfr. nota a 1842b-1845a): ha cioè le virtù delle diverse età della vita, e da
vecchio conserverà la forza della giovinezza.
2025b suna Frodan: il figlio
di Froda è Ingeld (2064b), principe degli Heatho-Beard (2032b, 2067a), popolo
non identificato (è ignoto alla tradizione nordica). L’esistenza di canti su
Ingeld è attestata da una lettera di Alcuino del 797, in cui raccomanda a un
vescovo inglese che alla sua tavola si ascoltino i ‘sermoni dei padri’ non i
‘canti dei pagani’: ‘Che ha a che fare Hinield con Cristo?... Quid Hinieldus cum Christo? Angusta est
domus: utrosque tenere non poterit’ (Bullough 1993). La vicenda prefigurata
qui da Beowulf è raccontata diffusamente da Saxo Grammaticus, per il quale Ingellus è danese e la sposa sassone:
anche per lui il fulcro della storia è un discorso di incitamento
(istituzionale nella letteratura nordica: un modello è negli ultimi due canti
dell’Edda, Guðrúnarhvöt e Hamðismál).
2063-2069a E’ lo scontro anticipato a
82b-85.
2076a Hondscio,
il guerriero di 740-745a e 1053b-10555a. Il nome (= hand-shoe) significa ‘guanto’: cfr. 2085b.
2085b-2092 glof 2085b, ‘guanto’, potrebbe anche essere ‘sacca’: ma sembra
esserci un gioco di parole con Hondscio
2076a. Il passo ricorda un’avventura comica del dio Thor, che una notte dorme
nel guanto di un gigante scambiandolo per una casa (e per questo il dio è schernito
nei canti eddici Hárbarðzlióð 26 e Lokasenna 60; l’avventura è raccontata
in Snorri Sturluson, Gylfaginning
45). Beowulf stempera il terrore del racconto rendendolo intrattenimento
sociale; l’umorismo è tratto ricorrente nei suoi discorsi, cfr. 445b-451 e
559-564.
2105-2114 gomela Scilding
2105b, hildedeor 2107a, rumheort cyning di 2110b e gomel guðwiga 2112a sono persone diverse
o la stessa, cioè Hrothgar? E l’arpa accompagna tutte le attività poetiche o
solo alcune? o è a parte? Un monopolio poetico di Hrothgar non corrisponde a
quanto s’è sentito nella sua sala (e fuori): felafricgende 2106a ricorda il seguace del re che sa molte antiche
leggende e improvvisa un canto in lode di Beowulf (867b-870a), mentre feorran rehte 2106b richiama il Canto
della Creazione 91b (in entrambi i casi Beowulf non era presente); la storia
‘triste e vera’ 2109a fa pensare all’Episodio di Finn recitato dal poeta di
corte, lo scop; il racconto
fantastico del re (2109b-2110) potrebbe forse essere quello di Hrothgar sui
Grendel e la loro dimora (1345-1376a); e il lamento sulla giovinezza potrebbe
rinviare allo spunto sulla ‘orrenda vecchiaia’ del discorso di Hrothgar
(1700-1784, 1766a). Non è detto però che vadano cercate corrispondenze precise:
il passo potrebbe essere un generico catalogo di attività poetiche nella sala.
Le mancate corrispondenze possono anche essere messe in conto a un poeta
diverso da quello della prima parte, un poeta che avrebbe composto l’episodio
del Ritorno di Beowulf per collegare due poemetti preesistenti: così Schücking
nel 1905 (in Shippey and Haarder 1998: 507-11) e Kiernan 1981: 257.
2146b-2151 Conferendo a Hygelac i doni
ricevuti da Hrothgar, Beowulf conferma la sua lealtà di seguace: è in quanto
tale che ha compiuto l’impresa danese, che torna a gloria anche di Hygelac.
2152b eafor
heafodsegn, ‘il cinghiale segno di speciale importanza’, è la figura di
‘cinghiale’ sulla cresta dell’elmo (cfr. 303b, 1111b, 1286b).
2155-2162 Beowulf sottolinea il carattere
avito della cotta di maglia (cfr. 2190-2196a). I doni conferiti a Hygelac sono
quelli ricevuti in 1020-1024a, dove si fa menzione particolare della spada di
Healfdene, padre di Heorogar e Hrothgar.
