Vokno

P>(1979-1989)

[ARCHIVIO]

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Scheda informativa

Si tratta di una rivista culturale pubblicata a partire dal 1979 da František Stárek (chiamato anche “Čuňas”), Ivan M. Jirous (detto anche “Magor”) e Jan Pelc. Il titolo Vokno è il termine della lingua parlata per indicare “okno” (ossia finestra): attingendo alla lingua parlata si voleva sottolineare fin dal titolo il carattere anticonformista della rivista, ma l’idea di finestra si rifà anche al ruolo che la rivista stessa cercava di ricoprire, volendo essere proprio una finestra da cui poter osservare il panorama della seconda cultura. Già nel 1974 esisteva il progetto di fondare una rivista dedicata all’underground chiamata Underground Magazín, che però alla fine non è stato realizzato; anche il progetto del 1975 ideato da Ivan M. Jirous, J. Němec e František Stárek e legato alla pubblicazione della rivista Plastic People in the Sky (in riferimento al gruppo musicale The Plastic People of the Universe) è sfumato a causa delle repressioni condotta da parte della polizia e dei numerosi arresti seguiti al Festival della seconda cultura svoltosi a Bojanovice nel 1976. Questi due progetti corrispondevano al desiderio di avere una rivista dedicata alla cosiddetta “seconda cultura”: sebbene nel 1977 fosse stata fondata la rivista culturale Spektrum, che è stata uno dei primi tentativi di unire il dissenso culturale cecoslovacco senza badare alle diverse impostazioni ideologiche dei singoli autori, l’underground non si sentiva rappresentato nella giusta misura e avvertiva il bisogno di avere una propria tribuna per lo scambio delle idee. Il primo numero della rivista Vokno è uscito nel luglio 1979 e si differenziava dalle altre riviste samizdat soprattutto per l’utilizzo di una tecnica di duplicazione “avanzata” (veniva infatti utilizzato il ciclostile). I numeri 2/[1979]- 6/1981 presentavano un carattere monotematico: il numero 2/[1979] era dedicato all’arte figurativa, il 3/[1980] alla letteratura, il 4/[1981] all’action art, il 5/[1981] alla cinematografia e alla fotografia e il 6/1981 al teatro. Quest’ultimo numero era stato pianificato per il dicembre 1981, ma nel novembre dello stesso anno la polizia ha condotto una forte campagna contro la rivista Vokno, il numero 6/1981 è stato confiscato e sono state realizzate numerose perquisizioni domiciliari, circa 200 interrogatori e quattro condanne per la pubblicazione e la distribuzione della rivista Vokno (Ivan M. Jirous venne ad esempio condannato a 3 anni e mezzo, František Stárek a due anni e mezzo, Michal Hýbek a 18 mesi e Milan Frič a 15). Dopo un’interruzione durata circa due anni, la pubblicazione della rivista Vokno è ripresa nel 1985, ma la sua concezione rimase immutata. I primi quattro numeri sono stati pubblicati in diverse cittadine della Boemia (generalmente a Chomutov), ma poi la rivista ha cominciato a uscire a Praga; dal numero 7/[1985] veniva presentato il sottotitolo “Časopis pro druhou i jinou kulturu” [“Rivista dedicata alla seconda e a tutte le altre culture”]. La rivista Vokno era rivolta soprattutto ai giovani, ai rappresentanti e ai sostenitori dell’underground e il suo scopo era quello di rompere le barriere dell’informazione e superare la censura, pubblicando informazioni e notizie sulla seconda cultura; veniva distribuita in tutta la repubblica grazie a una buona rete distributiva e veniva presa come modello dalla rivista di arte e di critica Paternoster, pubblicata a Vienna a partire dal 1983. La rivista Vokno usciva in formato A4 in una tiratura di 100-180 copie per i numeri 1/[1979]-5/[1981] e di 200-320 esemplari a partire dal numero 7/[1985], veniva stampata su carta velina (a volte veniva utilizzata la fotocopiatrice xerox) e rilegata in carta; usciva da una a tre volte all’anno (nel periodo 1982-1984 non è uscito alcun numero) e in totale sono usciti 13 numeri.

