Prostor

(dal 1982)

[ARCHIVIO]

Scheda informativa

Si tratta di una rivista samizdat di carattere socio-culturale che presentava all’inizio una struttura di rubriche simile a quella della rivista Svědectví. La rivista Prostor è stata fondata nel giugno 1982 da Aleš Lederer e inizialmente era stata concepita come un trimestrale, anche se poi è spesso uscita in modo irregolare (complessivamente uscirono 12 numeri samizdat). Per mascherare l’iniziativa veniva indicato come luogo di pubblicazione la città di Hradec Králové, anche se in realtà la rivista usciva a Praga. Tra i fondatori del gruppo troviamo, accanto a Aleš Lederer, anche Jiří Hapala, Ivo Kačaba, Jan Štern e Jan Vávra; altri collaboratori sono stati Jiří Novotný, Petr Pithart, Jiří Sirotek e Rudolf Starý. Per motivi di segretezza nei confronti del regime totalitario i membri della redazione, come pure i collaboratori, sono stati presentati sotto degli pseudonimi per tutto il periodo di esistenza della rivista in forma di samizdat (il caporedattore era ad esempio Lomikar Drábek, il redattore responsabile Eduard Pohrobek – poi dal n. 4 Mstirad Pohrobek – e il vice caporedattore Petr Snaživý; Aleš Lederer pubblicava invece sotto lo pseudonimo di Josef Horváth, Jan Štern compariva come Jiří Boleslav, Jan Vávra come Hugo Pludek e Kryštof Pochybný, etc.). Dal 1990 Prostor ha cominciato a essere pubblicata regolarmente, anche se nel 1994 la pubblicazione si è interrotta a causa di problemi finanziari ed è ripresa soltanto nel settembre 1996 (con il numero 31). Prostor ha cominciato a uscire come periodico ufficiale con un numero speciale contenente l’edizione completa dei numeri samizdat 11 e 12. Anche in questo periodo alla guida della rivista si trovava Aleš Lederer (l’editore era la sua casa editrice Prostor); nella redazione hanno poi lavorato anche Milan Hanuš, Josef Kroutvor, Stanislava Přádná, Rudolf Starý, Jan Vávra. Dal numero 22 (dicembre 1992) il caporedattore è divenuto Rudolf Starý e il redattore esecutivo Milan Hanuš e dal numero 23 la rivista ha avuto un sostanziale ampliamento del circolo redazionale. Dal numero 31 il redattore è diventato Milan Hanuš (che a partire dal numero 37 è divenuto caporedattore), nei numeri 63/64-65/66 viene presentato come assistente redazionale Tomáš Koloc e nei numeri 72-75 e di nuovo nei numeri 79-83 viene presentata come redattrice Zdena Mejzlíková. Dal numero 41 la rivista è stata edita dallo Sdružení pro vydávání revue Prostor.

