Obrys

(1981-1990)

[ARCHIVIO]

Scheda informativa

Si tratta di un trimestrale di cultura ceca e slovacca indipendente che veniva pubblicato e redatto da Daniel Strož nella sua casa editrice “Poezie mimo domov” a Monaco di Baviera. Nell’articolo introduttivo al primo numero il redattore dichiara che, a sua parere, la cultura ceca è soltanto una, sebbene possa svilupparsi in diverse condizioni politiche e in differenti zone geografiche; basandosi su questo assunto Daniel Strož ha diretto la rivista Obrys per tutto il periodo della sua pubblicazione. Nella rivista hanno fornito i loro contributi importanti personalità letterarie dell’esilio, ma comparivano anche testi presi dalla produzione samizdat cecoslovacca; l’editore ripubblicava inoltre anche articoli tratti dalle riviste culturali ufficiali (come ad esempio Kmen e Nové knihy) se li riteneva interessanti per i lettori dell’esilio. Nelle parti dedicate alle recensioni e nelle annotazioni dei piani editoriali la rivista Obrys prestava attenzione sia ai testi dell’esilio sia alla produzione delle casi editrici ufficiali cecoslovacche.

La rivista Obrys si concentrava soprattutto sulla produzione letteraria originale (che compariva, ad esempio, nelle rubriche “Z nové tvorby”, “Povídka” e “Fejeton”) e sulla critica letteraria (citiamo, ad esempio, “Knižní recenze”, “Domácí tvorba” e “Články”). La prosa era rappresentata da novelle e da brani tratti da lavori più ampi (tra i vari autori ricordiamo, ad esempio, Ivan Binar, Sidonia Dědinová, Bohumil Hrabal, Ivan Klíma, Eda Kriseová, František Pavlíček, Karel Pecka, Jaroslav Putík, Přemysl Rut, Věra Stiborová, Pavel Taussig e Jaroslav Vejvoda), ma venivano presentati anche i fejeton di Jaroslav Hutka, Sergej Machonin, Tomáš Novotný, Ludvík Vaculík e di molti altri. La poesia era rappresentata soprattutto dagli autori che avevano pubblicato le loro raccolte nella casa editrice di Daniel Strož: nella rivista Obrys comparivano sia poesie (tra i vari poeti citiamo almeno Miroslav Červenka, Petr Kabeš, Jiří Kolář, Karel Kryl, Oldřich Mikulášek, Jaroslav Seifert) che testi di canzoni (ad esempio quelli dei cantanti Jiří Dědeček, Vladimír Merta e Jaromír Nohavica), ma anche opere della letteratura cecoslovacca ufficiale (tra i numerosi autori ricordiamo Jaroslav Čejka, Josef Hanzlík, Petr Skarlant e Jiří Žáček). Solo sporadicamente comparivano passi tratti da opere drammatiche (ad esempio Julius Effenberger e Petr Podhrázký); nell’ultima pagina delle prime annate il redattore Daniel Strož ha pubblicato delle ristampe ridotte della serie di fumetti “Rychlé šípy” di Jaroslav Foglar e Jan Fischer.

Nella rivista Obrys non venivano pubblicati commenti politici, a meno che non riguardassero i legami tra politica e letteratura. Le tematiche culturali e politico-culturali attuali sono state affrontate da varie personalità, tra le quali Ota Filip, Václav Havel, Vilém Hejl, František Janouch, Eva Kantůrková, Pavel Kohout, Ján Mlynárik, Vilém Prečan, Milan Schulz, Jan Trefulka e Milan Uhde. La critica letteraria e la pubblicistica sono rappresentate negli studi originali o in quelli già apparsi nel samizdat, nei saggi, nelle recensioni, negli articoli e nelle glosse: tra i principali autori vanno ricordati Jan Čulík (è apparso anche con lo pseudonimo di Václav Písecký), Jaromír Hořec (si veda ad esempio lo studio “Doba ortelů” pubblicato a puntate negli anni 1988-90 sotto lo pseudonimo di Jan Svoboda), Květoslav Chvatík (citiamo, ad esempio, “Bída české literární lexikografie” apparso nel numero 2/1986), Josef Jedlička, Jan Jiroušek (ad esempio “K anatomii pomluvy” sul libro di Tomáš Řezáč “Co říkali a co chtěli” e apparso nei numeri 4/1989 e 1/1990), Milan Jungmann, Ivan Klíma (ricordiamo, ad esempio, il necrologio per il drammaturgo e scenografo Jaroslav Dietl pubblicato nel numero 1/1986, che ha provocato altre reazioni), Antonín Kratochvil, Jiří Kratochvil (citiamo, tra i vari saggi, “O Kunderovi jinak” apparso nel numero 1/1989), Jiří Pechar, Petr Sacher, Ivan Sviták (si veda ad esempio lo studio “Historické meze surrealismu” pubblicato a puntate nei numeri 4/1984-3/1985), Milan Šimečka (nel numero 1/1984 ha analizzato le memorie di Václav Černý; a questo tema la redazione è ritornata anche in altri numeri), Josef Škvorecký, Michael Špirit (si veda il saggio “O dělících čarách v české literatuře” apparso nel numero 3/1989), Jan Vladislav Josef Vohryzek e molti altri. Una certa curiosità è stata suscitata dalla pubblicazione dell’articolo di Jaroslav Čejka “Kýč třetí generace”, attraverso il quale all’inizio del 1988 il settimanale praghese Tvorba ha cercato di fare i conti con il romanzo di Milan Kundera L’insostenibile leggerezza dell’essere.

