SEMPLIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO AMMINISTRATIVO
«MANUALE DI STILE»

Punteggiatura: come dividere le frasi

di Federica Pellegrino

Nella storia della scrittura, che è storia della fissazione del linguaggio, la punteggiatura si è accollata la parte più difficile, quella di rendere l'emotività, la gestualità, la mimica e il colore della parola.
La difficoltà sta nel fatto che i segni di interpunzione sono in numero piuttosto limitato, non sufficienti a riprodurre tutte le sfumature possibili nella comunicazione orale: ciascuno di essi, quindi, dovrà necessariamente servire a più di uno scopo.
Numerosi sono ad esempio gli scopi cui assolve la virgola, segno di interpunzione che segnala una pausa debole. Ma della sua funzione ne abbiamo già ampiamente parlato (su Guida agli Enti Locali del 12 aprile 2003 n. 14).
Vediamo ora i segni di interpunzione che corrispondono a pause forti e indicano i confini delle frasi: il punto fermo, il punto e virgola e, in certi casi, i due punti.
Il punto fermo corrisponde a una pausa forte e serve a isolare una frase che abbia un senso compiuto: «Il canone annuo dovrà essere versato in due rate anticipate. A garanzia degli obblighi assunti, il concessionario presenterà una fideiussione bancaria o assicurativa pari a tre mensilità. Tutte le spese relative alla stipula dell'atto saranno a carico del concessionario».
Il punto e virgola, invece, corrisponde a una pausa di intensità intermedia rispetto al punto e alla virgola.
In generale, si usa per separare due frasi provviste di un senso compiuto ma con un forte legame logico o semantico: «Farà fede il timbro d'arrivo posto dall'Ufficio centralino del Comune di Imola; resta inteso che il recapito del piego rimane a esclusivo rischio del mittente».
I due punti sono gli addetti alle pubbliche relazioni del discorso scritto: hanno soprattutto la funzione di introdurre o presentare qualcosa.
Sono usati per introdurre una citazione (in questo caso sono sempre accompagnati dalle virgolette): «Il Collegio medico interno dell'Ospedale militare di medicina legale di Roma ha visitato la signora Molinari il 16 marzo 1998 e ha definito la sua malattia: “sindrome del tunnel carpale bilaterale”», un discorso diretto o un elenco: «Si precisa che ai fini della determinazione del dato in esame va considerato l'ammontare delle spese sostenute nell'anno per: servizi telefonici compresi quelli accessori, consumi di energia elettrica, carburanti, lubrificanti e simili utilizzati esclusivamente per la trazione di autoveicoli».
I due punti sono un segno di interpunzione molto espressivo perché, oltre a segnalare una pausa, mettono in evidenza una certa parte del discorso, attribuendole un rilievo particolare.
Questo è vero, in particolare, quando i due punti vengono usati per introdurre una frase autonoma che spieghi il contenuto della frase precedente.
In questo caso hanno un ruolo di segno di interpunzione forte analogo a quello rivestito dal punto fermo e dal punto e virgola, ma in più segnalano che la nuova frase ha una funzione esplicativa rispetto alla frase che termina con i due punti: «Le strutture hanno richiesto complessivamente oltre 67.000 ore, a fronte di una disponibilità di 45.600 ore: le richieste superano dunque di oltre il 30% la disponibilità».
Sono segni di punteggiatura obbligatori anche il punto interrogativo e il punto esclamativo, che indicano il valore da attribuire al contenuto delle frasi: non asserzioni ma, rispettivamente, domande ed esclamazioni od ordini.
Qualche parola, infine, sui segni di inserzione: virgolette, lineette e parentesi.
Le virgolette segnalano l'inizio e la fine di una citazione o di un discorso diretto e sono precedute dai due punti.
Le lineette si usano in alternativa alle virgolette, per introdurre e chiudere il discorso diretto, ma non le citazioni. Inoltre, possono essere usate per isolare un inciso e in questo caso rappresentano una pausa di intensità intermedia.
Le parentesi, infine, isolano gli incisi oppure quegli elementi del testo che apportano informazioni supplementari, ma non sono essenziali per la coerenza del discorso.

[I confini della frase, «Guida agli Enti Locali», 17 maggio 2003]



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ultima modifica 30/08/2004


Università degli Studi di Padova
1999-2004
A cura di Michele Cortelazzo
Dipartimento di Romanistica
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