La rivista Prostor ha subito vari cambiamenti e modifiche strutturali, tuttavia da parecchio tempo mantiene una struttura ben precisa. Dapprima all’interno della rivista dominava soprattutto la pubblicistica incentrata su una radicale critica della linea politica del partito comunista e della situazione in cui si trovava la società durante il periodo della normalizzazione. Nel programma della rivista i suoi autori misero in risalto “la rinascita della nostra società che si raggiunge grazie a una continua affermazione del dialogo sociale”. Dopo un inizio non troppo definito in cui si faceva appello alla “difesa della libertà, umanità e verità” per poter creare le condizioni necessarie per una “vita autonoma” e per la “tutela dello spazio vitale”, la rivista ha definito in seguito i suoi tratti caratteristici, basati su un mix ideologico di conservatorismo e liberalismo, su un forte impegno intellettuale da parte degli autori e sullo stile saggistico dei suoi scritti. Queste tendenze si rafforzeranno in modo ancora più evidente dopo il 1990. A partire dal numero 13 lo sforzo caratteristico di Prostor è stato quello di dar spazio a discussioni incentrate sulla forma della democrazia che si stava sviluppando e sul ruolo degli intellettuali nel nuovo stato. L’attenzione degli autori non è stata però indirizzata solo alla realtà ceca ma anche alla scena politica internazionale. Quei collaboratori radicali, nati per lo più tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta e che – tranne qualche rara eccezione – operavano anche nel periodo del samizdat nelle strutture ufficiali, hanno inserito la tematica del dialogo ideologico e dell’auto-riflessione generazionale (si veda la discussione generazionale nei numeri 13, 14 e 18) e all’inizio hanno mostrato anche una predilezione per le mistificazioni umoristiche. La maggior parte degli autori più radicali, dal momento che la loro cerchia si stava gradualmente diversificando, scriveva in tutte le rubriche della rivista. Negli studi pubblicati c’è una percepibile consapevolezza dei valori tradizionali; le tematiche affrontate sono del resto affrontate in un modo provocatorio o persino controverso. Gli studi politologici e sociologici sono rivolti soprattutto ai problemi del funzionamento dello stato democratico e della società; l’interesse per la riflessione sul periodo e sul luogo nel quale si vive si è pian piano affievolito e sono comparsi studi basati sulla psichiatria e psicologia junghiana, sull’astro-psicologia, sull’esoterismo e sullo spiritualismo moderno. Tra i contributi più importanti che hanno caratterizzato la matrice della rivista degli anni Novanta vanno ricordati gli studi di Zdeněk Neubauer (come “Mythus” nel numero 15) e i testi di Vilém Flusser. Nei numeri successivi le problematiche relative alla situazione spirituale dell’umanità e a più ampie coordinate socioculturali e filosofiche dell’oggi vengono affrontate nei testi di Bohuslav Blažek, pseudonimo Blumfeld S. M. (ad esempio “Mandala postmoderního vědomí” nel numero 39/40); contribuirono inoltre a delineare il contenuto ideologico della rivista anche i testi di Stanislav Komárek, Šimona Löwensteinová, Zdena Mejzlíková e tanti altri. Dopo il 2000 la rivista presta particolare attenzione alle questioni relative all’integrazione europea. Alle discussioni e alle polemiche relative a questo tema presero parte, soprattutto nei numeri 43/44-55/56, personalità come Rudolf Kučera, Šimona Löwensteinová, Aleš Novotný, Petr Pithart, Petr Robejšek e Jacques Rupnik. Le principali rubriche della rivista cominciarono a profilarsi già nel periodo del samizdat. Tra le più significative troviamo Poznámky (chiamata in seguito Poznámky a komentáře) e Názor (dal 1996) con reazioni sugli avvenimenti sociali e politici, più tardi legate alla tematica principale del numero (tra i principali autori si possono nominare Milan Drápala, Josef Forbelský, Alena Hromádková, Petr Chudožilov, Milan Churaň, Michal Janata, Jiří Jirásek, Jan Jůn, Tomáš Kafka, Stanislav Komárek, Romana Křenková Pavrovská, Vladimír Kučera, Eduard Martin, Aleš Novotný, Martin Pokorný, Radim Seltenreich, Jiří Sirotek, Rudolf Starý, Anna Strunecká, Richard Štencl, Ota Ulč, Vít Urban, Jan Vávra e altri). Un carattere fortemente polemico emerge anche nei testi presenti nella rubrica Stati a uvahy, eventualmente Esej (tra i vari autori ricordiamo Ludvík Bass, Blumfeld S. M. , Václav Cílek, Roman Erben, Alan Guggenbühl, Josef Herčík, Roman Joch, Stanislav Komárek, Miroslav Král, Zdeněk Neubauer, Ivan Štern, Jan Štern e altri). Nella rubrica Myšlenkové proudy XX. století, in seguito chiamata Myšlenkové proudy, vennero presentate personalità come Jean Baudrillard, Pierre Bourdieu, Pascal Bruckner, Albert Camus, Viktor E. Frankl, Wolfgang Giegerich, Martin Heidegger, Carl Gustav Jung, Ernst Jünger, Gilles Lipovetsky, Erich Neumann, Richard Rorty, Roger Scruton, Annick de Souzenelle, Paul Tillich, Luigi Zoja e altri. Le riflessioni degli autori cechi e stranieri venivano di solito inserite nella rubrica Přednáška. La rubrica Náš rozhovor compare con regolarità (con i contributi di Blumfeld S. M., Vojtěch Cepel, Paulo Coelho, Jiří Gruntorád, Daniela Hodrová, Eva Kantůrková, Jiří Kuběna, Emanul Mandler, Jan Sokol, Josef Škvorecký, Richard Tarnas, John Updik e altri). I contributi più provocatori e le discussioni di gruppo che riflettono i fatti e i fenomeni sia cechi che mondiali così come le varie correnti ideologiche venivano solitamente inseriti nella rubrica Diskuse e Polemika, mentre le repliche alle questioni sollevate venivano inserite nella rubrica Konfrontace. Nei numeri 11-15 uscì a puntate il “Dizionario del pensiero politico” di Roger Scruton e il titolo della rubrica (Slovník) rimase invariato anche nei numeri successivi. Contribuiscono inoltre a definire il profilo della rivista le rubriche Dokumenty, Příběhy, Reportáž, Fejeton, Anketa, Výročí, Dopisy, nonché le opinioni e le polemiche espresse nella rubrica Excerpta, orientata alla tradizione del pensiero politico e filosofico. Negli anni Novanta (fino al 1996) scriveva regolarmente nella rubrica Appendix astropsychologica Rudolf Starý; dal 2000 hanno cominciato poi a prevalere gli interventi dell’astro-psicologa Soňa Králová. Nei numeri 2/3-10 compariva con una certa irregolarità la rubrica Literatura, dove all’inizio venivano presentati i testi poetici e prosaici della cultura samizdat e dell’esilio. La narrativa comunque ha continuato a essere pubblicata anche in seguito – si vedano in particolare i testi di Zdena Bratršovská e František Hrdlička, Josef Kroutvor, Teofil B. Kulka, Eduard Martin, Lubomír Martínek, Věroslav Mertl, Jan Vávra e altri. Parallelamente furono pubblicati anche studi più ampi di carattere critico e letterario scientifico (Jaroslav Petrtýl: “Jiří Gruša provocatorio” – numero 2/3; Günther Anders su Franz Kafka – numero 5, Jiří Cieslar su Jan Hanč – numero 24). Attraverso i contributi di Jiří Sirotek (“L’insostenibile Milan Kundera” – numero 11) la rivista prese parte anche alle polemiche nate intorno ai romanzi di Milan Kundera. I saggi di autori cechi e stranieri non ancora famosi vengono presentati nelle rubriche Povídka (o Román) e Kultura (o Poezie). Questa rubrica contiene inoltre contributi relativi ad anniversari culturali, a interviste, a resoconti di libri (Václav Cílek, Aleš Knapp, Tomáš Koloc, Jan Lukavec, Milena M. Marešová, Jiří Sirotek), al teatro (Daniela Fischerová, Vladimír Just, Jan Kerbr, Michal Lázňovský), all’arte figurativa (Jiří Jirásek, Josef Kroutvor, Nikolaj Savický junior), alla cinematografia (Milan Hanuš, Zdena Mejzlíková, Stanislava Přádná, Rudolf Starý), alla musica (Pavel Klusák, Drahomíra Pithartová) e di rado anche all’architettura.

