Sklepník
(1988-1992)
Scheda informativa
La rivista Kritický sborník usciva inizialmente in samizdat, ma a partire dal 1990 ha cominciato a essere pubblicata anche ufficialmente. Si trattava di una rivista di critica letteraria e linguistica, ma venivano analizzate anche tutte le varie manifestazioni artistiche e filosofiche. E’ nata come reazione alla mancanza di opportunità per l’esercizio di una vera critica nell’ambito della cultura indipendente dei primi dieci anni della normalizzazione. I preparativi cominciarono negli anni 1979-80 nel gruppo di František Kautman, Jindřich Pokorný e Jan Vladislav. Come trimestrale dattiloscritto Kritický sborník ha iniziato a uscire nel maggio 1981 e del suo editing si occupava all’inizio Josef Vohryzek (visto che Jan Vladislav era nel frattempo emigrato all’estero) e più tardi Jan Lopatka (quest’ultimo ha collaborato con Kritický sborník sin dall’inizio, anche se ha cominciato a interessarsi pienamente al lavoro redazionale a partire dal 1985); stretti collaboratori della rivista sono stati successivamente Luboš Dobrovský, che si occupava della pubblicistica, e Miloš Rejchrt, che si occupava della parte amministrativa. La rivista Kritický sborník era supportata finanziariamente dalla Francia, soprattutto grazie al sostegno del poeta Pierre Emmanuel. Nel 1990 Kritický sborník ha iniziato a uscire regolarmente con il sottotitolo “Revue pro literaturu, umění a filosofii” nella casa editrice Lidové noviny. Dal 1992 ha cominciato a pubblicarla il “Klub Obratník” (fino alla fine del 1993 in collaborazione con la “Společnost pro Literární noviny”, negli anni 1993-94, invece, nella casa editrice “Vesmír”), mentre a partire dal 1995 l’editore è stato “Sdružení na podporu vydávání časopisů”; al suo finanziamento contribuivano organizzazioni statali e non statali. Negli anni Novanta il caporedattore ed editore è stato Jan Lopatka (fino al 1993, anno della sua morte); il suo sostituto (redattore esecutivo) è stato Karel Palek, che dal numero 1993/4 è divenuto anche il successore di Lopatka nella funzione di editore. Alla preparazione redazionale delle annate 1994 e 1995 ha preso parte anche Michael Špirit.
Con un’impostazione ambiziosa, una cerchia ben stabile di collaboratori, una modalità professionale di operare e spesso di ispirazione filosofica, la rivista Kritický sborník si rifaceva alla tradizione di quelle riviste come Kritický měsíčník, Tvář e Orientace. Nel periodo del samizdat gli articoli e gli studi di carattere scientifico-letterario erano incentrati soprattutto su quella parte della produzione letteraria che veniva ignorata dalla critica ufficiale, ma la rubrica che si occupava delle recensioni prendeva in esame molto spesso anche i nuovi libri che venivano pubblicati, le rappresentazioni teatrali, i film oppure le mostre ufficiali. Nella seconda metà degli anni Novanta la problematica letteraria è passata in seconda linea e in primo piano si sono venuti a trovare i contributi dedicati ai mass media, al postmodernismo e alla filosofia della storia. Anche se i titoli delle rubriche cambiavano spesso, l’articolazione della rivista ha cominciato a delinearsi già nella seconda annata: i saggi più voluminosi venivano inseriti nella sezione “Články/studie”, la struttura delle rubriche regolari era composta anche da “Recenze/referáty/glosy” (ossia “O knihách, Knihy/autoři” e così via), spesso erano presenti anche le rubriche “Publicistika”, “Diskuse/polemika”, “Rozhovor”, “Dokument”; nel periodo del samizdat e nei primi numeri pubblicati ufficialmente, quando la rivista curava accanto alla critica letteraria in misura maggiore anche la riflessione critica di altre discipline artistiche, erano spesso presenti anche le sezioni “Divadlo”, “Filmový obzor”, “Hudební okénko”, “Operní hlídka”, “Hudba”, “Výtvarné umění”, ecc. La sezione “Knižní zpravodaj” ha contribuito a diffondere le informazioni sulle opere editoriali samizdat. Dopo il 1989 fu reinserita la rubrica “Z bibliografie samizdatu” che illustrava accuratamente le attività più interessanti (accanto all’elenco degli articoli della rivista Kritický sborník sono state pubblicate ad esempio le bibliografie delle riviste Obsah, Revolver Revue, Střední Evropa oltre che delle case editrici samizdat Česká expedice, Expedice, Popelnice, Pražská imaginace, Půlnoc e altre; autore di gran parte di tali elenchi è stato Jiří Gruntorád).
