SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO AMMINISTRATIVO
«MANUALE DI STILE»

Le Amministrazioni pubbliche non sanno comunicare neanche le buone notizie

di Michele A. Cortelazzo

Il signor Ferrari ha ricevuto dal Settore Edilizia Residenziale del suo Comune questa lettera:
In riferimento al verbale di assegnazione di un alloggio di E.R.P. in data 16.05.1999, considerate le motivazioni, si comunica che si è ritenuta giustificata la Sua richiesta di nuova convocazione per esperire una scelta alternativa di alloggio, risultando effettivamente minimo, rispetto ai parametri di legge, per il Suo nucleo familiare l’alloggio sito in via Milano 37/7 da noi proposto.
Si fa riserva di contattarLa per una nuova scelta di alloggio.
Il signor Ferrari dovrebbe essere contento. Ha ottenuto quello che voleva. Aveva chiesto un alloggio di proprietà comunale, il Comune gliene aveva assegnato uno, ma era troppo piccolo per la sua famiglia. Aveva protestato e adesso il Comune gli dà ragione.
Ma il signor Ferrari è davvero contento? No, o almeno non ancora. Non ha infatti capito di doverlo essere. Anzi non ha proprio capito che cosa gli succederà. Dovrà "esperire una scelta alternativa di alloggio". È qualcosa che fa male? Boh. Allora telefona all’Ufficio (però dopo aver sudato sette camicie, perché nella lettera non c’era nessun numero di telefono al quale chiedere informazioni) e solo in quel momento capisce che fra un po’ potrà scegliere una casa più adatta alle esigenze della sua famiglia.
Insomma, ha a che fare con un "Comune amico", un Comune che cerca di soddisfare le legittime esigenze dei suoi cittadini. Ma poi fa di tutto per farsi del male. Non è capace di dare chiaramente la buona notizia al cittadino; costringe il cittadino a perdere il suo tempo per telefonare e ricevere informazioni più chiare; costringe l’impiegato a perdere a sua volta del tempo, per spiegargli a voce quello che gli aveva già comunicato per scritto.
Ma allora, l’impiegato che ha scritto la lettera è un masochista che gode a ripetere la stessa cosa più volte? No. Si è accorto che la lettera che ha spedito al signor Ferrari non funzionava, ma nessuno gli ha insegnato a uscire dalle pessime abitudini linguistiche assunte in anni di lavoro nella amministrazione pubblica. E anche se gliele avessero insegnate, probabilmente non gli avrebbe dato il tempo di buttare a mare la lettera che nel suo ufficio si copia ogni volta e di riscriverla in modo più semplice, per esempio così:
La informiamo che Lei potrà scegliere un alloggio diverso da quello di via Milano 37/7, che Le è stato assegnato con verbale del 16 maggio 1999.
Abbiamo infatti accolto la Sua richiesta, in quanto l’alloggio da noi proposto risulta piccolo, rispetto ai parametri di legge, per il Suo nucleo familiare.
Le comunicheremo la data di convocazione per la nuova scelta dell’alloggio.
Tutto facile? Sì, ma ci vuole tempo, perché scrivere bene un testo non è una attività che si svolge in quattro e quattr’otto.

[«Guida agli Enti Locali», 11 dicembre 1999]



Home page
Indice degli articoli


ultima modifica 19/08/2002


Università degli Studi di Padova
1999-2002
A cura di Michele Cortelazzo
Dipartimento di Romanistica
cortmic@unipd.it