Обводный канал

Obvodnyj kanal

[ARCHIVIO]
[Fonte temporanea: Marco Sabbatini, "Obvodnyj kanal", Idem, "Quel che si metteva in rima": cultura e poesia underground a Leningrado, Salerno 2008, pp. 226-234]

[1976 - 1990]

Scheda informativa

Sergej Stratanovskij e Kirill Butyrin, entrambi di formazione umanistica universitaria, nel 1979 decidono di creare una rivista di critica dall'evocativo nome di "Dialog", di taglio letterario, ma anche di polemica filosofica. L'idea nasce dal desiderio di sviluppare le tematiche affrontate nella corrispondenza tra i due redattori sul liberalismo e la democrazia. Visto il suo carattere privato, il progetto è destinato ad avere vita breve; escono solo tre numeri, che ospitano argomenti di politica, filosofia, scienze, ma anche discussioni sulla fede e l'ateismo, e sull'attualità culturale sovietica. Si attinge a pubblicazioni estere come la parigina "Russkaja mysl'", о tradotte dal polacco, in particolare dal periodico "Kultura". Il terzo numero di "Dialog", uscito nel febbraio 1981 sotto forma di questionario (Anketa oh Aleksandre Bloke), è dedicato a Aleksandr Blok; vengono coinvolti diversi rappresentanti della 'Seconda cultura', perché esprimano la loro opinione sul poeta simbolista. Proprio il successo ottenuto da questo numero convince Butyrin e Stratanovskij ad andare oltre il carattere domestico e ristretto del loro 'dialogo' e a dare un respiro editoriale più ampio alle discussioni letterario-filosofiche.

Sullo sfondo dell'esperienza maturata con "Dialog", nasce nel 1981 "Obvodnyj kanal", che si afferma subito tra le pubblicazioni importanti del samizdat di Leningrado. Kirill Butyrin è capo-redattore, mentre Sergej Stratanovskij si occupa di redigere la sezione di poesia. La consulenza per la sezione di prosa è affidata a Boris Rochlin. La scelta del nome indica simbolicamente il confine tra la zona industriale della città e il centro storico e propone la sintesi del contrasto architettonico e sociale tra la Leningrado degradata del presente e la Pietroburgo del passato. Non a caso molti poeti trovano ispirazione in questo luogo, che denomina anche il quartiere adiacente, dove tuttora risiedono Elena Švarc, Aleksandr Mironov e Sergej Stratanovskij.

ОБВОДНЫЙ КАНАЛ
A там - Главрыбы и Главхлеба
Немые, пасмурные души А там промышленное небо
Стоит в канале
И боль все медленней и глуше
А ведь в начале
Была такая боль ...
Дым заводской живет в канале
Чуть брезжит, чуть брезжит осенний день
И буквы вывески Главсоль
Шагают по воде
И мнится: я - совсем не я
Среди заводов и больниц
Продмагазинов, скудных лиц
Я стал молчанием и сором бытия.


OBVODNYJKANAL
E là del Glavpesce del Glavpane
Ci sono le mute anime ottenebrate
E là c'è un cielo industriale
Sta nel canale
E il dolore è sempre più lento e sordo
Eppure all'inizio
Era tale il dolore...
Il fumo di fabbrica vive nel canale
Balugina un po', solo un po', il giorno autunnale
E le lettere dell'insegna "Sale statale"
Camminano lungo le acque
E sembra che io non sia affatto io,
Tra fabbriche ed ospedali
Negozi di alimentari e volti d'insensatezza
Io divenni silenzio e rifiuto dell'esistenza.

Come testimonia questa poesia giovanile, l'io lirico di Stratanovskij subisce la natura ostile del canale; lo sguardo nel riflesso delle acque emana la tristezza del paesaggio industriale sporco e inquinato anche da segni linguistici ostili, come le aride sigle sovietiche "Главрыба, Глав-хлеб, Главсоль" ("Pesce, pane e sale statale"), che rimarcano il senso di oppressione del controllo statale sull'individuo. In tal senso il luogo incarna metaforicamente anche un passaggio dimensionale dal byt sovietico a quello underground. Lo stesso discorso sembra valere per lo spirito con cui nasce la rivista "Obvodnyj kanal", in cui Stratanovskij e Butyrin ricalcano l'esperienza editoriale di Krivulin e Ivanov, ponendosi come obiettivo la creazione di uno spazio di confronto culturale aperto e pluralista.

Anche in quei tempi duri, all'inizio degli anni '80, volevamo creare le condizioni all'interno della cultura non ufficiale per un pluralismo e una concorrenza che elevassero la qualità della produzione artistica. Volevamo che potessero pronunciarsi tutti coloro che non rientravano nei ranghi della letteratura ufficiale, per esprimere nella nuova unità organica, rappresentata idealmente dalla rivista, la propria visione del mondo, le proprie sensazioni, i propri gusti.

