Северная почта

Severnaja počta

[ARCHIVIO]
[Fonte temporanea: Marco Sabbatini, "La rivista di poesia e critica "Severnaja počta"", Idem, "Quel che si metteva in rima": cultura e poesia underground a Leningrado, Salerno 2008, pp. 220-226]

[1976 - 1990]

Scheda informativa

Nel 1979 nasce il maggiore progetto editoriale del samizdat, dedicato esclusivamente alla poesia; il promotore è Sergej Dedjulin (1950), un giovane laureato in chimica, cultore di storia e soprattutto sin dall'infanzia appassionato di poesia. Il suo amore per i poeti russi si era concretizzato tra il 1970 e il 1971 nella cura di una antologia di testi dedicati a Anna Achmatova: Obraz-Posvjascenija-Imja. Agli inizi degli anni '70, Sergej Dedjulin si prodiga a compilare un supporto bibliografico di materiali su Gumilev dal titolo Konec Gumileva. Sbornik dokumentov. K 50-letiju so dnja smerti. In questi lavori si dimostra un curatore scrupoloso e attento di volumi dattiloscritti ben rilegati. Partecipa anche ad esperienze collettive di samizdat, come quella universitaria del 1972 della rivista "LOB" (Leningradskoe Obščestvo Bibliofilov), e della rivista di taglio storico-politico "Pamjat'", nata nel 1976.

Nel 1974, insieme a A. Roginskij, dà il via al progetto di un dizionario bio-bibliografico dal titolo Slovar' dejatelej nezavisimogo obščestvennogo dviženija [Dizionario dei rappresentanti del movimento sociale indipendente].Il Kgb, che segue gli spostamenti di Dedjulin, è alla ricerca di un capo d'accusa per interromperne l'attività antisovietica, evento che si verifica nel marzo 1979 dopo una perquisizione nel suo appartamento, in cui sono sequestrati preziosi materiali d'archivio e molti documenti storici e letterari raccolti in anni di ricerche per la rivista "Pamjat'". È un duro colpo per Dedjulin. Importanti figure della cultura mondiale si muovono per dimostrargli la loro solidarietà.

Dedjulin reagisce in maniera composta; entra in diretto contatto con nuovi componenti dell'ambiente non conformista e approfondisce la conoscenza con Sergej Maslov, Grigorij Pomeranc e con la carismatica figura di Krivulin. Questo incontro cruciale provoca un cambiamento di prospettiva e stimola in Dedjulin l'idea di una rivista di poesia e di critica, che gli consenta di coltivare la sua antica passione. Il suo nome deve tuttavia restare nell'anonimato e non può essere in alcun modo associato al progetto editoriale di "Severnaja počta":

...l'idea della 'Rivista di poesie e di critica', nacque in un momento particolarmente difficile [...] Mi permetto di ricordare, che in tutto quello che si inventava nella rivista, il mio nome non doveva essere menzionato in modo esplicito (ed effettivamente non fu ricordato una sola volta); non fu mai legato alle sorti di questa rivista nei dieci anni successivi, né in Russia, né all'estero, né in nessun luogo...

Impressionato dall'incontro con Krivulin, Dedjulin gli propone l'idea della rivista, di cui sarebbe stato direttore e curatore, assumendosi anche l'onere della battitura e della rilegatura; Viktor Krivulin ha solo il ruolo di supervisore. L'intesa tra i due è pressoché immediata: il progetto prevede la pubblicazione dei principali poeti contemporanei e di saggi di poetica e linguistica: parafrasando Krivulin, si trattava di una rivista di poesia e sulla poesia. Tra dicembre 1979 e febbraio 1981 ne escono otto numeri.