La rivista Vokno presentava testi in prosa e poetici, saggi, studi, articoli, glosse, interviste, reportage, recensioni, critiche, notizie, annotazioni, documenti, lettere, polemiche e testi di canzoni; dal numero 11/[1986] sono apparse rubriche combinate liberamente, come “Fejeton”, “Hudba”, “Literatura”, “Divadlo”, “Výtvarné umění”, “Můj kraj, stejně jako tvůj kraj, jde do prdele (ekologie)”, “Ohlasy”, “Aktuality”, “Film”, “Současné proudy myšlení”, “Z literární historie”, “Jak to bylo” e “Literární příloha”. La rivista Vokno si occupava di tutti gli aspetti della cultura contemporanea e prestava particolare attenzione alla nascita e allo sviluppo del movimento dell’underground americano (ricordiamo i documenti di Timothy Leary sugli esperimenti psichedelici) ma soprattutto cecoslovacco (citiamo a questo proposito la polemica tra Ivan Sviták e Magor sull’underground oppure il saggio di Jiří Němec “Nové šance svobody” apparso nel numero 2/[1979]). Ampio spazio veniva dedicato anche alla musica moderna cecoslovacca e straniera, presentando notizie di concerti, ritratti di cantautori e gruppi musicali, testi di canzoni (ad esempio del gruppo DG 307) e riflessioni teoriche relative alle nuove tendenze della musica rock ceca (ad esempio quelle di Magor sul gruppo The Plastic People of the Universe), e alla letteratura, pubblicando vari studi (come ad esempio il saggio di Jiří Kratochvil “Česká literatura teď”), recensioni e critiche su novità letterarie (soprattutto sulle pubblicazioni samizdat e dell’esilio), discussioni su varie opere (ad esempio su quella di Jan Pelc “Děti ráje” apparsa nel numero 7/[1985]), annotazioni di pubblicazioni ed edizioni samizdat, testi in prosa (ricordiamo “Bratři Ramazovi” di Egon Bondy nel numero 13/[1987] e 15/[1989] oppure “Děti cest” di Jan Pelc nel numero 9/[1985]), poesie (citiamo quelle di Milan Ohnisko e Quido Machulka) e fejetony (come quelli di Luboš Vydra). Un’attenzione particolare veniva prestata anche ad altre tematiche, tra cui un posto di primo piano era occupato dalla cinematografia (ad esempio i film ufficiali e la produzione cinematografica alternativa in Cecoslovacchia), all’arte figurativa (recensioni di mostre e ritratti di artisti stranieri e cecoslovacchi come Andy Warhol e Bohuslav Reynek), al teatro (recensioni di rappresentazioni teatrali come “Havlovy hlubiny” di Magor apparso nel numero 11/[1986]), all’ecologia, alla filosofia (ricordiamo il saggio di Egon Bondy “Poznámky k dějinám filosofie” pubblicato nel numero 7/[1985]) e ai diritti umani (notizie di repressioni da parte della polizia contro i rappresentanti e i sostenitori di attività culturali indipendenti, petizioni, azioni di solidarietà e ritratti di prigionieri politici). Tra i principali autori cechi e slovacchi che hanno pubblicato nella rivista Vokno troviamo Egon Bondy, Vratislav Brabenec, Jan Hanč, Václav Havel, Jindřich Chalupecký, Ivan M. Jirous, Věra Jirousová, Milan Knížák, Jiří Kostúr, Iva Kotrlá, Jiří Kratochvil, Věra Linhartová, Lenka Marečková, Dana Němcová, Jiří Němec, Jiří Olič, Jan Pelc, František Stárek, Jaroslav Švestka, Vlastimil Třešňák, Josef Vondruška e Pavel Zajíček; tra quelli stranieri vale la pena di citare i testi di Josif Brodskij, Allen Ginsberg, Abbie Hoffman, Jack Kerouac e Timothy Leary. Si trattava prevalentemente di contributi inediti, ma venivano presentati anche testi già apparsi nel samizdat, traduzioni (soprattutto dall’inglese) e testi in lingua slovacca; i contributi venivano generalmente firmati con uno pseudonimo, anche se a volte comparivano delle cifre o i veri nomi degli autori. Molto utilizzata era la lingua parlata e colloquiale, farcita di termini slang fortemente espressivi.

A partire dal 1981 è apparsa l’edizione “Vokno” e dal 1987 i numeri di Vokno sono usciti con gli allegati indipendenti “Voknoviny” e “Videomagazin”.

a cura di Stefania Mella