2179b-2180a druncne è ancora
l’ebbrezza conviviale (cfr. 1231a), e qui vale ‘intrattenuti a banchetto’:
allusione a Heremod, che uccideva i ‘compagni di mensa’ (beodgeneatas 1713b).
2183b-2189 Questo riferimento a una non
promettente giovinezza di Beowulf andrebbe riconciliato con quanto dice lui
stesso delle sue imprese giovanili (408b-409a).
2190-2196a Hygelac contraccambia
adeguatamente i doni ricevuti: la concessione di terra segna il passaggio di
Beowulf dalla geogoð alla duguð, da giovane guerriero a guerriero
provetto, mentre la spada avita conferma l’appartenenza di Beowulf alla
famiglia reale, e pareggia il valore simbolico della cotta di maglia, pur’essa
avita, donata da Hrothgar (cfr. 2155-2162).
2195-2199 L’assegnazione di terra vale come
riconoscimento di provato valore e segna il passaggio sociale di Beowulf dalla geogoð alla duguð (vedi nota a 2016b-2021).
9.
2200-2323 (XXXI-XXXIII): il drago e il tesoro pagano.
Il racconto continua con un’ellissi narrativa di oltre
cinquant’anni. ‘In giorni successivi’ ufaran
dogrum 2200b, quando Beowulf è re da cinquant’anni, un drago volante e
fiammeggiante prende a devastare nelle scure notti il territorio geata per
vendicarsi del furto di una coppa dal tesoro che custodisce in un tumulo di
pietra sotto un promontorio. Il ladro è uno schiavo fuggiasco o un seguace in
rotta con il signore (þ[eow] o þ[egn], della parola nel
MS è leggibile solo il thorn
iniziale, 2223b), che, scoperto per caso il tumulo, ruba la coppa per portarla
al padrone o signore in segno di pace. Il tesoro era stato deposto in giorni
lontani (on gear-dagum 2233a) dall’ultimo sopravvissuto di una stirpe
estinta (2233b-2270a), ed era stato trovato dal drago, che lo custodiva da
trecento anni (2278b-2279). Il drago si sveglia dal sonno e mette a fuoco il
territorio, terrorizzando il popolo con bagliori d’incendi.
2215-2231a Il manoscritto è in più punti
illeggibile (folio 179 [182 nuova numerazione], versi 2207-2252). La
ricostruzione tradizionale è che qualcuno penetra nel tumulo rubando una coppa
al drago, che, svegliatosi, si vendica devastando il paese. Al 2223b solo un thorn resta a identificare il colpevole:
þ[eow]
‘schiavo’, þ[egn] ‘seguace’ o þ[eof] ‘ladro’? In 2408a è chiamato hæft, ‘prigioniero’, forse perché
schiavo di guerra o piuttosto perché sotto custodia del re in attesa della
risoluzione della vertenza. Tripp 1983 ha contestato questa ricostruzione e ha
emendato eliminando tanto il ladro che ruba la coppa quanto il sopravvissuto
che ha sepolto il tesoro: c’è un unico personaggio, secondo Tripp, ed è un re
malvagio che per avidità si trasforma in drago e che di sua iniziativa
aggredisce il paese di un re buono, come già Grendel quello di Hrothgar: è
probabilmente Heremod.
2223b þ...: þeow ‘schiavo’ o þegn ‘seguace’, ‘di qualcuno / dei figli dei nobili’? o þeof ‘ladro’, ‘di qualcosa...’?
2275b-2277a La natura o comportamento
caratteristico del drago è marcato dal modale sceall, che può essere obbligazione morale (cfr. 20-25) o necessità
naturale: anche quest’ultima è tema gnomico in Maxims II:
Draca sceal on hlæwe
frod, frætwum wlanc
Il drago è nel tumulo
vecchio, fiero dei tesori (26b-27a).
10.
2324-2537 (XXXIII-XXXV): Beowulf va ad affrontare il drago.