In pochi mesi, alla fine del 1979, nascono i primi tre numeri. Il primo volume doppio include le raccolte dei testi poetici più recenti di Dmitrij Bobyšev, Viktor Krivulin e Sergej Stratanovskij, oltre a una sezione critica dove di Krivulin (sotto pseudonimo) ripropone il testo della relazione letta alla conferenza del dicembre 1979: Dvadcat' let novejšej russkoj poézii. Seguono le sezioni di traduzione e le recensioni di S. Dedjulin, che pubblica anche poesie inedite di Achmatova. Ricca e interessante si presenta la sezione finale voluta da Dedjulin con annunci sulle novità di poesia. Il terzo numero si distingue per l'ampio spazio dato ai versi di Aleksandr Mironov. Tra le traduzioni spicca il nome di Iosif Brodskij, mentre nella sezione delle recensioni trovano spazio i poeti Vladimir Ufljand e Viktor Širali. Da sottolineare il necrologio per la scomparsa di Morev, morto suicida l'8 luglio 1979 nei pressi della metropolitana in costruzione sulla Primorskaja. Un secondo necrologio è dedicato a Marija Sergeevna Petrovych, studiosa e stretta conoscente di Anna Achmatova, con cui Dedjulin aveva avviato fruttuosi contatti. Escono nel terzo numero anche alcuni materiali del pittore e poeta moscovita Evgenij Kropivnickij, maestro dei Ljanozovcy e conoscente di Krivulin.

Datato 1979 è anche il quarto numero di "Severnaja počta", incentrato sulla figura di Vladimir Nabokov, uno degli scrittori più letti e apprezzati nell'underground, cui sono dedicate le poesie di T. Bukovskaja, Ju. Kublanovskij, D. Bobyšev, Aleksej Semenov, al pari dei testi di V. Krivulin, P. Čejgin e P. Bezzubov, poeta di Kiev, conoscente di Stratanovskij. Nella poesia leningradese di questo periodo il motivo nabokoviano ricorre con grande frequenza, come testimoniano i versi di Stratanovskij "Noč'ju v Nabokov-otele / škol'nicu, poluju Lolu..." (1981). Nella sezione di critica risalta la recensione di Tamara Bukovskaja alla raccolta di poesie di Nabokov (1979), sempre poco apprezzato come poeta. Attira l'attenzione l'articolo di A. Kalomirov sulla poesia di Stratanovskij, che alla fine degli anni '70 si è ormai guadagnato una posizione di rilievo tra i poeti leningradesi. Tra i testi inediti presentati da Dedjulin compaiono opere di Nikolaj Zabolockij e di Osip Mandel'štam, ad ulteriore conferma di quanto queste due personalità siano state di riferimento per le sorti della poesia non ufficiale del secondo Novecento.

Particolare interesse richiama anche il quinto numero della rivista del 1980: i poeti in primo piano sono in questo caso Oleg Ochapkin e Elena Švarc, di cui viene pubblicata la raccolta di testi presentati già nel 1975 per l'antologia Lepta, visto il rifiuto della poetessa di far pubblicare testi più recenti. Nel numero compaiono anche le poesie di carattere filosofico di Zinaida Mirkina, moglie del critico moscovita Grigorij Pomeranc, di cui si pubblica un contributo nella sezione di critica letteraria. Tra le traduzioni significative si segnala il celebre articolo di Cari Gustav Jung sulla relazione tra psicologia analitica e poesia (Ob otnošenii analitičeskoj psichologii k poèzìi), argomento che fa molto discutere i poeti e che finirà con l'influire sull'opera di alcuni di loro, tra cui E. Švarc. A completare la sezione dei testi poetici sono pubblicati due autori di Smolensk: V. Murav'ev e D. Poljaček. Nella sezione bibliografica, per suggellare il quinto anniversario del progetto Lepta (1975), viene pubblicata una ampia documentazione con i contributi poetici di vari autori dell'antologia. Dopo l'uscita dei primi cinque numeri il progetto editoriale di "Severnaja počta" è ben avviato e incontra il consenso del pubblico; la periodicità è suscettibile di variazioni dovute alle difficoltà logistiche di raccolta e battitura dei manoscritti. Dedjulin rilega elegantemente i materiali solo dopo averli discussi con Krivulin, dando così vita ad una delle riviste più curate del samizdat.