A partire dalla seconda annata hanno cominciato a profilarsi altre rubriche specializzate: con una certa regolarità comparivano le rubriche “Výtvarné umění” (dove hanno collaborato autori come Jan Baleka, Eugen Brikcius, Arsén Pohribný, Vladimír Milev, Karel Trinkewitz e molte altre) e “Rozhovor Obrysu” (dove sono state pubblicate interviste con Jaroslav Foglar, Vojtěch Jasný, Ivan Jelínek, Ivan M. Jirous, Karel Kryl, Waldemar Matuška, Jaromír Nohavica, Josef Škvorecký, Jan Trefulka e tanti altri). Anche alla rubrica “Pohľad na Slovensko” hanno fornito i loro contributi varie personalità, tra cui Peter Liptovský, Ján Mlynárik e Vlado Záhor. Occasionalmente comparivano le rubriche “Reportáž Obrysu”, “Jazykové zákoutí” e “Film”, mentre nella rubrica “Nové knihy” venivano presentati con una certa regolarità soprattutto i piani editoriali delle case editrici dell’esilio. Nella rubrica “Listárna” venivano pubblicati i messaggi da parte dell’editore destinati ai lettori, mentre le informazioni più spicciole apparivano nella rubrica “Kulturní informace”. Le inchieste hanno avuto risonanze differenti: mentre l’inchiesta letteraria che riepilogava le esperienze di lettura avute nell’anno uscente si è affermata lentamente, la risonanza dell’inchiesta sociale di Lenka Procházková “...a co si o tom myslíte vy?” è entrata persino a far parte del contenuto dell’omonima pubblicazione libraria.

Alla fine degli anni Ottanta nella rivista Obrys si è manifestata una crescente attività da parte dell’opposizione politica e culturale interna: il trimestrale, infatti, ha prestato una particolare attenzione ai tentativi di alcuni membri dell’Unione degli scrittori ufficiali di avvicinarsi alla letteratura dell’esilio e nel 1989 ha seguito con emotività i tentativi convulsi del regime comunista di salvare la propria posizione. La stessa reazione emotiva da parte dell’editore è stata destata dalla Rivoluzione di velluto del novembre 1989; nei numeri del 1990, grazie ai nuovi corrispondenti, (come ad esempio Pavla Foglová e Dagmar Sedlická) la rivista Obrys si è occupata dei cambiamenti politici avuti in Cecoslovacchia e delle loro ripercussioni in ambito culturale. L’atteggiamento entusiastico si è tramutato immediatamente in atteggiamento critico: l’ultimo numero è uscito nel 1990, proprio nel periodo in cui l’editore risentiva del disincanto degli sviluppi successivi al novembre 1989. Il suo ritorno artistico e pubblicistico nel panorama nazionale è avvenuto soprattutto nelle pagine della stampa di sinistra, prima tra tutte l’alquanto compromesso Tvorba, e più tardi nelle riviste di stampo comunista. La nuova stagione della rivista Obrys, a lungo reclamizzata, è stata alla fine realizzata sotto forma di allegato letterario a un quotidiano comunista, “Haló novin Obrys-Kmen”.


[L. Formanová, J. Gruntorád, Michal Přibáň, Exilová periodika. Katalog periodik českého a slovenského exilu a krajanských tisků vydávaných po roce 1945, Praha 2000, pp. 161-162]

Traduzione a cura di Stefania Mella