E’ distrutta anche la sala di Beowulf, il quale si prepara alla
lotta deciso ad affrontare il drago da solo come aveva fatto con Grendel. E
un’analessi narra l’impresa del ritorno solitario di Beowulf dall’incursione in
Frisia di Hygelac (qui ricordata per la seconda volta), quando attraversò (a
nuoto o in barca?) la distesa del mare dopo aver strappato le armi a trenta
nemici; la regina Hygd gli offrì allora la corona, ma egli rifiutò assicurando
invece il suo sostegno al cugino Heardred (2354b-2379a). Il quale fu poi ucciso
in patria dal re svedese Onela, per aver dato rifugio ai nipoti Eanmund e
Eadgils, ribelli contro lo stesso Onela; fu allora che Beowulf divenne re; egli
diede poi il suo aiuto a Eadgils, che uccise lo zio Onela vendicando il
fratello (2379b-2396; è il primo di tre resoconti di due guerre svedesi: questa
è la seconda). Con undici compagni, più il ladro come guida, Beowulf va al
tumulo del drago, siede sul promontorio e, sentendo vicino il destino di morte,
wyrd 2420b, prende congedo dai suoi
(2426-2537): ricorda come a sette anni fosse stato accolto dal nonno materno
Hrethel, morto poi di dolore quando il figlio maggiore Herebeald fu ucciso
accidentalmente dal secondogenito Hæthcyn (dolore senza rimedio, perché senza
vendetta o guidrigildo, 2444-2462a); come ci fosse conflitto fra svedesi e
geati dopo la morte di Hrethel, e come, attaccato dai due figli del re svedese
Ongentheow, Hæthcyn rimanesse ucciso ma fosse subito vendicato dal fratello
Hygelac, un cui guerriero, Eofor, abbatté il vecchio Ongentheow (2472-2489;
secondo resoconto delle due guerre svedesi: questa è la prima); ricorda poi
come, divenuto re Hygelac, egli lo avesse servito lealmente fino alla fatale
spedizione in Frisia (terzo riferimento); dichiara infine il suo proposito di
affrontare il drago da solo.
2330a ofer ealde riht: questa
‘antica legge’ potrebbe essere la legge naturale inculcata anche nel cuore dei
pagani.
2354b-2366
Secondo riferimento all’incursione di Hygelac in Frisia (cfr. 1202-1214a,
2501-2508a, 2913b-2921).
2359b-2368 L’interpretazione tradizionale di questi versi è che Beowulf
si sarebbe tuffato in mare con trenta armature in braccio (sul dorso?) e
sarebbe tornato a nuoto dalla Frisia alla Svezia meridionale girando attorno
allo Jutland. L’analisi di sundnytte
2360b e oferswam 2367a ha poi convinto
Wentersdorf 1971 che, se non è escluso il nuoto, è però più probabile un
viaggio in barca – un’imbarcazione solitaria nella distesa del mare (earm anhaga 2368a ricorre anche
nell’elegia del Wanderer per
descrivere un seguace senza signore che va esule per il mare).
2369-2379a Hygd ‘designa’ Beowulf alla
successione e i ‘derelitti’ che non riescono a indurlo ad accettare il trono si
possono intendere come i consiglieri della corona, a cui secondo la prassi
costituzionale anglo-sassone toccava ‘l’elezione’ del re. Hygd agisce da
sostituto del re anteponendo l’interesse nazionale a quello materno; il suo
gesto sembra contrastare con quello di Wealhtheow, che aveva consigliato
Hrothgar di non includere Beowulf nella successione. Il comportamento di Beowulf,
però, sembra essere memore di Wealhtheow nel riconoscere la priorità dei
consanguinei di linea paterna.
2377a
he him: Beowulf a Heardred.
2379b-2396. La seconda guerra svedese (cfr.
2202-2206 e 2611-2619). C’è un conflitto dinastico nella famiglia svedese degli
Scylfing: Eanmund e Eadgils, figli di Ohthere, in lotta contro lo zio Onela si
rifugiano presso Heardred; Onela attacca i Geati e uccide il nipote Eanmund e
lo stesso Heardred, lasciando il regno geata nelle mani di Beowulf, il quale in
seguito aiuta Eadgils a conquistare il trono svedese uccidendo lo zio. Onela
era forse succeduto al fratello Ohthere, che doveva essere subentrato al padre
Ongentheow, morto al termine della prima guerra svedese (cfr. 2472-2489 e
2922-2998).
