La cura dell'aspetto grafico è essenziale per
aiutare il lettore nella decodificazione di un
testo. Con questo, non mi riferisco solo alla
scelta di caratteri nitidi o alla presenza di ampi
margini e di un'adeguata interlinea che diano
respiro al testo; penso anche alla suddivisione
del testo in capoversi.
Il capoverso è una
parte di testo compresa tra due a capo. Può essere
segnalato in vari modi: da una riga bianca che
separa un capoverso dal precedente, o da un
piccolo rientro all'inizio del capoverso. In linea
di massima, un capoverso può essere lungo fino a
15-20 righe.
La suddivisione in capoversi è
essenziale per rendere manifesto al lettore il
progetto di testo attualizzato dallo scrivente.
Infatti, da una parte è un mezzo per segmentare il
testo in porzioni più piccole, omogenee dal punto
di vista tematico, in modo che la fruizione, e
quindi la comprensione, del testo possa avvenire
per tappe. Dall'altra, è un mezzo per raggruppare
le frasi in unità più ampie, per evitare
un'eccessiva frammentazione del testo e anche dei
suoi contenuti informativi. In questa rubrica
abbiamo già segnalato l'opportunità di inserire
una sola informazione in una frase; il capoverso
permette di dare una certa unità a più frasi che
contengono informazioni strettamente legate tra di
loro.
Spesso lo scrittore inesperto non
riconosce però l'importanza del capoverso, ne
sottovaluta il valore, che è quello di rendere
graficamente visibile la strutturazione del testo,
e giudica la suddivisione in capoversi un'inutile
pedanteria o un semplice accorgimento per rendere
più gradevole all'occhio la pagina.
Chi ha
compiti di scrittura nelle amministrazioni
pubbliche trova un altro ostacolo sulla strada di
una buona suddivisione del testo in capoversi: la
consuetudine con lo stile commatico tipico dei
testi normativi.
Nelle leggi e nei regolamenti
il capoverso costituisce il comma. Nei testi
normativi un comma è generalmente costituito da
una frase, spesso molto complessa; vi è, quindi,
una corrispondenza tra frase e capoverso, inusuale
negli altri testi.
Questa articolazione porta
alla formulazione di frasi lunghe e complesse (dal
codice civile: «Qualora l'immagine di una persona
o dei genitori, del coniuge o dei figli sia stata
esposta o pubblicata fuori dei casi in cui
l'esposizione o la pubblicazione è dalla legge
consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o
alla reputazione della persona stessa o dei detti
congiunti, l'autorità giudiziaria, su richiesta
dell'interessato, può disporre che cessi l'abuso,
salvo il risarcimento dei danni»).
Questa
articolazione non può essere riproposta nelle
comunicazioni ai cittadini: da una parte, un testo
suddiviso solamente in frasi risulterebbe
eccessivamente frazionato, dall'altra il lettore
sarebbe privato di un indispensabile aiuto per
ricostruire la gerarchia argomentativa del
testo.
La suddivisione in capoversi deve
rispecchiare l'articolazione tematica del testo,
riunendo nella stessa unità frasi che abbiano come
centro di interesse lo stesso argomento. Nel testo
che segue, le prime due frasi appaiono connesse
tra di loro e fanno parte, quindi, di un unico
capoverso; le altre due sono presentate, invece,
come contenenti argomenti caratterizzati da una
certa autonomia; a ognuna di esse viene riservato,
di conseguenza, un nuovo capoverso:
«Gli
studenti che pagano le tasse dopo le scadenze
indicate devono versare un contributo
supplementare di 20 euro per un ritardo fino a
quindici giorni e di 50 euro per un ritardo
maggiore di quindici giorni. Il contributo
supplementare verrà incluso automaticamente
nell'importo della rata successiva. Gli studenti
che pagano la prima rata oltre il 31 dicembre
vengono iscritti come fuori corso. Gli studenti
fuori corso non pagano il contributo
supplementare».
Naturalmente c'è un certo
margine di soggettività nell'individuare la
permanenza di un medesimo centro di interesse. Ma
di sicuro, all'interno di una stessa unità non ci
deve essere una forte discontinuità
tematica.
[Elogio del capoverso, «Guida agli Enti Locali», 15 febbraio 2003]