Sklizeň

(1953-1969)

Scheda informativa

Si tratta di una rivista culturale che veniva pubblicata ad Amburgo da un importante esponente dell’esilio cecoslovacco, Antonín Vlach. Egli collaborava con l’editore Robert Vlach, ma in seguito alla numerose controversie tra i due, a partire dal 1958 Antonín Vlach rimase l’unico redattore. La rivista Sklizeň usciva tirata a ciclostile: il primo numero apparve nel gennaio 1953 e fino al 1959 la rivista usciva come mensile, poi dal 1961 come bimestrale, dal 1962 come trimestrale e dal 1965 con una periodicità ancora più dilatata. L’aspetto principale della rivista Sklizeň era la volontà di diffondere la cultura cecoslovacca tra le comunità degli esuli e una delle sue ambizioni più importanti era quella di presentare la narrativa cecoslovacca e straniera degli autori e traduttori cechi che vivevano in esilio. Sklizeň si proponeva inoltre di informare i lettori non solo sugli avvenimenti letterari, musicali, artistici e culturali in atto nelle comunità degli esuli, ma anche sulle novità letterarie delle case editrici fondate all’estero e sulle riviste uscite di recente. Oltre alla prosa e poesia satirica venivano presentati anche saggi filosofici e artistici, articoli scientifici, recensioni e articoli di critica. Nei numerosi testi di narrativa e nei vari articoli scritti in occasione di ricorrenze varie venivano ricordati esponenti di spicco del mondo della cultura ceca, tra le quali Petr Bezruč, Jaroslav Durych, František Kovárna, Tomáš Garrigue Masaryk e Karel Schulz. I contributi narrativi uscivano nella rubrica “Z nové původní tvorby”. Le poesie sono state pubblicate da personalità come Josef Benáček, Josef Čermák, Jarmila Dvořáková, Karel Hruda, Michal Chudoba (che scriveva in slovacco), Pavel Javor (pseudonimo di Jiří Škvor), Ivan Jelínek, Matouš Lampa, Josef Martínek, Chrysostom Mastík, Václav Michl (Junius), Václav Pavel, E. J. Popera, Theodor Procházka jr., Zdeněk Rutar, Inka Smutná, Jaroslav Trnka, Jindřich Zezula, mentre saggi relativi ad alcuni importanti opere letterarie, racconti, fejeton, bozze di racconti di viaggio e abbozzi di dramma sono stati pubblicati da scrittori quali Jan Čep, Jaroslav Havelka, Anežka Juklíčková, Jarmila Kaslová-Šinková, Alois Kohout-Lecoque, Stanislav Kozlovský, Václav Láska, Jaroslav Strnad, Antonín Stumpf, Klaudie Sulová, Bedřich Svatoš, Vilém Špalek (che usava lo pseudonimo di Gran Embustero), Vladimír Štědrý, Vladimír Vaněk, Vlaďa Williamsová, Jiřina Zacpalová, Mojmír Zachar e Vladimír Zelený. I contributi poetici e prosastici sono stati presentati da figure di rilievo, tra le quali Jana Borová (che si nascondeva dietro lo pseudonimo di Aurélie Bernkopfové-Jeníkové), Gertruda Goepfertová-Gruberová, František Listopad, Jaromír Měšťan, Zdeněk Němeček, Ludvík Sláma, Milada Součková, Věra Stárková, Oldřich Toman, Olga Valeská, Robert Vlach (come poeta si firmava soprattutto Jiří Kavka, mentre nelle prose, per lo più satiriche, utilizzava lo pseudonimo Alfa).

