Střední Evropa

(1984-1989)

Scheda informativa

Si tratta di una rivista dedicata alla storia e alla cultura dell’Europa centrale pubblicata a Praga a partire dal 1984 da un gruppo editoriale anonimo. Il numero 1/1984 della rivista è uscito con il sottotitolo “Sborník na dané téma” [“Almanacco sul tema in questione”] ed è nato sulla base della polemica sviluppatasi attorno al documento 11/84 di Charta 77 “Právo na dějiny” [“Diritto alla storia”]. I contrasti redazionali che si sono avuti durante la pubblicazione di questo primo numero e dovuti alla presenza di tale documento hanno determinato la comparsa di un altro numero, il [lA]/84, che presentava lo stesso contenuto del numero 1/1984, ad eccezione del documento di Charta 77 sopraccitato, che era stato rimosso. Střední Evropa aveva rapporti particolarmente stretti con il mensile britannico The Salisbury Review di Roger Scruton e con la rivista francese Ésprit; più tardi ha cominciato a collaborare anche con molti intellettuali cechi in esilio e con la rivista Bohemia pubblicata nella Repubblica federale tedesca. In patria ha invece cooperato soprattutto con l’omonima rivista pubblicata a Brno dal 1988. Střední Evropa veniva distribuita in Boemia e in Moravia, usciva in formato A4 in una tiratura di 200 copie, veniva stampata su carta velina (dal numero 10/1988 veniva utilizzata la fotocopiatrice xerox) e rilegata in copertina semirigida, e presentava un numero di pagine che oscillava tra le 76 e le 206; veniva pubblicata da una a tre volte all’anno e in totale sono apparsi 11 numeri.

La rivista Střední Evropa pubblicava saggi, studi, commenti, polemiche, recensioni, critiche, documenti e interviste; presentava rubriche combinate liberamente, come ad esempio “Úvodní poznámka”, “Recenze, komentáře, glosy”, “Recenze, diskuse, polemiky”, “Rozhovory”, “Zecher (židovská problematika)”, “Dokumenty”, “Reakce”, “Příloha”, “Rehabilitace Jana Husa?”, “K české šlechtě”, “Současné polské myšlení” e “Jugoslávské cesty”. La rivista si riprometteva di rianalizzare gli avvenimenti storici a partire dalla nascita della Prima repubblica e intendeva fornire una nuova prospettiva dei singoli popoli, limitando l’accento dato alla cornice degli stati nazionali, sottolineando invece il principio di tolleranza e problematizzando certi miti e schemi tradizionali. La rivista si occupava di varie tematiche riguardanti l’Europa centrale, soprattutto di carattere storico: tra le varie discussioni e polemiche va ricordata in primo luogo quella già citata legata al documento 11/84 di Charta 77 “Právo na dějiny”. E’ stata poi affrontata la questione del significato della storia ceca (da intellettuali come Josef Pekař, R. Malý e J. Vrána), sono state sviluppate articolate concezioni che miravano a ricollocare i cechi nel contesto dell’Europa centrale, è stata ripensata la questione dei Sudeti, il rapporto tra i cechi e i tedeschi e il ruolo degli altri popoli in Europa centrale, come ad esempio quelli della Jugoslavia e gli ungheresi, oppure delle minoranze in Cecoslovacchia; inoltre sono stati pubblicati ritratti di personalità oramai dimenticate delle storia ceca, è stata delineata la storia degli Asburgo (ricordiamo il saggio di Adam Wandruszka intitolato “Habsburský dům”) e sono state pubblicate reazioni a importanti testi legati alla tematica dell’Europa centrale (citiamo ad esempio “Existuje Střední Evropa?” di Timothy Garton Ash oppure “Únos Evropy” di Milan Kundera). Ampio spazio è stato inoltre dedicato anche alla cultura: è stata analizzata ad esempio la ricerca dell’identità culturale e delle radici spirituali degli intellettuali cechi (si vedano ad esempio lo studio di Josef Hradec su Josef Florian e quello di J. Vrána sul romanzo “La nonna” di Božena Němcová). E’ inoltre apparsa una sezione dedicata a Jaroslav Durych e la polemica tra Jindřich Chalupecký e Václav Černý su František Halas; sono state pubblicate inoltre riflessioni filosofiche (ad esempio sull’europeismo di Jan Patočka), polemiche con altre pubblicazioni samizdat (prime tra tutte PARAF e Hostina) e recensioni di testi pubblicati all’estero o nell’editoria ufficiale riguardanti tematiche culturali. Un’attenzione particolare veniva dedicata anche alla tematica ebraica (si veda ad esempio l’analisi della storia e della cultura degli ebrei, nonché il loro ruolo per il clima spirituale dell’Europa centrale), all’arte figurativa (ad esempio allo stato dei monumenti culturali in Cecoslovacchia), alla politica (ad esempio Adam Michnik ha analizzato il ruolo di Gorbačov e le sue riforme) e alla religione (sono apparsi studi sulla chiesa cattolica e sulla riabilitazione di Jan Hus; è stata pubblicata inoltre una petizione in 31 punti sulle libertà religiose). Tra i principali scrittori cechi e slovacchi che hanno pubblicato nella rivista Střední Evropa troviamo Václav Bělohradský, Václav Benda, Ján Budaj, Ladislav K. Feierabend, Zbyněk Hejda, Josef Hradec, Jindřich Chalupecký, Ladislav Jedlička, Zdeněk Neubauer, Petr Pithart, P. Rezek, J. Vrána e molti altri; tra quelli stranieri citiamo almeno Timothy Garton Ash, Nikolaj Djordjević, François Fejtö, André Glucksmann, Peter Heumos, György Konrád, Leszek Kolakowski, Adam Michnik, Czesław Miłosz, Roger Scruton, Adam Wandruszka e Gerhard Wilflinger. I contributi inediti rappresentavano circa la metà delle pubblicazioni totali della rivista, mentre l’altra metà era costituita da testi già apparsi nelle pubblicazioni samizdat e dell’esilio e da traduzioni; generalmente i contributi venivano firmati con il vero nome dell’autore o con uno pseudonimo, mentre solo in pochi casi sono apparse delle cifre. Sono stati pubblicati alcuni testi in lingua slovacca.

a cura di Stefania Mella