Studie

(1958-1990)

[ARCHIVIO]

Scheda informativa

Si tratta della rivista della “Křesťanská akademie” (Accademia Cristiana) di Roma ed è stata fondata su iniziativa di Karel Vrána (che si mascherava dietro lo pseudonimo di Pavel Želivan) e František Planner. I due decisero di dar vita a una nuova iniziativa editoriale all’interno di questa istituzione, seguendo l’esempio del mensile Nový život, che circolava già dal 1949 e che veniva pubblicato anch’esso dalla “Křesťanská akademie”. La rivista Studie ha iniziato a uscire nel 1958, prima in modo irregolare, poi dal 1969 con periodicità trimestrale e a partire dal 1977 compariva con una scadenza bimestrale; all’inizio usciva tirata a ciclostile e dal 1966 ha cominciato a uscire in stampa. I primi redattori della rivista Studie furono František Planner a Karel Vrána, ma poi a partire dal 1966 è stata redatta da Karel Skalický (nel biennio 1968-69 ha collaborato con Ivan Jelínek, a partire dal 1977 con Antonín Kratochvil e dal 1980 anche con Václav Steiner; dopo il 1977 è entrato a far parte della redazione anche Jaroslav Pecháček).

La rivista è nata con lo scopo di pubblicare ampi testi specialistici, soprattutto di carattere filosofico, teologico e culturale. Le prime annate presentavano un contenuto più ampio, in quanto comparivano tematiche psicologiche, sociologiche ed empiriche, ma nel momento in cui la rivista Studie cominciò a uscire in stampa iniziarono a prevalere i contenuti filosofico-culturali. I contributi letterari e i riferimenti legati alla letteratura sono comparsi per tutto il periodo di esistenza della rivista, soprattutto nelle prime venti annate. Qui uscivano singole poesie di vari poeti, tra i quali Karel Brušák, Jiří Gold, Ivan Jelínek, Iva Kotrlá, Karel Kryl, Ludvík Kundera, Leopold Lahola, František Listopad, Jan Zahradníček; nell’ambito prosastico svolse un ruolo di primo piano soprattutto Jakub Deml. Nel numero 4/1959 Věra Stárková pubblicò la riflessione intitolata “Křesťan Živago”, nel numero 14/1968 il critico letterario Jan Strakoš presentò l’analisi dell’opera di Julius Zeyer “Náboženská zkušenost v díle Julia Zeyera - Ke zdrojům křesťanského existencialismu”, mentre Antonín Kratochvil pubblicò “Bibliografie krásné české literatury vydané v exilu (únor 1948 – květen 1967)”, ossia l’elenco della letteratura ceca pubblicata in esilio. Nel numero 15/1968 Ivan Jelínek scrisse un saggio intitolato “Hrstka prachu” sul drammaturgo slovacco Leopold Lahola, mentre contributi relativi ad autori di fama internazionale sono stati scritti da Robert Vlach e Petr Den (pseudonimo di Ladislav Radimský); nel numero 16/1968 sono uscite le proteste di scrittori di diverse nazionalità contro l’occupazione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia nell’agosto 1968. Alcuni numeri erano monotematici e si presentavano come pubblicazioni indipendenti: ad esempio il numero 7/1961 è una monografia di Emil Walter intitolata “Ke jménům Tunna a Gommon v českých legendách a kronikách”, mentre il volume che raccoglie i numeri 43-44/1975 intitolato “Básníci ve stínu šibenice” è stato preparato da Antonín Kratochvil e rappresenta un’antologia degli autori di orientamento cattolico che venivano perseguitati dal regime comunista (tra questi ricordiamo Zdeněk Bár, Jan Dokulil, Jan Anastáz Opasek, Josef Palivec, Václav Renč, Zdeněk Rotrekl, Jan Zahradníček; per quanto riguarda la prosa citiamo, tra i molti, Josef Knap e František Křelina, mentre tra i vari saggisti e pubblicisti ricordiamo Bedřich Fučík, Přemysl Janýr, Záviš Kalandra, Zdeněk Kalista, Michal Mareš, Ivan Pfaff e Zdeněk Rotrekl). Nel numero doppio 46-47/1976 intitolato “Maritainův sborník” sono stati pubblicati alcuni saggi tratti dalle opere