Quando nel corso del 1980 le autorità tornano ad esercitare forti pressioni sugli intellettuali non conformisti (le epurazioni nella rivista "37" e nel movimento femminista), anche "Severnaja počta" entra nella lista delle attività da proibire. Alla fine del 1980, la minaccia di incriminazione per Dedjulin si fa concreta. Gli viene 'proposto' di arruolarsi per la guerra in Afghanistan, nonostante abbia superato i 30 anni e abbia diritto a rinunciare alla provocatoria chiamata alle armi; Dedjulin comprende che la sua posizione è compromessa. Non gli rimane che abbandonare il progetto della rivista e lasciare Leningrado al più presto. Prima di emigrare, nel febbraio 1981, con l'appoggio di Krivulin, riordina stoicamente e batte a macchina gli ultimi tre numeri della rivista.

Il sesto è un numero speciale dedicato a Brodskij per il quarantesimo compleanno. Emigrato ormai da 8 anni, Brodskij è uno dei personaggi più carismatici e di riferimento per la cultura indipendente di Leningrado, ancor prima che per quella internazionale. Nello scegliere per la rivista il nome "Severnaja počta" Dedjulin si ispira al titolo della omonima raccolta di Brodskij, poi trasformatasi in Zimnjaja počta [La posta invernale], che l'editore Sovetskij pisatel' si era rifiutato di pubblicare. Nel sesto numero sono inclusi proprio i versi di Brodskij tratti da Zimnjaja počta insieme a quattro recensioni legate alla mancata uscita della raccolta. Oltre alle poesie di Brodskij su Leningrado, compaiono quelle a lui dedicate da A. Achmatova, V. Krivulin, G. Sapgir, D. Bobyšev, O. Ochapkin, L. Aronzon e E. Evtušenko. Si tratta di versi in cui la dedica al poeta non è sempre esplicita, ma intuibile. Nella sezione di critica appare il saggio di Brodskij sullo sviluppo della lingua letteraria, Pod progressom jazyka.

Di tutt'altro taglio è il penultimo numero (1980, n. 7), in cui oltre alle poesie di Ol'ga Bešenkovskaja, di Tamara Bukovskaja, di Vladimir Èrl' e di Jurij Kublanovskij, si distingue la presenza del poeta moscovita Genrich Sapgir, che ha di recente ottenuto successo all'estero con l'esposizione Sonety na rubaskach [Sonetti sulle camice], una raccolta di poesie uscita a Parigi. Recatosi in visita dagli amici letterati di Leningrado, Sapgir tramite Krivulin chiede di pubblicare il poema Bab'ja derevnja. Trovano spazio anche i versi di Oleg Ochapkin dedicati alla memoria del maestro David Dar, morto nel 1980 in Israele. La sezione, di critica di V. Sajtanov propone un approfondimento di analisi della poetica di Elena Švarc, in coincidenza con l'uscita nel samizdat della sua terza raccolta di poesie. Emblematico è l'articolo finale di Krivulin su Miłosz, allora insignito del premio Nobel. L'interesse per Miłosz, di cui Krivulin traduce anche alcuni testi, e per R. Matuszeński, autore polacco di rilievo, al quale il poeta dedica un contributo critico, è confermato nell'ottavo numero, in cui si fanno apprezzare anche i testi di Emily Dickinson, tradotti da Marina Soboleva. Tra i poeti leningradesi trovano spazio Krivulin, Stratanovskij e Bukovskaja che dedicano i loro versi a Blok, riportato in auge sin dagli anni '60 grazie ai seminari di Dmitrij Maksimov e di cui ricorre il centenario della nascita. Viene riproposto un questionario mutuato dalla rivista "Dialog" di Stratanovskij e Butyrin, al quale partecipano diversi poeti leningradesi della 'Seconda cultura'. A completare l'ultimo numero della rivista compaiono i testi di T. Vol'tskaja, O. Pavlovskij e V. Šenkman, tre allievi di Krivulin, il quale si prodiga da anni per dar spazio e visibilità alla nuova generazione di scrittori.atuszeński>È l'ultimo atto di "Severnaja počta" e dell'esperienza di Sergej Dedjulin nel samizdat; la sua macchina da scrivere cessa di battere. Le intimidazioni delle autorità lo costringono alla partenza forzata alla volta di Parigi. È il 1° marzo 1981. Krivulin, rimasto isolato in città, è costretto a sua volta dal Kgb a interrompere le attività editoriali, veto che lo porterà a desistere dal continuare l'avventura di "37".

Marco Sabbatini