SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO AMMINISTRATIVO
«MANUALE DI STILE»

Le sigle

di Federica Pellegrino

I ritmi frenetici cui ci costringe la nostra società sembrano aver impresso un'accelerazione all'uso e all'abuso di sigle e abbreviazioni tanto nella comunicazione scritta come in quella orale. Parole limate, compresse, accorciate ai limiti del comprensibile, spuntano come funghi dopo le piogge di fine estate, e il fenomeno sembra non voler risparmiare nessun linguaggio, neanche quello burocratico.
Ce ne sono per tutti i gusti. Alcune sono di dominio pubblico, o perché appartengono alla sfera dei rapporti obbligati tra cittadino e istituzioni (I.N.P.S., S.S.N.), o perché una certa notorietà mediatica le ha rese dei ritornelli inconfondibili ("aut.min.ric." o "aut.min.conc."). Altre, invece, sono meno diffuse e obbligano chi le incontra a dare una sbirciatina al dizionario. Operazione, questa, che può riservare non poche sorprese.
Poniamo che un cittadino non sappia che cos'è un alloggio E.R.P. e decida di controllare la sigla nel dizionario. La troverà scritta solo senza i punti separatori e, pensando che si tratti della stessa cosa, leggerà la definizione. Ed ecco la sorpresa: ERP significa European Recovery Program o Piano Marshall, niente a che vedere con Edilizia Residenziale Pubblica.
Che dire invece della frase "Per eventuali chiarimenti può contattare la mia B.A."? Qui il dizionario fornisce varie alternative, da Belle Arti a British Airways, passando per la provincia di Bari, ma non c'è traccia della definizione adatta al caso specifico, che è Business Assistant.
Insomma, pare che i dizionari non siano sempre di aiuto quando si tratta di decodificare le sigle e le abbreviazioni correnti nel linguaggio amministrativo, o perché danno informazioni fuorvianti, o perché non ne danno affatto. Per esempio, che cos'è una "deliberazione di G.R.L." (letta in un manifesto del Comune di Milano)? Per quanto nota agli uffici pubblici lombardi, questa sigla dice poco o niente ai non addetti ai lavori e su di essa qualunque dizionario tace: suppongo che si riferisca alla Giunta Regionale della Lombardia.
Anche in questo campo, allora, è opportuno seguire alcune semplici regole in grado di garantire più chiarezza e trasparenza. Generalmente è consigliabile scrivere sempre per esteso le parole indicate dalle sigle e abbreviazioni del diritto e della burocrazia (per esempio, scrivere "legge" al posto di L., "articolo" al posto di art., "comma" al posto di c., "decreto legislativo" al posto di D.Lgs., "Unità Operativa" al posto di U.O.; ma anche "giorni" al posto di gg., "vostro" e "nostro" al posto di vs. e ns. eccetera). Se invece il ricorso alle sigle è inevitabile, bisogna ricordarsi di spiegarle nel testo. Pertanto, quando un'espressione che corrisponde a una sigla viene ripetuta più volte in uno stesso testo, la prima citazione viene fatta per esteso, seguita dalla sigla tra parentesi, mentre per le citazioni successive è sufficiente la sola sigla.
Per quanto riguarda le modalità di scrittura delle sigle non esistono regole precise. Nei testi se ne incontrano alcune scritte tutte in maiuscolo, con o senza i punti separatori (C.C.N.L. o CCNL), altre solo con la lettera iniziale maiuscola (Ccnl), altre ancora tutte in minuscolo (ccnl). La Guida alla redazione dei testi normativi, diffusa l'anno scorso da Palazzo Chigi con l'obiettivo di migliorare la qualità della normativa statale, suggerisce di scrivere le sigle tutte in maiuscolo e senza punti separatori, per agevolare la ricerca con strumenti informatici. In ogni caso, è opportuno che almeno all'interno di uno stesso testo si adotti sempre il medesimo criterio di scrittura.
Qualche parola, infine, sul modo in cui vanno lette le sigle. Per quelle italiane ci si dovrebbe attenere alle convenzioni fonetiche del nostro alfabeto, per cui b si legge "bi", c si legge "ci", i si legge "i" eccetera. Nell'era della globalizzazione forse solo un po' di sano campanilismo riuscirà a scoraggiare i seguaci dell'anglofonia imperante che leggono "bi-si-ai" l'italianissima Bci (Banca Commerciale Italiana).

[La confusione delle sigle, «Guida agli Enti Locali», 27 luglio 2002, p. 72]



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ultima modifica 19/08/2002


Università degli Studi di Padova
1999-2002
A cura di Michele Cortelazzo
Dipartimento di Romanistica
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