del filosofo francese Jacques Maritain. Hanno cominciato poi progressivamente a profilarsi delle rubriche standard dai più svariati titoli, come ad esempio “Studie”, “Články”, “Dokumentace”, “Diskuse”, “Svědectví”, “Poznámky a posudky” e “Recenze a zprávy”. Durante la seduta dell’Accademia cristiana nell’agosto 1976 a Bressanone si decise di pubblicare con una maggior frequenza la rivista Studie e di ampliare i suoi contenuti tematici, prendendo in esame anche le problematiche attuali di carattere sociale, politico ed economico. Il coeditore per queste nuove tematiche divenne Jaroslav Pecháček, che continuò a collaborare con la redazione anche dopo essere emigrato negli Stati Uniti, mentre Antonín Kratochvil si occupò della cultura e della letteratura. Ha contribuito a delineare l’orientamento e il profilo contenutistico della rivista Studie di questo periodo il sacerdote e teologo Karel Skalický: la rivista Studie doveva celebrare soprattutto la fede, ossia doveva “informare in maniera adeguata e competente sullo sviluppo contemporaneo della teologia e della filosofia cristiana”. Allo stesso tempo la rivista Studie doveva fornire uno spazio per l’analisi delle tematiche legate alla cultura nazionale e per la valutazione delle questioni che l’epoca moderna e la discussione ecumenica pongono davanti la chiesa cattolica. Nella scelta dei vari contributi e nella ricerca dei diversi autori la redazione si è sforzata di dare uguale importanza alla generazione di letterati più vecchi e a quella degli scrittori più giovani, all’ondata migratoria successiva al převrat comunista del febbraio 1948 e a quella conseguente all’occupazione sovietica dell’agosto 1968, agli autori che decisero di non emigrare e a quelli che si trovavano in esilio, nonché agli scrittori comunisti e a quelli anticomunisti. Da questo punto di vista la rivista Studie si differenziava notevolmente dalla rivista conservatrice Rozmluvy pubblicata a Londra e dalla metà degli anni Settanta, con il suo sforzo di avvicinare i cristiani alle altre correnti di pensiero, si accostò sempre più all’ideologia della rivista Svědectví di Pavel Tigrid. Uno degli effetti più importanti dei cambiamenti avuti all’interno della redazione e nell’impostazione della rivista fu soprattutto lo sviluppo di una riflessione critica sulla situazione che stava vivendo la Cecoslovacchia durante il periodo della normalizzazione, dedicando particolare attenzione alla pubblicazione dei documenti divulgati da Charta 77 e dal VONS, il “Comitato per la difesa degli ingiustamente perseguitati” che informava in maniera minuziosa e precisa sui processi agli attivisti che si opponevano al sistema comunista (venivano pubblicati soprattutto i documenti riguardanti il dissenso cristiano; la rivista Studie ha presentato anche i discorsi più importanti pronunciati da Papa Giovanni Paolo II. e i documenti di protesta del cardinale František Tomášek contro gli sforzi del regime comunista di dividere e lacerare la Chiesa mediante l’organizzazione “Pacem in terris”). Gli avvenimenti politico-culturali cecoslovacchi sono stati descritti da Antonín Kratochvil nelle sue rassegne documentarie (egli prestava attenzione anche alla produzione letteraria pubblicata ufficialmente in patria, come dimostra ad esempio il saggio “Úniková oblast - dětská literatura” pubblicato nel numero 61/1979 oppure “Deset let „normalizačního“ vývoje české a slovenské literatury” apparso nel numero 64/1979). La rivista Studie ripubblicava spesso i contributi presentati dai periodici samizdat cecoslovacchi, soprattutto dal mensile Obsah (tra le varie cose ricordiamo i fejetony di Eva Kantůrková, Ivan Klíma, Iva Kotrlá, Jan Trefulka e Ludvík Vaculík). I saggi di carattere filosofico