O divadle

(1986-1990)

[ARCHIVIO]

Scheda informativa

Si tratta di un almanacco samizdat pubblicato in modo irregolare che si occupava soprattutto del teatro ceco contemporaneo. L’almanacco O divadle era diretto da Karel Kraus e i membri del gruppo redazionale erano Sergej Machonin, František Pavlíček e, a partire dal numero 2, anche Přemysl Rut; segretaria di redazione era invece Anna Freimanová e la redattrice linguistica Eva Lorencová. Tuttavia al lavoro redazionale hanno partecipato in modo significativo anche i membri del consiglio redazionale, il cui direttore era Václav Havel e al cui interno operavano anche Věra Dvořáková, Vlasta Chramostová, Josef Topol e Milan Uhde. Alla preparazione organizzativa e alla creazione dell’almanacco hanno però collaborato soprattutto gli artefici della sua fondazione, Olga Havlová e Zdeněk Urbánek; con la redazione cooperavano occasionalmente altre personalità, tra le quali il regista Luboš Pistorius. Ha svolto un ruolo di primo piano per il sostentamento economico dell’almanacco la fondazione “Nadace Charty 77”, costituita a Stoccolma verso la fine del 1978 da František Janouch.

Così come tentavano di fare alcuni samizdat o “quasi samizdat” della seconda metà degli anni Ottanta, anche l’almanacco O divadle cercava di oltrepassare il confine esistente tra cultura ufficiale e mondo del dissenso: nelle sue pagine gli scrittori discutevano spesso dei problemi relativi alla cultura teatrale “pubblica” e ciò avveniva usando degli pseudonimi, soprattutto nei primi anni. Nonostante i limiti che incontrava la diffusione dei samizdat, l’almanacco O divadle veniva comunque redatto in maniera rigorosa, e sebbene fosse incentrato su una specifica tematica specialistica e avesse ampie dimensioni (cosa che riduceva il numero di copie possibili), il periodico O divadle apparteneva ai periodici culturali samizdat più diffusi (di alcuni numeri venne prodotta anche una “seconda edizione”). L’almanacco O divadle è nato nel periodo in cui non esistevano altre riviste specializzate in materia teatrale (con l’eccezione di Dramatické umení, l’almanacco dell’associazione “Svaz českých dramatických umělců”) e rappresentò negli ultimi anni della normalizzazione una delle poche tribune della pubblicistica teatrale indipendente. All’interno del consiglio redazionale prese vita nella primavera 1989 la cosiddetta “Petice kulturních pracovníků”, petizione che venne sottoscritta per chiedere lo scarceramento di Václav Havel e che dette inizio a quella serie di avvenimenti che portarono poi alla caduta del regime comunista in Cecoslovacchia.

L’almanacco O divadle presentava una struttura di rubriche fissa. I singoli volumi venivano aperti da un saggio introduttivo (scritto da varie personalità, tra cui Ladislav Hejdánek, Otomar Krejča, Jolana Poláková /con lo pseudonimo di Věra Svobodová/ e Helena Webrová /con lo pseudonimo di Marie Vrbová/) e dalla rubrica K úvaze, che presentava sempre alcuni saggi incentrati su un tema ben preciso: nel numero 2 questo tema era il dramma ceco originario, mentre nel numero 3 i cosiddetti piccoli teatri. Sulla produzione drammatica ceca iniziale era incentrata la rubrica Nová ceská hra, che analizzava i testi e le sceneggiature delle opere di Daniela Fischerová (Luboš Pistorius nei numeri 2 e 3), Václav Havel, Josef Topol e Milan Uhde. Gli studi e le recensioni delle sceneggiature presentate nei palcoscenici nazionali furono inseriti nella rubrica Co a jak v divadlech, mentre le recensioni di letteratura specializzata furono presentate nella rubrica Co a jak o divadle; diversi altri articoli occasionali comparvero nella rubrica Souvislosti-portréty-připomenutí (dei blocchi più ampi furono dedicati ad Alfred Radok e a Zdeněk Urbánek). In queste rubriche scrivevano varie personalità, tra le quali Jindřich Černý (pseudonimo Vilém Pojkar), Anna Freimanová (pseudonimo Hana Borková), Václav Havel, Václav Königsmark (pseudonimo Hynek Rýdl), Karel Král (pseudonimi Jiří Klos e Karel Lukáš), Jiří Kratochvil, Karel Kraus, Otomar Krejča jr. (pseudonimo František Kryštof), Sergej Machonin, Barbara Mazáčová (pseudonimo Anna Jilská), František Pavlíček, Otakar Roubínek (pseudonimo Antonín Kropáček), Přemysl Rut, Jitka Sloupová (pseudonimo Květa Sedláková), Eva Šormová (pseudonimo Jaroslava Davidová), Milan Uhde, Zdeněk Urbánek e Vojtěch Vacke (pseudonimo Vacláv Benedikt). La redazione organizzò in tutto tre forum di discussione, ai quali presero parte drammaturghi, direttori artistici e pubblicisti (nel numero 5 parteciparono, accanto agli autori vietati, anche alcuni autori che pubblicavano ufficialmente, tra i quali Arnošt Goldflam, Michal Lázňovský, Bohumil Nekolný, Petr Oslzlý, Karel Steigerwald). Sull’almanacco apparvero anche interviste di Vlasta Chramostová, Ilja Racek e Jiří Suchý, ma anche del drammaturgo Harold Pinter e del prosatore Arvo Valton. Al teatro internazionale e alla teoria teatrale erano dedicate le rubriche Divadlo za humny e Přeložili jsme si (tra le traduzioni vanno ricordati almeno i testi di José Ortega y Gasset, Paul Ricoeur e Daniele Sallenave; fuori dalla rubrica venne invece inserito uno studio critico di Věra Dvořáková sulla traduzione di Patrik Ouředník dell’opera di Beckett “Čekání na Godota”, seguita dai commenti di Patrik Ouředník e Václav Jamek); contributi meno ampi comparvero invece nelle rubriche Filipika (tra i quali Karel Pecka) e Fejeton (nel numero 2 si trova una rubrica dedicata ai ricordi di Ludvík Aškenazy). Nell’almanacco O divadle gli scrittori Vlasta Chramostová e Sergej Machonin pubblicarono alcuni brani delle loro memorie, pubblicate poi in forma integrale successivamente. Testi polemici furono invece pubblicati da Josef Kovalčuk e Jiří Suchý. Una sezione fondamentale dell’almanacco O divadle fu la rubrica Pro archiv, che riportava generalmente un elenco delle regie (O. Krejča, A. Radok), dei ruoli (Pavel Landovský, Marie Tomášová, Jan Tříska), delle opere e delle loro sceneggiature teatrali, radiofoniche e televisive (Ludvík Aškenazy, Václav Havel, Pavel Kohout, Milan Uhde), ed eventualmente anche la bibliografia (Sergej Machonin, Josef Šafařík, Zdeněk Urbánek) e l’elenco del repertorio (Divadlo Na zábradlí). Una selezione di testi tratti dai volumi samizdat uscì nel 1990 presso la casa editrice Lidové noviny con il nome O divadle 1, che doveva essere il primo volume redatto da un consiglio redazionale rinnovato.


[M. Přibáň, “O divadle”, Slovník české literatury po roce 1945, <http://www.slovnikceskeliteratury.cz/showContent.jsp?docId=169&hl=O+DIVADLE+>]

Traduzione a cura di Stefania Mella