2379b Hyne:
Heardred
2380a ofer
sæ, cfr. 2394a, 2473a, 2477a: il ‘mare’ potrebbero essere qui i grandi
laghi, in particolare Lago Vänern, che separano Geati e Svedesi (cfr. nota a
195a).
2391a Se: Beowulf.
2395b-2396
he è Eadgils, cyning Onela.
2432b laðra,
‘più odioso’, litote per ‘meno caro’.
2438a his
freawine, ‘il suo signore e amico’, quale sarebbe diventato Herebeald.
2444a-2462 Swa...Swa: di
solito intesi come un’analogia con un padre fittizio che vede il figlio
impiccato sulla forca ed è straziato dal dolore perché non può cercare vendetta
o compenso (che le leggi anglo-sassoni proibivano nel caso di persone
giustiziate legalmente; per la forza consolatoria della vendetta si veda la
risposta di Beowulf al lamento di Hrothgar per la morte di Æschere, 1384-1389).
La vicenda della famiglia reale geata ricorda la grande tragedia della
mitologia nordica, l’uccisione accidentale di Baldr da parte di Höðr, entrambi
figli di Odino, e i due nomi mitici ricorrono in quelli dei protagonisti umani
Here-beald e Hæð-cyn
2457a reote:
rota, strumento musicale a corde.
2457b ridend, ‘cavalieri’,
echeggia ride, ‘cavalchi’ di 2445b.
2472-2489 Prima guerra svedese (cfr. 2922-2998). Dopo la morte di
Hrethel, i Geati sono attaccati da Ohthere e Onela, figli del re svedese
Ongentheow; Hæthcyn risponde invadendo il territorio svedese e catturando la
regina, ma è poi vinto e ucciso da Ongentheow passato al contrattacco;
Ongentheow a sua volta subisce il contrattacco di Hygelac e viene ucciso dal
guerriero geata Eofor in un duello a tre con i fratelli Eofor e Wulf.
2488b La mano è quella di Eofor.
2490 him…he è Hygelac.
2501-2508a Terzo riferimento all’incursione di Hygelac in Frisia (cfr.
1202-1214a, 2354b-2366, 2913b-2921). Gli Hugas
2502b sono probabilmente da intendersi come una tribù dei Franchi (Hugones).
2528b gylp
ofersitte: sembra strano che Beowulf dica di rinunciare al vanto, un atto
obbligato, proprio mentre sta facendo un vanto, e s’è pensato o a un luogo
corrotto o a un significato diverso di ofersittan.
Il verbo ricorre anche nel passo richiamato dallo stesso Beowulf (2521b),
quando egli aveva fatto vanto di rinunciare alle armi contro Grendel (684a): è
probabilmente a questo vanto che dice di rinunciare.
11.
2538-2711a (XXXV-XXXVII): la lotta con il drago.
Beowulf va all’ingresso del tumulo e lancia un urlo di guerra;
preceduto dalle fiamme esce il drago, e da dietro lo scudo Beowulf lo colpisce
inutilmente con la spada. Il serpe risponde e il re geata è avvolto di fiamme.
I seguaci fuggono spaventati nel bosco, tranne il giovane Wiglaf, il quale,
dopo aver ricordato gli obblighi verso il signore, corre in aiuto del
congiunto. Al secondo assalto del drago (2670b), Wiglaf, arso il suo scudo, si
rifugia dietro quello di Beowulf, che riesce a colpire il drago alla testa ma
spezzando la spada. Al terzo assalto (2688b), il drago ferisce mortalmente
Beowulf con le zanne, ma è colpito da Wiglaf al collo o al ventre e finito da
Beowulf con il coltello, wæll-seax 2703b.
2573-2575a Un passo difficile, in particolare perché non è chiaro se moste 2574a significhi ‘fu/fosse
concesso’ o ‘doveva/dovesse’.