La rivista Sklizeň pubblicava anche testi, per lo più poetici, di autori che vivevano in Cecoslovacchia e che rappresentavano le vette della propria letteratura (ad esempio Jaroslav Seifert) oppure che erano perseguitati dal regime comunista (come lo scrittore cattolico Jan Zahradníček) e che non potevano quindi pubblicare in patria (ad esempio Antonín Bartušek, che scriveva sotto lo pseudonimo di A. D. Martin, oppure Vladimír Hájek). Erano rappresentate anche le traduzioni di opere letterarie: la narrativa straniera (come ad esempio le opere di Guillaume Apollinaire, Thomas Stearns Eliot, Adam Mickiewicz, Boris Pasternak, Saint-John Perse, Carl Sandburg, William Saroyan), tradotta soprattutto da personalità come Ivan Jelínek, Emil Kovtun, František Listopad, Věra Stárková, Jaroslav Strnad, F. C. Štěrba e Robert Vlach. I principali autori di riflessioni, articoli di ricorrenza, recensioni e saggi di carattere letterario e culturale (citiamo ad esempio “Úvahy Sklizně”, “Kulturní poznámky”, “Knihy exilu”, “Knihy domova”) sono stati Karel Brušák, B. R. Bradbrooková, Petr Den (pseudonimo di Ladislav Radimský), Jaroslav Dresler, Velen Fanderlík, Egon Hostovský, Božena Houdková, Karel Janovický, Jan Ještědský, Jaroslav Jíra (ricordiamo ad esempio l’articolo scritto in occasione del settantesimo compleanno del poeta Josef Palivec intitolato“K 70. narozeninám Josefa Palivce” – 11/1956, oppure la critica della produzione poetica degli autori in esilio in rapporto alla poesia scritta in patria – 8/1957), Jan Klánský (il suo vero nome era Radko Klein-Jánský), Helena Koželuhová, Antonín Kratochvil, Karel Kulhánek, František Listopad, Otakar Odložilík (ad esempio l’articolo scritto in occasione del XXV. anniversario della morte del poeta e scrittore Viktor Dyk intitolato “Rozcestí Viktora Dyka” – č. 5/1956), Jaroslav Strnad, Jindřich Středa (ha usato il suo nome proprio, Karel Schwarzenberg, solo per scrivere in merito ai nuovi lavori storiografici), Rudolf Václavík, Vladimír Vaněk, Pavel Želivan (il suo vero nome era Karel Vrána; tra le varie cose ha pubblicato una riflessione sul saggio di František Listopad intitolato “Tristan čili zrada vzdělance” – 3/1955, nonché un saggio dedicato alla figura di Jaroslav Durych dal titolo “Durychův vklad” – 1/1957). Le riflessioni filosofiche erano opera soprattutto di Věra Stárková, mentre le tematiche politiche venivano affrontate da Boris Čelovský, Erazim V. Kohák, Jan M. Kolár (che compariva anche sotto la cifra Cato), Václav Láska, František Polák e Jindřich Středa. Gli articoli scientifici dedicati alla psicologia e alle scienze naturali venivano scritti da Josef Kratochvil e Zdeněk Pícha. Di gran importanza era la rubrica di traduzioni che usciva con una certa regolarità e che presentava saggi tratti dalle opere di importanti esponenti della cultura internazionale, tra i quali Paul Claudel, Ernest Hemingway, Franz Kafka, Alberto Moravia, Jacques Prévert, William Saroyan. Altre rubriche che uscivano invece con irregolarità, come ad esempio “Zprávy Kulturní rady”, “Z činnosti spolupracovníků Sklizně a Kulturní rady” e “Drobnosti”, seguivano gli sviluppi culturali nell’esilio. Altre due rubriche di notevole interesse furono “Redakci došlo”, che rappresentava una fonte bibliografica importante per lo studio dei libri e delle riviste che uscivano dalle case editrici fondate all’estero dagli esuli cecoslovacchi, e “Jazykový koutek”, che veniva redatta con il fine di permettere agli esuli di mantenere un contatto vivo con la loro lingua materna. Uno scopo simile veniva perseguito anche dalle numerose informazioni relative all’attività della scuola dell’esilio “Československé dálkové školy”; inoltre negli anni 1955-56 l’editore iniziò a meditare la fondazione dell’allegato “Malé Sklizně” per i bambini cechi che vivevano in esilio, ma questo suo progetto alla fine non si concretizzò, così come non si realizzò nemmeno la proposta di unire la rivista Sklizeň con la rivista Tribuna. Nella rivista Sklizeň sono uscite negli anni Sessanta le rassegne intitolate “Kulturní a jiné události” curate da Miroslav Zvára, e dal 1957 anche le riproduzioni di fotografie che documentavano la vita delle comunità culturali cecoslovacche in esilio. Alla fine degli anni Sessanta le intenzioni originali dell’editore si concretizzarono appieno nel trimestrale Proměny, nel quale cominciò a collaborare la maggior parte degli autori della rivista Sklizeň. L’ultimo numero (138) è datato Natale 1968/gennaio 1969. Negli anni Settanta l’editore della rivista, Antonín Vlach, usò la copertina e la testata della rivista nella sua corrispondenza (documentata fino al 1979) che continua la datazione della rivista originaria. Dal settembre 1955 ha cominciato a uscire la versione inglese della rivista dal titolo Bulletin of „Harvest“: documentati sono 3 numeri della prima annata (1955) e un numero della seconda annata (gennaio 1956). Nel 1965, assieme alla rivista Sklizeň, è uscito l’allegato, numerato in maniera indipendente, “Evropské informace” con il sottotitolo “Evropské pracovní společenství”. Alla rivista Sklizeň è legata l’omonima collana libraria: i suoi primi due volumi uscirono negli anni 1953-54, ma poi la pubblicazione dei libri degli autori che collaboravano con la rivista venne trasferita in Svezia, dove Robert Vlach, collaboratore della rivista nonché segretario del consiglio “České kulturní rady v exilu”, fondò l’edizione “Sklizeň svobodné tvorby”. Nel 1958, in seguito alle numerose controversie tra Antonín Vlach a Robert Vlach, la casa editrice venne resa indipendente e nel 1961, con la rivista Sklizeň, venne rinnovata la collana originale “Sklizeň”, dove tra le varie cose uscirono anche i ricordi di Helena Koželuhová “Čapci očima rodiny”.


[M. Přibáň, “Sklízeň”, Slovník české literatury po roce 1945, <http://www.slovnikceskeliteratury.cz/showContent.jsp?docId=209&hl=SKLIZE%C5%87+>]

Traduzione a cura di Stefania Mella