Prostor ha il carattere di un periodico aperto e libero dal punto di vista ideologico, ma tuttavia pone un maggior accento sulla tradizione culturale. Dal numero 20 i singoli numeri sono incentrati su un’unica tematica dominante che si rispecchia anche nelle numerose rubriche: “Il mondo delle donna” – numero 20; “La nobiltà e il suo rapporto con l’attualità” – numero 21; “Praga” – numero 22; “La nazione e la statalità” – numero 23; “La letteratura diaristica” – numero 24; “I media” – numero 32; “I conti con il passato” – numero 33; “I rapporti con il partner” – numero 34; “I cechi e gli austriaci” – numero 35; “La misura della normalità” – numero 37; “L’espulsione”– numero 38; “La vita spirituale nei tempi presenti” – numero 39/40; “L’americanizzazione come appello” – numero 41; “L’era del divertimento” – numero 42; “La ricerca di un’Europa comune” – numero 43/44; “Gli uomini sotto minaccia” – numero 45/46; “Praga nei tempi che cambiano” – numero 47/48; “La legge, il potere e gli scandali” – numero 49/50; “Il destino nuovamente in scena” – numero 51/52; “La civilizzazione di internet dopo la batosta” – numero 52; “La democrazia è minacciata: c’è forte bisogno di apportare dei cambiamenti?” – numero 53; “L’accelerazione della vita: rimane ancora del tempo?” – numero 54; “Gli esseri attorno a noi e in noi: Chi diverrà presidente?” – numero 55-56; “Perché non nascono i nuovi Hlávkovi? I mecenati al tempo del business” – numero 57; “E’ nato un modo nuovo di guardare la salute e la malattia?” – numero 58/59; “Arriva il periodo dell’acquario? La ricerca di una nuova spiritualità” – numero 60; “I cechi, i britannici e l’Europa” – numero 61/62; “L’anima e il mondo nei film” – numero 63/64; “La creazione contro l’evoluzione” – numero 65/66; “L’ispirazione svizzera, i cechi e l’Europa” – numero 67/68; “Dobbiamo temere l’Islam? L’occidente e l’Islam” – numero 69/70; “Procedi verso la distanza?” – numero 71; “Le assurdità e il paradosso della vita contemporanea” – numero 72; “I contrasti multiculturali. L’esperimento canadese. I cechi e il mondo” – numero 73/74; “Leggende, miti ed eresie nella storia ceca” – numero 75; “Sulla trascrizione della storia europea” – numero 76; “La Cina – la superpotenza del terzo millennio?” – numero 77/78; “L’esplosione della bomba informatica. E ora che succederà?” – numero 79; “La polemica sul valore europeo – il segreto del futuro comune” – numero 80; “I formatori dei ponti spirituali. Viviamo un periodo di cambiamenti?” – numero 81/82; “La stigmate della normalizzazione in noi” – numero 83; “La Polonia è lontana o vicina?” – numero 84.

