Zápisník

(1958-1962)

[ARCHIVIO]

Scheda informativa

Si tratta di una rivista culturale (all’inizio anche politica) che veniva pubblicata da František Švehla nella sua casa editrice di New York “Universum Press Co.”. La rivista Zápisník era gestita e redatta da Ivan Zvěřina (menzionato solo nei primi due numeri del 1958), Petr Hrubý (non è mai stato citato e le informazioni relative alla sua collaborazione provengono da Jaroslav Dresler) e Jaroslav Dresler stesso, che collaboravano con un consiglio redazionale anonimo (presentato a partire dal settembre 1960). La rivista Zápisník pubblicava all’inizio commenti e analisi di carattere politico, ma successivamente hanno cominciato a prevalere le tematiche culturali e soprattutto letterarie. La redazione ha dedicato a lungo una particolare attenzione allo scrittore russo Boris Pasternak (sono stati pubblicati ad esempio alcuni brani tratti dal romanzo “Doktor Živago” oppure saggi sul suo autore usciti nei numeri del 1958), così come ai libri del dissidente e poeta montenegrino Milovan Djilas e dello scrittore inglese George Orwell. Tra le tematiche nazionali sono comparse varie riflessioni sulle prospettive dei rapporti ceco-slovacchi e analisi del pensiero della società cecoslovacca (ricordiamo, ad esempio, la rubrica irregolare del 1958 “Jak se myslí doma”), ma è stata analizzata anche la situazione dell’Unione degli scrittori e la progressiva trasformazione nella vita letteraria: una particolare attenzione è stata dedicata al romanzo “Zbabělci” di Josef Škvorecký, sono stati inoltre pubblicati anche esempi della produzione poetica di personalità come Klement Bochořák, Miroslav Florian, Josef Kainar, Milan Kundera, Jan Skácel, Karel Šiktanec e Milan Uhde, e sono state analizzate le circostanze che hanno portato alla chiusura della rivista Květen nel 1959. La redazione non prendeva parte alle polemiche politiche dell’esilio e si dedicava solo occasionalmente, e per di più in modo obiettivo, alle tematiche caratteristiche dell’esilio (ad esempio sono apparse alcuni discussioni sul livello linguistico usato nella stampa dell’esilio oppure vari articoli che affrontavano il problema della scarsa risonanza della produzione letteraria dell’esilio). Nella rubrica “Poznámky” comparivano brevi recensioni, notizie e commenti, mentre nella rubrica “Profily” (che peraltro non uscì a lungo) venivano presentate le personalità meno note dell’esilio che si interessavano alla scienza e all’arte. Nella rivista Zápisník pubblicarono vari esponenti del mondo della cultura cecoslovacca, tra i quali Pavel Berka, Jan Čep, J. Dresler, Zdeněk Hacura, Ivan Herben, P. Hrubý, Jaroslav Jíra (si veda ad esempio il saggio “Naši výtvarní umělci a Paříž” pubblicato nel numero di gennaio-fabbraio 1961), Jiří Kárnet, Jiří Kolaja, Imrich Kružliak, František Listopad (tra le altre cose quest’ultimo ha pubblicato alcuni articoli sulla letteratura contemporanea mondiale e la rubrica irregolare “Malé televizní epištoly”), Ferdinand Peroutka (ha presentato ad esempio varie analisi di carattere storico, politico e letterario), Ladislav Radimský (apparso anche con lo pseudonimo Petr Den), Jan Rys (stralci della sua commedia “Kopečkáři” sono ad esempio stati pubblicati nel numero di gennaio-febbraio 1961), Jaroslav Strnad, Zdeněk Suda, Rudolf Urban, Jan Vašek, Robert Vlach, I. Zvěřina e Dennis Žižka. Testi poetici sono stati pubblicati da personalità come Gertruda Goepfertová, Pavel Javor, Ivan Jelínek, J. Měšťan e molti altri. La rivista Zápisník era stata concepita come un mensile, tuttavia questa periodicità non è stata rispettata e dal 1960 ha cominciato a uscire con scadenza bimestrale. La rivista Zápisník è stata pubblicata fino al 1962 e, secondo Jaroslav Dresler, la chiusura della rivista è stata dovuta soprattutto a difficoltà di carattere tecnico, dovute alla lontananza tra la casa editrice di New York e la redazione situata a Monaco di Baviera.


[L. Formanová, J. Gruntorád, Michal Přibáň, Exilová periodika. Katalog periodik českého a slovenského exilu a krajanských tisků vydávaných po roce 1945, Praha 2000, pp. 310-311]

Traduzione a cura di Stefania Mella