sono stati scritti da varie personalità, tra le quali Václav Havel (“Moc bezmocných” – nel numero 65/1979, mentre nei numeri 87-89/1983 sono state presentate sedici delle numerose lettere indirizzate alla moglie Olga e raccolte nell’opera “Dopisy Olze”), Ladislav Hejdánek (“Dopisy příteli” – nei numeri 56/1978, 60/1978, 62/1979, 67/1980), Zdeněk Rotrekl (ha pubblicato lavori storico-culturali ma anche studi critici, come ad esempio “Česká kultura XX. století v životě české společnosti” – nel numero 75/1981 – oppure “Vidění člověka”, dedicato all’opera di Jan Trefulka – nel numero 96/1984). Tra gli autori che in quel periodo si trovavano in esilio e che fornirono i loro contributi ricordiamo Jaroslav Hutka (ha pubblicato soprattutto fejetony), Václav Bělohradský (ha presentato vari saggi, tra i quali “Literatura jako kritika banálního zla” – nel numero 56/1978 – e “Krize eschatologie neosobnosti” – nei numeri 66/1979, 67-68/1980), Antonín Měšťan e Alexander Tomský (ha pubblicato varie analisi dei legami sociali e politici presenti nella cultura dell’esilio). Un ampio studio a difesa dello strutturalismo ceco è stato pubblicato dallo scrittore Ladislav Matějka con il titolo “Pražský lingvistický kroužek a jeho soudci” – nel numero 82/1982 – ; un ritratto del poeta Jiří Kolář, dal titolo “Osud jménem J. K.”, è stato fornito invece da Jan Vladislav nei numeri 87-89/1983, mentre un’analisi critico-letteraria dell’opera di Jan Zahradníček “Dům strach” è stata presentata da Josef Benáček nel numero 109/1987. Le relazioni sulla narrativa e sulla letteratura specialistica, soprattutto relativa alla produzione delle case editrici dell’esilio, sono state presentate da personalità come Jaroslav Dresler, Vilém Hejl, Ivan Jelínek, Iva Kotrlá, Antonín Kratochvil, Antonín Měšťan, Milan Schulz, Petr Vašíček e Robert Vlach. Anche in seguito continuarono a essere ristampate singole poesie di vari autori, tra i quali Ivan Blatný, Vladimír Holan, Jaroslav Seifert, e solo raramente sono comparse traduzioni di poeti stranieri come Wystan Hugh Auden, Thomas Stearns Eliot e Rainer Maria Rilke. I saggi filosofici e teologici apparsi nella rivista Studie sono stati pubblicati da autori come Ludvík Armbruster, Josef Benáček, Karel Gregor, Alexander Heidler, Jan Milíč Lochman, Karel Mácha, František Rýpar, Karel Říha, Karel Skalický, Věra Stárková, Václav Steiner, Jaroslav Škarvada, Tomáš Špidlík, Josef Zvěřina, Pavel Želivan e molti altri. I saggi storici e le riflessioni sulla filosofia della storia sono state scritti non solo dal filosofo Jan Patočka (“Evropa a evropské dědictví do konce 19. století” – nel numero 61/1979; “Mají dějiny smysl?” – nel numero 63/1979), ma anche da altre personalità, tra le quali Jaroslav Dresler, Vilém Hejl, Karel Kaplan, Jan Křen e Jaroslav Mezník. Alle questione politiche si sono interessati autori come Václav Benda, Bohumír Bunža, Jaroslav Pecháček, František Pinďák e molti altri. Alcuni numeri presentavano delle sezioni monotematiche, come ad esempio il doppio numero 76-77/1981, che conteneva una sezione pubblicata in occasione del duecentesimo anniversario della nascita del filosofo e matematico Bernard Bolzano (tra le altre cose questo volume ha presentato anche gli studi di Radim Palouš e Rio Preisner).

Le cause della chiusura della rivista furono di carattere finanziario, amministrativo e ideologico, e vennero esposte in maniera dettagliata da Karel Skalický nell’ampio saggio “Slovu na rozloučenou s našimi čtenáři” presentato nel numero 132 (datato 1990 ma pubblicato nel 1991).


[M. Přibáň, “Studie”, Slovník české literatury po roce 1945, <http://www.slovnikceskeliteratury.cz/showContent.jsp?docId=219&hl=STUDIE+>]

Traduzione a cura di Stefania Mella