La rivista presenta la ripartizione classica dei tolstye žurnaly della tradizione russa: nelle varie sezioni di poesia, prosa, critica letteraria, filosofia e arti figurative trovano spazio autori di Leningrado e Mosca e talora dell'emigrazione. In molti casi si tratta di scrittori già protagonisti sulle pagine di "37" e "Časy", a riprova del fatto che nessuna delle diverse pubblicazioni pretende di mantenere un carattere esclusivo. Come in passato con "37", le redazioni di "Časy" e "Obvodnyj kanal" si scambiano i contributi inediti. Nella seconda metà degli anni '80, in un allegato dal nome "Most", escono su "Obvodnyj kanal" anche traduzioni di filologia, filosofia, psicologia e culturologia.

Alla poesia è riservato uno spazio importante. Nel secondo numero, ad esempio, sono pubblicati i poeti moscoviti Ju. Kublanovskij, D. Prigov, B. Kenžeev e O. Sedakova, quest'ultima tra l'altro molto vicina agli ambienti letterari pietroburghesi. Appare di grande interesse la sezione di critica per l'articolo di K. Mamontov (pseud. di Kirill Butyrin), sull'eredità culturale lasciata dal popolarissimo cantautore Vladimir Vysockij (Posle Vysockogo). Con lo stesso pseudonimo Butyrin pubblica un lungo saggio sulla poesia di Stratanovskij: Poèzija S. Stratanovskogo. Risalta nel secondo numero il tono critico di Elena Ignatova in Soblazny pošlosti, un articolo polemico del 1979 dedicato alla poesia di Andrej Voznesenskij, che suscita diverse discussioni. Nel 1985 sarà censurato ed escluso dall'antologia ufficiale KrugP

I nomi dei poeti concettualisti D. Prigov e L. Rubinštejn compaiono anche nel quarto numero della rivista, accanto alle nuove poesie di Krivulin (che si firma anche con gli pseudonimi Berežnov e Kalomirov), e dell'anonimo poeta estone Arno Cart, che nessuno conosce di persona ma che desta curiosità e ammirazione per lo stile virtuoso e a tratti faceto dei suoi versi.

Был у меня один, но круглый недостаток Чревоугодие. Теперь Я беден, худ, и слаб и жалок -Негордый волк, осенний зверь.
Чем ты безобразней, подруга моя, -Ты глядишь, будто рыба из сетки, -Тем больше шансов на то, что я Поселю тебя в своей грудной клетке.
Получку топлю я в море,
Пью перебродивший квас,
С миром - мил, и с Богом не в ссоре,
С тех пор как выколол левый глаз.85
Avevo un unico, ma grosso difetto:
Il peccato di gola. E adesso
Sono un poveraccio, un debole, un misero
Un lupo senza orgoglio, una bestia d'autunno.
Più ti rendi indecente amica mia, -
Con lo sguardo di un pesce nella rete, -
Più avrai possibilità che io
Ti accolga nella gabbia del mio petto.
La paga affondo nel mare,
bevo un kvas andato a male,
In pace col mondo, senza avercela con Dio,
Da quando ho perso l'occhio sinistro.

Nello stesso periodo della poetessa esce allegata ad "Obvodnyj kanal" la raccolta di poesie Korabl' e in seguito Kniga malen'kich poém e Trudy i dni Lavimi, monachini iz ordena obrezanìja serdca, entrambi editi nel 1984.

Sono in evidenza sulla rivista i poeti T. Bukovskaja, L. Vasil'ev, E. Ignatova, O. Ochapkin, E. Pudovkina, Vl. Erl', A. Mironov, cui è dedicato ampio spazio sul quarto numero del 1983. Attenzione particolare è rivolta anche ai giovani leningradesi Sergej Zav'jalov e Vasilij Filippov, come testimonia il nono numero del 1986. Compaiono anche studi di critica letteraria, come il confronto tra autori classici e underground; G. Benevič e A. Šufrin non esitano a confrontare la poesia di Mandel'štam con i versi di Krivulin (1985, n. 7).

Per il centenario dalla nascita di Velimir Chlebnikov si organizzano incontri e convegni, come quello del 18-19 marzo 1985 presso la Petropavlovskaja krepost' e "Obvodnyj kanal" prepara per l'occasione un questionario letterario Velimir Chlebnikov segodnja [Velimir Chlebnikov oggi], pubblicato sul nono numero, cui partecipano tra gli altri V. Ufljand, V. Krivulin, D. Prigov, S. Stratanovskij e Dmitrij Maksimov (pseud. I. K-V.). "Obvodnyj kanal" offre spazio anche alla prosa, ad autori come M. Berg, B. Kudrjakov, P. Koževnikov, B. Dyšlenko, E. Zvjagin. La sezione di saggistica è molto ricca, meno invece quella delle traduzioni, in cui non mancano tuttavia pagine eccellenti, cóme quelle dedicate a George Orwell.