Soprattutto gli ultimi numeri sono caratterizzati dallo sforzo di sviluppare anche questioni politiche ed economiche in un’ottica più ampia. Le opinioni, le esposizioni, le riflessioni e le polemiche sono inserite nel contesto della storia, della politologia, della psicologia, della sociologia e della filosofia; sono tratteggiate quelle questioni etiche di più ampio respiro. Un tratto caratteristico della rivista è al contempo anche la mole di testi tradotti, grazie ai quali la rivista situa le tematiche scelte nel contesto dell’ambiente ideologico euroamericano (più raramente compare qualche testo del pensiero orientale). Questo approccio di Prostor è confermato anche dal fatto che spesso su questa rivista pubblicano autori cechi che vivono da molto all’estero (come gli scrittori Roman Erben, Jiří Gruša, Petr Chudožilov, Lubomír Martínek; i pubblicisti Jan Jůn, Šimona Löwensteinová, Dagmar Vaněčková, Jarmila Wunderlin-Taliánová; il matematico, fisico e saggista Ludvík Bass e altri). A questa rivista è legata l’omonima casa editrice nella quale negli anni 1987-88 uscirono 5 volumi (tra i quali i testi Bohumil Hrabal, Josef Kroutvor e Milan Kundera). La sua continuazione diretta è rappresentata dalla casa editrice Prostor, fondata nel 1990 e tutt’ora attiva. Per qualche tempo nel 1992 Aleš Lederer ha pubblicato anche l’omonimo quotidiano. Dal 1999, da quando cioè la rivista Prostor è stata pubblicata dallo Sdružení pro vydávání revue Prostor, vengono organizzate delle presentazioni e discussioni pubbliche per determinati numeri e tematiche. Per il venticinquesimo anniversario della fondazione della rivista (2007) è stata organizzata una mostra al Klementinum ed è stata pubblicata una raccolta dal titolo Revue Prostor. 25 let.


[M. Přibáň, “Prostor”, Slovník české literatury po roce 1945, <http://www.slovnikceskeliteratury.cz/showContent.jsp?docId=124&hl=Kritick%C3%BD+sborn%C3%ADk+>]

Traduzione a cura di Stefania Mella