. Patrizia
Zambon Scrittrici: Scrittori, saggi di
letteratura contemporanea Padova Il Poligrafo Pagine: 246 Collana: «Il Testo e le
Forme», 4 Anno: 2011 ISBN 978-88-7115-720-7 Scrittrici: Scrittori Saggi di letteratura contemporanea È
un’appassionante questione quella della relazione che sussiste
tra la parola letteraria e il genere dell’autore che la
costruisce, genera repulsioni
determinate, come quella celebre di Elsa Morante («Secondo me, in
tutto il
mondo, ancora oggi, esiste una specie di razzismo,
evidente o larvato, nei riguardi delle donne [...]. Basterebbe la distinzione –
che ancora oggi si usa fare dovunque – fra scrittori
e scrittrici: come se le categorie
culturali fossero determinate dalle categorie fisiologiche...»); o adesioni
altrettanto determinate, come possono sufficientemente documentare le numerose
collane editoriali che in Italia, in Europa, al di là dell’Atlantico, si
compongono per intero e in esclusione solo di titoli d’autrice.
Non capita mai, tuttavia, di sentir dibattere di una letteratura al maschile. Qui si intende condividere la prassi, e non parlare di conseguenza di una letteratura al femminile. La letteratura è letteratura, sono i suoi statuti retorici a individuarla, le ragioni epistemologiche, le appartenenze storiche – anche quelle interne esplicitamente di storia letteraria, sta nella sua metaforicità ermeneutica, nelle sue valenze d’estetica. Non è un’entità disincarnata, però. Anche solo ad andare alle memorie di scuola, sappiamo che non si leggono i canti di Cacciaguida prescindendo dall’esilio - salato - di Dante, non hanno comprensione le vaghe stelle dell’Orsa annullando l’età trascorsa del pur ancor giovane uomo che torna a rimirarle - ed è giusto così. Eppure, a pensarci bene la condizione di esiliato, l’età anagrafica, sono elementi accessori se confrontati con quell’elemento costituivo che è l’identità di genere – davvero questa è meno influente nel generare la parola letteraria? La realtà è che una produzione letteraria di mano d’autrice percorre tutta intera la storia della letteratura italiana, così significativa e rilevante da rendere davvero inadeguate le storie letterarie che lo ignorano. Inadeguate non solo perché provviste di importanti lacune (delle lacune sono inevitabili in ogni lavoro storiografico, certo, ma in quest’ambito di norma sono davvero eccessive), ma soprattutto perché il risultato di queste assenze è quello di averci consegnato una storia letteraria monologante, ad una voce sola: alta, autorevole, a volte davvero straordinaria, ma sempre necessariamente, costituzionalmente dimidiata: metà. È impossibile che la letteratura sia voce dell’identità umana senza l’altra metà. Questo libro ritiene che l’attività di scrittura della storia letteraria debba assumere il tema delle due voci, inglobare il concetto di relazione e dialogo, esplicitare il fatto che l’unità è data dalla somma, non dall’assorbimento, delle due individualità di genere. E propone in questa prospettiva un percorso di letture nella letteratura italiana moderna e contemporanea, con un itinerario in attraversamento, e per esempi: dalla significatività civile della letteratura delle scrittrici dell’Ottocento romantico e risorgimentale, alla significatività del tema del tempo nelle pagine di due scrittori di intenso novecentismo come Paola Drigo e Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a confronto.
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Università degli Studi di Padova | a cura di Patrizia
Zambon DiSLL patrizia.zambon@unipd.it |
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