Chiusi gli intensi e convulsi anni '70, i primi numeri della rivista servono a fare il punto della situazione sul movimento della letteratura indipendente. Ne è diretta testimonianza il saggio di Elena Ignatova dal titolo Kto my? [Chi siamo?], incluso nella rubrica "Dnevnik pisatelja" (1983, n. 4):

Chi siamo? Cosa abbiamo, noi scrittori, inserito con la nostra attività in un mondo posto su uno strano limite, attratti verso la rovina da un male caotico, ma nonostante ciò con la speranza della salvezza? Come si inserisce la nostra opera nel contesto contemporaneo e nella tradizione della nostra letteratura? [...] Siamo ormai oltre i trent'anni. Da quasi due decenni procediamo vicini, si somigliano i nostri percorsi, il passato, i problemi. Conosco meglio coloro con cui ho fatto conoscenza al Palazzo dei pionieri, con cui ho studiato all'università e sono stata al Lito presso l'Unione degli scrittori: oltre al nostro c'erano naturalmente altri gruppi e nel tempo i confini dei gruppi si sono stemperati, tanto che ora ci chiamano indistintamente 'letterati non ufficiali'. Cosa dunque ci unisce? Dal mio punto di vista, una posizione comune verso la cultura e la vita quotidiana dominante.

Ignatova riflette sulla sua generazione di autori semidesjatniki cercando di dare risposta e senso all'attività letteraria non ufficiale. Successivamente ne darà anche una proiezione più complessa e nostalgica nei seguenti versi, in cui si avverte la malinconia di un io lirico che vede sfuggire nell'oblio una stagione ricca di creatività e di aspettative.

На улицах города, где дождь и ветер,
где мы узнали, что человек смертен,
где мы пьянели в глухом цветенье,
и ночь прикапливала наши тени,
я присягаю вам в прежней вере.
О, бредни о Бабеле и Бодлере,
о, девушки в бабушкиных перчатках,
дворянской складки, железной хватки,
с коими мне ни в чем не тягаться,
я не забыла о прежнем братстве.
Прощай же, полдень любви несчастной,
желанья славы, молитвы страстной,
когда вступали не зная броду
в свершенья пору, забвенья воду.

Lungo le vie della città, dov'è pioggia e vento,
dove abbiamo saputo che l'uomo è mortale,
dove ci ubriacavamo nella remota fioritura,
e la notte racimolava le nostre ombre,
io ho prestato giuramento nella passata fede,
O, chimere di Babel' e Baudelaire,
о ragazze con i guanti della nonna,
dalla piega nobiliare e dal pugno di ferro,
con cui non competo in nulla,
non ho dimenticato la passata fratellanza.
Addio, allora, meriggio di amori infelici,
di desideri di gloria, di preghiere appassionate,
allorché ci siamo inoltrati, senza conoscer guado,
nel compiersi del tempo, nell'acqua dell'oblio.

Avviatasi ormai l'epoca dei bilanci e dei tentativi di precisare la collocazione delle diverse poetiche, nel settimo numero "Obvodnyj kanal" pubblica la riflessione filosofico-letteraria di Evgenij Pazuchin Stolpotvorenie. Den' sull'aspetto religioso della poesia leningradese dagli anni '70 in poi, che il poeta svilupperà ulteriormente nelle pagine della rivista parigina "Beseda" di T. Goričeva, fermando l'attenzione su Mironov, Ochapkin, Stratanovksij e Švarc, letti come rappresentanti significativi di questa tendenza.

Nel 1986 avviene una evoluzione editoriale di "Obvodnyj kanal" che incarna i sintomi di un cambiamento epocale per la letteratura indipendente. Alla poesia e alla prosa si sostituiscono nuovi generi dominanti come i saggi storici e politici, che testimoniano i rapidi mutamenti in atto in Unione Sovietica. Dal 1987 la rivista perde il contributo fondamentale di Stratanovskij, in disaccordo con la nuova linea editoriale imposta da Butyrin, che privilegia un taglio nazional-religioso. continuando a pubblicare la rivista sino ai primi anni '90, anche dopo l'abolizione della censura. Nell'inverno 1991 viene battuto a macchina il diciottesimo numero, tuttavia Butyrin s'impegna a raccogliere materiali per un nuovo numero, che circolerà nel 1993 tra un ristretto numero di persone. In totale escono 19 numeri di "Obvodnyj kanal".

Marco Sabbatini