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Sacra Imp.le Reg.a Apostolica Maestà!
Una parte delle Popolazioni della Dalmazia, Bocche di Cattaro, Ragusa, ed Istria, professano il Rito Greco-Orientale non unito di Nazione Slavo-Illirica. Il numero di essi viene calcolato a circa 70. Settanta Milla individui frà Agricoltori, Artisti, Comercianti, e Naviganti. Il loro Stabilimento conta un’epoca immemorabile. La libertà, e l’intangibilità del proprio Culto in mezzo alle più spinte persecuzioni di alcuni spiriti irrecquienti e turbidi di Rito diverso, ebbero in ogni tempo la protezione di tutti i Governi per la loro fedeltà, e suddito attaccamento al loro Prencipe.
Il sottoscritto Plenipotenziario, e legittimo Procuratore d’un numeroso Popolo dei Dalmati Slavo-Illirici, fù autorizzato con Procura ed inesiva analoga dichiarazione, che qui umilia sub % a prostrarsi ai Sacri piedi di Vostra Maestà, e confermarsi l’umilissima esposizione seguente.
L’anno 1797. le Gloriose Armate della M.V. occuparono la Provinzia Dalmata. Chi più felice della Nazione Slavo-Illirica, che per volontà d’onnipotente ebbe la sorte di divenire Suddita d’un si Grande Monarca pieno di Clemenza benigno Padre e protettore di suoi fedelissimi sudditi senza distinzione di Rito?
Impareggiabile era il giubilo della stessa Nazione nel poter ad un tempo medesimo seguire quella fede, che potrebbe bensì minimamente a sofrire delle persecuzioni dirette o in dirette, ma che rimarrà mai sempre ferma, sempre inconcussa, sempre imperterrita in tutti i petti de’ Popoli Slavo-Illirici.
In virtù dei Privileggi accordatici dai Predecessori della Maestà Vostra altro non rimaneva ai dalmati Slavo-Illirici di Rito Greco-Orientale, che di provedere la loro Chiesa d’un Pastore, di cui era priva quasi da un secolo a questa parte.
Le loro istanze a questo proposito furono avvanzate, e nel tempo stesso benignamente accolte dall’Eccelso Governo, ed avrebbero senza dubbio ripportato il suo pien effetto se la precitata Provinzia non fosse caduta nel più bel momento in poter de’ Francesi.
Durante il loro regime nella Dalmata Provinzia, la Nazione Slavo-Illirica non ebbe minor favore, e protezione, malgrado il cambiamento di sistema, non nacque la benchè minima inovazione nel loro Culto e Religione, ma bensì trovò nello stesso peregrino Governo sostegno, e Maggior protezione a questo riguardo.
In quell’epoca apunto raggiravassi per la Dalmazia il profugato, e girovago, sotto titolo di Vescovo il Mr Benedetto Kraglievich, affetando con ipocresia la più sana Ortodoxia, presso le principali famiglie dei Dalmati Slavo-Illirici di Rito Greco-Orientale, onde impadronirsi dei loro Cuori, e con arte finissima coltivò le primarie Autorità della Provinzia, per trovare in esse la protezione, agli occulti premiditati suoi disegni; ed in questo modo seppe indure i Dalmati stessi a riceverlo per loro Pastore, e Prelato.
I loro voti, portati ai piedi del Trono in Parigi, e mediante un’aposita Nazional Deputazione, furono esauditi nell’Anno 1810. e per conseguenza il Mr Kraglievich ottenne il vagheggiato posto, in preferenza di qualche altro membro dottato di maggior meriti e fermezza nella nostra Religione.
Questo nuovo Prelato sotto il Reggime Francese continuò le sue funzioni con lodevole disimpegno, Zelo, ed attività, perchè conobbe essere quello il mezzo unico che gli conveniva per mantenersi nella carpita degnità a buona fede.
Ritornati di bel nuovo, per nostra felice ventura sudditi della Maestà Vostra il Mr Vescovo Kraglievich cambiò il sistema di vita Religiosa che gli si competeva, e formò il suo piano di dare un diverso pascolo alla sua Gregge, e per l’oggetto di proprio momentaneo interesse, e non giammai per acquistarsi un merito apresso L’Onnipotente — lontano da questi sentimenti; il suo piano non tende ad altro che ai premi, onde con questi sostenere i propri vizi, balli, musiche, accademie, ed altri illeciti divertimenti contrari al Religioso Carattere, ed a spalle dell’innocenza opressa, e tradita.
Nè questa condotta però del nostro Pastore, ne il piano da esso concepito ci rimoveranno giammai [507] dai principi della sana morale, giammai ci faranno abbandonare il culto dei nostri Padri. Fermi e costanti nella nostra Religione, siamo tutti risoluti di perdere le proprie sostanze, e vita, piutostochè a sofrire il minimo cambiamento dei Dogmi del nostro Rito.
Il proggetto meditato dal Vescovo Kraglievich, e da esso avanzato alla Maestà Vostra in data di Vienna 29. Novembre 1818. tende ad unire la nostra Madre Chiesa alla Cattolica Romana. Ma a che fine si fatto progetto? non siamo noi forse Cristiani, e dal Corpo di cinquanta e più Millioni di Anime in Europa, che professano la Religione Ortodoxa Greco-Orientale non unita? e per supremo Capo della medesima noi riconosciamo Giesù Cristo.