2611-2619 Altro riferimento alla seconda
guerra svedese, già introdotta dal narratore in 2379b-2396. Weohstan, il padre
di Wiglaf, è al servizio del re svedese Onela, il cui nipote Eanmund egli
uccide e spoglia delle armi; Onela gli dà in segno di riconoscimento la spada e
la cotta del nipote.
2697-2699 Wiglaf lascia stare la testa del
drago dopo averla inutilmente colpita bruciandosi la mano, e colpisce più in
basso, al collo o al ventre.
12.
2711b-2820 (XXXVII-XXXVIII): la morte di Beowulf.
Sentendo prossima la morte Beowulf va a sedersi davanti
all’ingresso del tumulo e fa un bilancio della sua vita di re: ha difeso il suo
popolo da quelli vicini, non ha cercato contese all’estero (al contrario di
Hygelac), non ha fatto falsi giuramenti, non ha ucciso congiunti; prega poi
Wiglaf di portare fuori il tesoro perché possa vederlo. Il giovane entra nella
volta del tumulo (un megalito?) e alla luce di una bandiera lavorata in oro
vede coppe in rovina ed elmi rugginosi; ne esce in fretta portando la bandiera
e alcune coppe. Beowulf ringrazia dio per il tesoro che ha acquistato al
popolo, il quale, dice, gli costruirà un tumulo sul promontorio. Dona a Wiglaf
l’elmo, la cotta e la collana che ha al collo, e muore (2819b-2820).
2717a on sesse, forse un
rialzo del terreno o una lastra di pietra riversa davanti all’ingresso del
tumulo.
2717b-2719 Sembra la descrizione di una
tomba megalitica a tumulo (con copertura in terra), diffusa lungo il fronte
atlantico e quello del Mare del Nord (dal IV millennio a.C.). Il tesoro che vi
è deposto è invece del tipo scandinavo-anglo-sassone del VI-VII secolo.
2717b enta
(ær)geweorc, ‘(antica) opera di giganti’, è anche la spada trovata
nella dimora dei Grendel, 1679a: nella poesia antico inglese la formula è usata
in particolare per opere murarie di civiltà pre-anglo-sassoni (Maxims II 2a, Ruin 2b, Wanderer 87a).
2732b-2743a Conservazione della pace, non
aggressività verso l’estero (vedi invece Hygelac), giuramenti giusti, non
coinvolgimento in faide familiari: Schücking 1929 vedeva esemplificato nel Beowulf un ideale di regalità
germanico-cristiano, un modello di rex
iustus.
2738b-2739a ne…fela / aða, ‘non...molti / giuramenti’, litote
per ‘nessun giuramento’.
2766a oferhigian non è
attestato altrove, ed è di solito interpretato come ‘tentare, sopraffare’;
Niles 1983: 299, nota 6, propone la lettura ‘outsmart’, ‘superare, eludere,
render vani gli sforzi (per nasconderlo)’.
2792b-2793a Manca un semiverso allitterante
in /b/ e forse terminante come il verbo di 2792a (da qui l’omissione), per es. spræc o gespræc ‘disse’: cfr. 3094b-3095a.
2800b-2802a fremmað (2800b) e hatað
(2802a) possono essere interpretati come imperativi plurali (cfr. 3096-3097)
rivolti all’intera nazione attraverso Wiglaf; o più probabilmente sono presenti (con valore di futuro), il primo
con soggetto i ‘tesori’, il secondo i ‘famosi in guerra’. Secondo Hill 1995:
122, Beowulf intende che il tesoro è il compenso pagato ai Geati per la sua
morte.
2806-2808 I naviganti spargono notizie e
fama (cfr. 377 e 411). Elemento riconoscibile del paesaggio marino, il Tumulo
di Beowulf sarebbe, come il panegirico del cavaliere danese (867b-915), altra
autenticazione del poema.
2820b soðfæstra
dom, ‘il giudizio pronunciato da quanti’ oppure ‘su quanti dicono il vero’:
potrebbe riferirsi alla fama terrena ma anche all’ultraterreno ‘giudizio dei
giusti’.
13.
2821-3027 (XXXIX-XLI): annuncio della morte e previsioni di guerra.
