Феникс
Feniks
[ARCHIVIO]
[Fonte
temporanea
<http://antology.igrunov.ru/60-s/periodicals/fenix-61/>]
[1961]
Scheda informativa
Nella primavera del 1961 il giovane poeta moscovita Jurij Galanskov, partecipante alle riunioni della gioventù presso il monumento a Vladimir majakovskij (la «Majakovka»), divenuto club non ufficiale di amanti della poesia, organizzò e pubblicò (battendo a macchina) l'almanacco «Feniks». Nella raccolta furono rappresentati diversi generi di arte non censurata di giovani autori moscoviti della fine degli anni Cinquanta, inizio anni Sessanta. La sezione di poesia includeva in sostanza le poesie degli amici di Galanskov, i poeti della «Majakovka», Anatolij Ščukin, Apollon Šuchta, Vladimir Višnjakov (pseudonimo Kovšin). Oltre a loro furono pubblicate le opere anche di altri giovani scrittori (ad esempio Natal'ja Gorbanevskaja). Il curatore pubblicò nella raccolta il proprio poema Manifesto umano, programma estetico-sociale della «Majakovka». Dell'opera degli scrittori della vecchia generazione in «Feniks» entrò una poesia e un frammento dell'Autobiografia del caduto in disgrazia Boris Pasternak. La pubblicistica nella raccolta era rappresentata dalla Lettera aperta a Evgenij Evtušenko, scritta dal curatore con una critica all'allora popolare e giovane poeta sovietico e rimproveri di conformismo. Nell'agosto-ottobre 1961 4 attivisti della «Majakovka» (Eduard Kuznecov, Vladimir Osipov, Il'ja Bokštejn, Anatolij Ivanov) furono arrestati dagli organi di sicurezza governativi, mentre le riunioni sulla piazza furono contrastate dal potere che consideravano gli intenti letterari di Galanskov e degli altri «majakovcy» meno significativi.
«Feniks» non ebbe un'ampia diffusione, forse per la dispersione dei partecipanti: praticamente tutti gli attivisti della «Majakovka» furono perseguitati da azioni extraprocessuali. Un'ulteriore causa della scarsa diffusione della raccolta poteva essere data il suo volume, circa 200 pagine dattiloscritte. Secondo la testimonianza di un contemporaneo, già nel 1963 a Mosca circolava la leggenda di «Feniks», ma non era possibile entrare in possesso del testo. La raccolta fu fatta arrivare all'estero e completamente ripubblicata sul numero 52 (1962) della rivista dell'emigrazione «Grani». Questa pubblicazione restò praticamente l'unico monumento all'esplosione dell'attività in samizdat partorita dalla «Majakovka». I partecipanti pubblicarono ancora in altre raccolte non sottoposte a censura come «Bumerang», «Ču!» e altre, rimaste inedite.