Tra gli studiosi letterari, i critici e i saggisti che hanno pubblicato in questa rivista vanno citati almeno Přemysl Blažíček (“Sebezaujetí a předstírání ve Zbabělcích” – 1/1992), Jiří Brabec (“Jaroslav Seifert” – Ročenka 1984), Miroslav Červenka (“Dvě poznámky k samizdatu” – 4/1985, “Kolářovy Ódy a variace” – 4/1987, “Verš a řádek, o Šiktancových experimentech s rytmem” – 1/1988), Ladislav Dvořák (ad esempio “K. H. Mácha si hrával česky-böhmisch” – Ročenka 1983), Bedřich Fučík (ad esempio “Outsider se směje, o Ladislavu Dvořákovi” – 2/1981), Růžena Grebeníčková (ad esempio “Expresionismus jako hnutí a směr” – 3/1994), Aleš Haman sotto lo pseudonimo di H. Rak (“Romantika historie a současný historický román” – 1/1981), Milan Jankovič (“Pozdní Hrabal” – 4/1994), Vladimír Karfík (ad esempio “Kolářovy básnické reflexe” – 1/1982, “Kolářova dramata” – 4/1984, “Návraty Zdeňka Urbánka” – 3/1987), František Kautman (“Vladislavův Tajný čtenář” – Ročenka 1983, “Vaculíkův fejeton” – 1/1984), Jan Lopatka (tra le altre cose “Paralelita okraje a středu” – 4/1989), Sylvie Rychterová (ad esempio “Sémiotický vesmír: centra a periferie” – 3/1991, “Moc a smích” – 4/1995), Susanne Rothová a tanti altri. Una serie di studi linguistici, con frequenti rimandi letterari e filosofici, dedicata ai meccanismi totalitari della lingua dell’ideologia comunista è stata pubblicata da Karel Palek con lo pseudonimo di Petr Fidelius (si veda ad esempio “O zacházení se slovy” – 2/1981). Autori di importanti riflessioni di carattere filosofico, psicologico-antropologico e sociologico sono stati Václav Benda, Ivan Dubský (ad esempio “Ke Kouzelnému vrchu” – 2/1982), Eva Formánková (gli studi su Franz Kafka), Miloš Havelka, Martin Hybler con Jiří Němec, Filip Karfík, Pavel Kouba, Jaroslav Kříž, Milan Nakonečný, Zdeněk Neubauer (ad esempio “Metafora jako ontologický symbol” – 4/1984, “Pluralita světů a jednota vědění” – 4/1991), Miroslav Petříček jr. (ad esempio “Sémiologie – od Saussura k Peirceovi?” – 3/1989), Rudolf Starý, Zdeněk Vašíček (ad esempio “O Richardu Weinerovi” – 1/1982, “O nezávislém historickém diskursu” – 1/1991) e tanti altri. La situazione in cui versava l’arte pittorica moderna è stata messa in luce in maniera critica da Jindřich Chalupecký (ad esempio nei testi “Už ne umění” – Půlročenka 1985, “Nové umění v Čechách” – 2/1986 e altri testi). Vari blocchi tematici sono stati dedicati a Karel Poláček (2/1992, con i contributi di Růžena Grebeníčková, Karel Hausenblas, Oleg Malevič) e al fenomeno del postmodernismo (4/1993, Přemysl Blažíček, Martin Hilský, Ivan Chvatík, Zdeněk Neubauer e altri). La rivista ha pubblicato inoltre i contributi di importanti personalità che avevano ottenuto prestigiosi premi internazionali (il discorso pronunciato durante il conferimento del Premio Nobel per la letteratura a Jaroslav Seifert nel 1984; poi, ad esempio, testi di Václav Havel e Ladislav Hejdánek).
Nelle recensioni, che soprattutto nelle annate successive hanno prestato una particolare attenzione alla letteratura specialistica, hanno esposto le loro idee Zuzana Augustová, Bohuslav Blažek, Jiří Brabec, Jiří Cieslar, Petr Fidelius, Růžena Grebeníčková, Jiří Holý (che nel samizdat compare con lo pseudonimo di Jan Toman), Martin Hybler, Milan Jankovič, Milan Jungmann, Eva Kantůrková, Filip Karfík, Vladimír Karfík, František Kautman, Jan Lopatka, Jaromír Loužil, Jiří Pechar (che usava la sigla “bn”), Milan Sobotka, Rudolf Starý, Mojmír Trávníček (sotto lo pseudonimo di Jan Rolek) e Josef Vohryzek. Nell’annata 1994-95 la rubrica metacritica “Zrcadlo” è stata preparata da Michael Špirit (lui ha redatto anche l’indice bibliografico dell’opera di Jan Lopatka e di Ruzena Grebeníčková), e successivamente da Petr Fidelius. La rivista ha dedicato ampio spazio alle discussioni e alle reazioni polemiche (il principale polemista della rivista è stato Petr Fidelius: si veda ad esempio, nell’annata 1982, la polemica scatenata dalla sua critica di un passo dei ricordi di Seifert, che si è tramutata in una discussione più generale sull’etica della pubblicistica samizdat; o le polemiche riguardanti le riforme ortografiche e soprattutto la scrittura delle parole di origine straniera). A delineare il carattere di Kritický sborník hanno contribuito anche le ristampe di testi più vecchi, importanti in quanto rispecchiano lo sviluppo del pensiero critico ceco (Václav Černý, Jan Grossman, Jan Patočka, Ferdinand Peroutka, Hubert Gordon Schauer, F. X. Šalda), e le traduzioni di saggi di importanti personalità dell’arte, della filosofia e della scienza (Roland Barthes, Josif Brodskij, Elias Canetti, Witold Gombrowicz, Roman Jakobson, Carl Gustav Jung, Czesław Miłosz, Friedrich Nietzsche, Amos Oz, Paul Ricoeur, Raymond Ruyer, Emil Staiger e tanti altri). Una selezione di articoli tratti dalla rivista è stata preparata da Karel Palek con il titolo Kritický sborník 1981-1989. Výbor ze samizdatových ročníků (Praha, Triáda 2009).
[M. Přibáň, “Kritický sborník”, Slovník české literatury po roce 1945, <http://www.slovnikceskeliteratury.cz/showContent.jsp?docId=124&hl=Kritick%C3%BD+sborn%C3%ADk+>]
Traduzione a cura di Stefania Mella