Quando escono dal bosco, Wiglaf rivolge parole di rimprovero ai
dieci codardi; ordina poi d’annunciare ai geati la morte del re. Insieme
all’annuncio, il messaggero fa anche previsioni di guerra, ricordando i conflitti
tra geati e franchi (2911b-2921; quarto e ultimo riferimento all’incursione
frisone di Hygelac), e tra geati e svedesi (2922-3007a): narra dell’assalto di
Hæthcyn agli svedesi e del contrattacco del vecchio Ongentheow, della morte di
Hæthcyn e dell’assedio dei geati soccorsi poi da Hygelac, della ritirata di
Ongentheow e della sua uccisione in un duello a tre con i fratelli Eofor e Wulf
(terzo e ultimo resoconto delle due guerre svedesi: questa è ancora la prima);
e conclude con una fosca previsione di esilio e distruzione, dove il verso
sinistro del corvo prende il posto dell’arpa simbolo delle gioie della sala
(3015b-3027).
2900-3027 Il discorso del messaggero è per
lunghezza il secondo del poema, dopo quello di Beowulf alla fine della prima
parte. Insieme alla morte del re annuncia anche il periodo di guerra che si
aprirà per i Geati, ricordando le faide iniziate molti anni prima con
l’incursione di Hygelac in Frisia e con l’uccisione del vecchio re svedese
Ongentheow.
2913b-2921 Il quarto e ultimo riferimento
all’incursione di Hygelac in Frisia raccoglie i quattro nomi menzionati a
coppie negli altri: Frisoni e Franchi nel primo (1202-1214a), Frisia e Hetware
nel secondo (2354b-2366), Hugas e re di Frisia nel terzo (2501-2508a): deve
trattarsi di popoli e regni sotto l’egemonia della dinastia merovingia (Merewioingas 2921a).
2922-2998 Altro resoconto della prima
guerra svedese, già narrata sommariamente da Beowulf in 2472-2489.
2936b sweorda
lafe, ‘resti delle spade’, i sopravvissuti.
2969a wyrsan
wrixle: con un ‘cambio peggiore’ per l’avversario.
2973a he him, Ongentheow a Wulf.
2977b Higelaces þegn, ‘il
seguace di Hygelac’, Eofor, fratello
di Wulf.
2994b hund
þusenda, sottinteso sceatta, ‘(il
valore di) centomila sceatt’ (l’unità
monetaria anglo-sassone).
3005b Scildingas: oltre al
proprio regno, Beowulf ha protetto anche i Danesi contro i loro nemici (Grendel
e la madre, o altri successivamente, cfr. 1826-1835).
3021b-3027 Il corvo, l’aquila e il lupo
formano il più celebre tema formulare della poesia antico inglese e norrena
(oltre che celtica), dove ogni menzione di battaglia evoca i tre animali
mangiacadaveri in una qualche variazione più o meno originale (Magoun 1955,
Griffith 1993): nel Frammento di
Finnesburh il loro verso annuncia che uno scontro è imminente, mentre nella
Battaglia di Brunanburh sono lasciati
padroni del campo a spartirsi i cadaveri. Qui i due momenti del prima e del
dopo battaglia sembrano conflati, e il verso degli animali, metaforizzato come
discorso, accompagna un periodo di ripetuti scontri (‘molte lance’); e
sostituisce il suono dell’arpa, sineddoche delle gioie della sala, e di pace.
14.
3028-3182 (XLI-XLIII): il funerale di Beowulf.
I geati vanno a vedere il loro re e il drago, e Wiglaf dà ordine
di preparare la pira, mentre egli con sette guerrieri va a saccheggiare il
tesoro; il corpo del drago è buttato in mare. Una grande pira, carica di armi,
arde il corpo di Beowulf sul promontorio, mentre una donna geata lamenta la
sorte del popolo; attorno alle ceneri viene poi costruito un tumulo nel quale è
portato il tesoro del drago. Dodici cavalieri geati celebrano le lodi del loro
signore: coraggioso, benevolo, generoso, bramoso di gloria.