La nostra Santa Madre Chiesa era per diversi secoli unita colla Cattolica Romana, e potrà benissimo in avvenire senza ostacoli di conseguenze giubilare nel primitivo suo splendore; però quando saprà il volere d’onnipotente, e non giammai a capriccio di chi cura poco la nostra Religione.
Sacra Maestà il Popolo tutto e a piena cognizione del proggetto meditato dal Vescovo Kraglievich, il Popolo tutto è a giorno della corrispondenza da esso tenuta, onde operare la da lui vagheggiata riunione delle due Chiese; Ognuno sa ciò che fù da lui concertato in Vienna, perchè la riunione stessa avesse il suo effetto. Non v’è chi non ignori essere stati a tal fine destinati i rispettivi Religiosi stessi Precettori del Seminario Ecclesiastico in Sebenico. Tutti sano l’arrivo gia dalla Galizia delli medesimi quatro Religiosi di Rito Greco-unito al Cattolico Romano, e nissuno dubbita più, che si tenti dal medesimo di piantare le fondamenta di questa riunione.
E siccome si tratta di Religione, noi abbiamo fatto il nostro preciso dovere di comunicare con un circostanziato raporto a Sua Eccelenza il Metropolita de’ Stratimirovich Arci Vescovo in Carloviz, qual primario Capo Ecclesiastico della Nostra Religione nei Ces. Reg. stati Austriaci e precisamente in data 30. Aprile 1820. ad oggetto d’informare la Maestà Vostra della nostra critica situazione, sopra di cui —
Il prelodato supperior’ Ecclesiastico ci rispose, ed alquanto calmò i nostri Cuori con precise parole, che la Maestà Vostra non fà alcun proselita, e non vuole che fatti siano i proseliti, ed è la volontà del nostro Clementissimo Monarca, che ogni Religione abbia ad essere in alterabilmente rispetata e conservata.
Accertati da questi Paterni sentimenti mottivo per cui osiamo implorare la Maestà Vostra: estenda il suo benigno Ochio sopra un numeroso fedele Popolo che gemme, calma i loro aggitati Cuori, alontana da essi ogni pericolo di funeste conseguenze, esaudisca i voti dei Dalmati Slavo-Illirici nelle loro urgenti ricerche. cioè—
1.mo L’ammossione dal posto Vescovile Monsignor Benedetto Kraglievich, ch’egli occupa nella Provincia Dalmata, perchè egli non è Venedict detto Benedetto, ne pure Kraglievich, che porta seco il titolo | Figlio del Re | da esso inventato a Semlino nella sua disperata fuga della Serbia, poichè manca di tali documenti per sua giustificazione, e perchè ne lo rende indegno la sua condota sotto tutti i raporti, motivo per cui egli ha di gia, perduta l’universale stima e confidenza, e dietro gli suoi premeditati disegni promulgato dai Popoli il Lupo della propria Gregge.
2.do Il ricchiamo altrove dalla Dalmazia li rispetivi Precetori di Rito Greco-unito al Cattolico Romano stati destinati pel Seminario Ecclesiastico di Sebenico, e tale richiamo a fine di sgombrare dagll’animi nostri, quella inquietudine che ci cagiona la loro presenza, onde ristabilire frà di noi la svanita pace; motivo per cui prostrati ai Sacri piedi della Maestà Vostra imploriamo unanimi con quella voce, e precisi sentimenti, che giornalmente nel Divino Culto s’implora l’onnipotente. Salva, protega, custodisca, ed ebbi misericordia di noi. ed in oltre.
3.ro L’istituzione d’un nuovo Vescovo della nostra Religione e Nazione in surrogazione del Kraglievich, elegibile dal rispetivo Sinodo, e competente Consistoro, sotto le cure e dipendenza Ecclesiastica, del primario Capo Religioso della Nazione Illirica nel vasto Impero della Maestà Vostra. e finalmente —
[508]4.to La permanenza del Seminario Ecclesiastico in Sebenico, con rispetivi precetori della nostra Nazione e Religione, da essere questi proveduti dal Seminario di Carloviz nella Sirmia, necessarissimo pell’istruzione dei Nostri Figli di cui mancano affatto, e per tal oggetto ci fu accordato dal cessato Governo Francese, a spese errariali, e dalla Maestà Vostra placidato ai fedelissimi sudditi riccorenti sotto #19706. dell’Anno 1820: Venti. per rendersi pienamente felici.
Calmate o Sire con un benigno rescritto, l’inquietudine, e le aggitazioni di cui si trova opresso un numeroso Popolo legato alla Maestà Vostra coi più stretti vincoli di Suddita fedeltà. Fate, che i Dalmati Slavo-Illirici, abbiano a benedire la Vostra Sacra Mano, che avrà segnato coll’esaudimento de’ loro Voti, la loro pace, e la loro felicità.
Trieste 17. Marzo 1821. |
di Vostra Maestà umilissimo ubbidientissimo ed fedelissimo suddito Steffano Vuinovich g. Steffano Procuratore Generale |
(Sinopsis
A Sua Sacra Imperiale Reg.a Apostolica
Maestà umilissima Supplica di
Steffano Vuinovich
Procuratore Generale; ed incaricato dalla
Nazione Dalmata Slavo-Illirica di
Rito Greco-Orientale non unito
perchè siano esauditi gli entro fatti pattiti con alegati %)