SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO AMMINISTRATIVO
«MANUALE DI STILE»

Punteggiatura: come far respirare la frase

di Federica Pellegrino

Ci si pensa poco, ma una delle forme in cui si manifesta l'ambiguità linguistica è anche il cattivo uso della punteggiatura.
Non si tratta di una questione formale: la punteggiatura ha una funzione sintattica, perché segnala al lettore i confini delle frasi e i rapporti che esistono all'interno di esse. A questo proposito, uno scrittore famoso ha detto: «La mia punteggiatura ha il ritmo delle sigarette: ogni boccata di fumo una virgola, ogni mozzicone un punto». E in effetti i segni di interpunzione conferiscono ritmo al discorso, perché hanno anche una funzione fonetica, quella cioè di segnalare le pause che il parlante effettua normalmente nel discorso orale. Ma chi non fuma o non sente il ritmo pulsargli nelle vene in che modo deve distribuire la punteggiatura in un testo? Come sempre, seguendo una serie di semplici regole.
Chi scrive ha a disposizione una gamma piuttosto vasta di segni di interpunzione. Il punto fermo, il punto e virgola e, in certi casi, i due punti indicano i confini delle frasi assertive. La virgola, invece, segnala il confine tra le proposizioni che costituiscono una frase. Funzioni specifiche, quindi, cui corrispondono posizioni precise all'interno dell'enunciato. E invece succede spesso che la punteggiatura venga presa sottogamba. È il caso di questo esempio, dove la virgola prima di «tra breve» cade in prossimità di una pausa forte e separa erroneamente due frasi autonome (la soluzione sarebbe stata l'inserimento di un punto fermo o di un punto e virgola): «Nel complesso di Santa Caterina si sono trasferiti la Presidenza della Facoltà di Scienze Statistiche, alcune aule e il Dipartimento di Scienze Statistiche (che hanno liberato, tra l'altro, l'onerosa locazione di Palazzo Zanin), tra breve il trasferimento sarà completato con il trasloco della Biblioteca di Facoltà».
Tra i segni di interpunzione la virgola è senza dubbio quello più frequente. In particolare, la virgola separa frasi che non sono sullo stesso piano, come le subordinate dalla reggente: «Al termine degli esami verrà affisso all'albo la graduatoria di merito, nella quale verrà specificato il risultato di ogni prova». Oppure separa le frasi coordinate in assenza di congiunzioni: «Gli importi vanno arrotondati per eccesso se la frazione decimale è uguale o superiore a 50 centesimi di euro, per difetto se è inferiore a questo limite».
La virgola, inoltre, isola gli incisi o le apposizioni, cioè quelle frasi o porzioni di frase che danno delle informazioni aggiuntive o integrative rispetto all'argomento centrale dell'enunciato: «Con la presente si comunica che, con delibera del Consiglio Comunale n. 23/1998, il Comune di Padova ha determinato di utilizzare la riserva di n. 28 alloggi prevista a favore dei cittadini extracomunitari».
Ancora, la virgola separa gli elementi che costituiscono un elenco: «La invitiamo a presentarsi allo stesso ufficio, portando con sé un documento d'identità, il codice fiscale e la lettera di assunzione».
Come si vede dall'esempio, l'ultimo elemento dell'elenco può essere introdotto dalla congiunzione «e» senza il bisogno della virgola.
È opportuno ricordare che in ogni frase esistono elementi linguistici che devono restare uniti, come il nome e il suo complemento di specificazione o come il soggetto, il predicato e i vari complementi. In nessun caso questi elementi devono essere separati da segni di interpunzione distribuiti un po' a casaccio, come il sale sull'insalata.
Sembra una cosa ovvia ma a leggere l'esempio che segue si osserva quanto può essere facile sbagliare: «Nel rendere noto che, ulteriori informazioni potranno essere richieste allo scrivente Settore, si coglie l'occasione di precisare che il congedo ordinario spetta in proporzione al servizio prestato durante l'anno solare nel quale cade la data di collocamento a riposo».
Qui la virgola posta tra «che» e «ulteriori informazioni» separa erroneamente proprio un verbo dal suo complemento oggetto.

[I segreti della punteggiatura, «Guida agli Enti Locali», 12 aprile 2003]



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ultima modifica 30/08/2004


Università degli Studi di Padova
1999-2004
A cura di Michele Cortelazzo
Dipartimento di Romanistica
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