3074-3075 Tra i versi più ostici del poema. Agend, ‘possessore’, può riferirsi al drago o a dio, e il senso è
che Beowulf vedeva solo ora la magnificenza del tesoro del drago, oppure che
non era mai stato così favorito da dio. C’è però l’impressione che i versi
vadano presi con quanto precede e che siano paralleli a 3054b-3057 nel
formulare un’esenzione dalla maledizione dell’oro: næs he 3074a viene così emendato in næfne, ‘a meno che’ l’uomo che predava il tesoro non avesse
conosciuto il favore di dio.
3077b anes
willan, ‘per volontà d’uno solo’, cioè di Beowulf o del drago o del ladro.
3137-3182 Il funerale di Beowulf è un
doppio rito, di cremazione e inumazione: la prima accompagnata da lamento
funebre femminile, la seconda da canto di lode maschile.
3150-3155 Le varie ricostruzioni di questo
passo lacunoso sono state studiate e tabulate da Westphalen 1967. La donna di
3150-3151 è stata vista anche come la moglie di Beowulf (i capelli raccolti, se
sono tali, indicherebbero donna sposata); ma è più prudente prenderla per una
lamentatrice rituale (Mustanoja 1967). Robinson 1993: 40,158 vede nel lamento
anche una profezia della sorte futura dei Geati, secondo la tradizione
germanica della ‘donna presciente’.
Cronologia relativa (prologo e 43 sezioni numerate):
– un tumulo megalitico, il tesoro di una stirpe estinta, un
drago (300 anni) (XXXII)
– Heremod danese (XIII, XXIV)
– fondazione della dinastia degli Scylding (prologo-I)
– Hrothgar, divenuto re dei Danesi, dà asilo a Ecgtheow, padre
di Beowulf (VII)
– 50 anni di regno, costruzione di Heorot, predazioni di Grendel
(12 anni) (I-II, XXV)
– a sette anni Beowulf è affidato al nonno materno Hrethel, re
dei Geati (XXXIV)
– prima guerra svedese; Hygelac diventa re dei Geati (XXXV)
– gara adolescenziale di Beowulf e Breca (VIII-IX)
– il giovane Beowulf va
in Danimarca ad affrontare Grendel e la madre (III-XXXI)
– Heorot distrutta nella guerra con gli Heatho-Beard (I,
XXVIII-XXIX)
– incursione in Frisia e morte di Hygelac (XVIII, XXXIII, XXXV,
XL)
– seconda guerra svedese e morte di Heardred; Beowulf diventa re
dei Geati (XXXIII)
– dopo 50 anni di regno il vecchio Beowulf affronta il drago e
muore (XXXIII-XLIII).
Una cronologia assoluta
potrebbe essere ricostruita attorno alla data dell’incursione in Frisia, 520
circa, prima della quale c’è il lungo regno di Hrothgar (cinquant’anni più i
dodici di incursioni di Grendel e altri) e, dopo, i cinquant’anni del regno di
Beowulf successivi a quelli di Heardred (se ‘cinquanta’ non è indicazione
convenzionale di lunga durata). Ma il tempo del racconto è piuttosto fatto di
genealogie: cinque generazioni di danesi e tre di geati e di svedesi.
Bibliografia
Manoscritto e riproduzioni:
Il Beowulf è contenuto
nel manoscritto composito Cotton Vitellius A. xv della British Library, Londra,
fatto di due codici rilegati assieme in epoca moderna, il Southwick Codex (XII
secolo) e il Nowell Codex (fine X – inizio XI secolo). Il Beowulf è nel Nowell, preceduto da tre opere in prosa (una passione
di S. Cristoforo, Le meraviglie d’Oriente, La lettera di Alessandro ad Aristotele)
e seguito da una in versi (Giuditta).
Il codice Nowell è stato trascritto da due copisti contemporanei, il primo in
minuscola inglese è arrivato fino al verso 1939b del Beowulf, il secondo in minuscola quadrata ha copiato il resto. I
fogli del Beowulf, 129r-198v
(132r-201v nella nuova numerazione), sono riprodotti e trascritti in Beowulf. Reproduced
in Facsimile from the Unique Manuscript British Museum Ms.Cotton Vitellius A.xv, ed. by J. Zupitza
(1882), second edition ed. by N. Davis, London, New York, Toronto, EETS, Oxford
University Press 1959. L’intero Nowell è riprodotto senza trascrizione in K.
