Váhy

(1979-1981)

[ARCHIVIO]

Scheda informativa

Si tratta di una rivista dedicata alla cultura, alla letteratura e alla politica pubblicata a partire dal 1979 da un gruppo redazionale anonimo. I primi setti numeri sono stati pubblicati nella città di Liberec, mentre quelli successivi a Praga. La rivista Váhy usciva in formato A4 in una tiratura di 20-25 copie (solo del numero 8/[1981] sono usciti 30 esemplari), veniva stampata su carta velina e rilegata in cartone; veniva pubblicata dalle due alle quattro volte all’anno e in totale sono usciti nove numeri.

La rivista Váhy offriva brevi testi in prosa e poetici, saggi, lettere aperte, polemiche, ritratti, notizie e informazioni. Si occupava soprattutto di letteratura e di cultura generale: venivano pubblicate opere poetiche e prosastiche ceche, sia di autori famosi che di quelli emergenti, ma veniva presentato anche il repertorio “classico” (ad esempio Karel Čapek, del quale nel numero [6]/1980 è stato presentato il noto saggio “Proč jsem se nestal komunistou”), la letteratura straniera del XX secolo, l’arte figurativa e l’happening. Ampio spazio veniva dedicato anche alla musica rock e underground (ricordiamo The Plastic People of the Universe e Velvet Underground), all’ecologia e ai diritti umani (citiamo il saggio di František Čejka pubblicato nel numero [6]/1980 e intitolato “Úvaha o vztahu lidských práv a odzbrojení”, ma ricordiamo anche la pubblicazione di vari comunicati di Charta 77 e del VONS, di notizie di processi e di regole sul comportamento da tenere durante gli interrogatori). Tra i più importanti scrittori cechi che hanno pubblicato nella rivista Váhy citiamo, tra i vari, Egon Bondy, Vladimír Boudník, Vratislav Brabenec, Ladislav Cerman, František Čejka, Václav Černý, Václav Havel, Jan Hrabina, Mikoláš Chadima, Tomáš Jelínek, Ivan M. Jirous, Věra Jirousová, Ladislav Klíma, Ivan Kožíšek, Jiří Křivský, Martin Litomiský, Jiří Müller, Jan Patočka, Ota Pavel, F.H.Richard, Jiří Ruml, A.Stankovič, Jan Šimsa, Jaroslav Vaněk, Josef Vlček, Pavel Zajíček e Milan Zapadlo; tra quelli stranieri ricordiamo invece i testi di Nikolaj Berdjaev, Albert Camus, Lawrence Ferlinghetti, Erich Fromm, Allan Kaprow e Leszek Kołakowski. Si trattava per lo più di contributi inediti, ma comparivano anche testi già apparsi nel samizdat e alcune traduzioni (soprattutto nel numero 8/[1981]); generalmente i testi venivano firmati con il vero nome dell’autore e in alcuni compariva la lingua parlata e colloquiale. Le illustrazioni fotografiche e l’aspetto grafico della copertina svolgevano un ruolo importante.

a cura di Stefania Mella