Malone ed., The Nowell Codex (British
Museum Cotton Vitellius A.xv, Second MS), Early English Manuscripts in
Facsimile 12, Copenhagen, Rosenkilde & Bagger 1963. Un incendio del 1731 ha bruciacchiato il manoscritto,
in particolare i fogli del Beowulf, i
cui bordi si sono andati sgretolando nel tempo. Nel 1787 l’islandese Grímur
Jónsson Thorkelin fece copiare e, forse qualche anno dopo, copiò lui stesso il Beowulf, e le due trascrizioni, A e B,
importanti per la ricostruzione delle parole nel frattempo sbriciolatesi con i
margini, sono riprodotte in K. Malone ed., The
Thorkelin Transcripts of Beowulf, Early English Manuscripts in Facsimile 1,
Copenhagen, Rosenkilde & Bagger 1951. Per questi restauri è importante
anche la trascrizione dei versi 1-19 e 53-73 fatta da Humfrey Wanley nel
catalogo di manoscritti che forma il secondo libro di George Hickes, Linguarum Vett. Septentrionalium Thesaurus
Grammatico-Criticus et Archaeologicus, Oxford 1705, liber alter, pp. 218-9
(reprint Georg Olms Verlag, Hildesheim – New York 1970). L’intero Cotton
Vitellius A. xv e le due trascrizioni Thorkelin sono stati digitalizzati nei
due CD di Electronic Beowulf, ed. by
K. Kiernan, London and Ann Arbor, The British Library and The University of
Michigan Press 1999: facsimile a colori del MS, con immagini ultraviolette o
elaborate digitalmente, trascrizione ed edizione critica del poema.
Edizioni:
Fr. Klaeber, 1950 (1922), Beowulf and the Fight at Finnsburg,
third edition, Lexington, Mass., Heath (testo, apparato critico, note e
glossario).
C. L. Wrenn, 1973, Beowulf, with the Finnesburg Fragment,
third edition rev. by W. F. Bolton, St. Martin’s, New York (and University of
Exeter 1988) (testo, commento e glossario non analitico).
G. Jack, 1995 (1994), Beowulf. A
Student Edition, Oxford, Clarendon Press (testo con glossario nella forma
di glosse marginali).
M. Alexander, 1995, Beowulf,
Penguin Books (testo con glossario nella forma di glosse a fronte).
B. Mitchell and F. C. Robinson, 1998, Beowulf: an edition with relevant shorter texts, Oxford, Blackwell
(testo e glossario analitico).
K. Kiernan, 1999, Electronic Beowulf, London and Ann
Arbor, The British Library and The University of Michigan Press (facsimile,
trascrizione, edizione e glossario analitico).
B. Slade, 2002, Beowulf on Steorarume (Beowulf in Cyberspace)
(edizione diplomatica ed edizione moderna con traduzione inglese:
http://www.heorot.dk).
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Bibliography, New York and London, Garland.
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Bibliography, 1979-1990, New York and London, Garland.
Una rassegna per temi della bibliografia critica dalle origini al 1994
è in R. E. Bjork and J. D. Niles eds., 1997, A Beowulf Handbook, University of Exeter Press.
L’intero poema letto in originale è in due CD, Beowulf read
by Trevor Eaton, Pearl 1997 (SHE CDS 9642).
Le traduzioni in antico inglese delle Meraviglie d’Oriente e della Lettera
di Alessandro ad Aristotele contenute nel codice Nowell sono edite, con
originale latino e traduzione inglese moderna, da A. Orchard, Pride and Prodigies. Studies in the Monsters
of the «Beowulf»-Manuscript, Cambridge, D. S. Brewer 1995; traduzione
italiana e originali latini sono in Le
meraviglie dell’India, a cura di G. Tardiola, Roma, Archivio Guido Izzi
1991. Del Liber monstrorum,
all’inizio del quale si parla delle ossa gigantesche di Hygelac custodite in
un’isola alla foce del Reno, esistono due edizioni italiane, a cura di F.
Porsia, Bari, Dedalo 1976, e di C. Bologna, Milano, Bompiani 1977; è anche in
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