Журнал «37»

[ARCHIVIO]
[Fonte temporanea: Marco Sabbatini, "La rivista "37"", Idem, "Quel che si metteva in rima": cultura e poesia underground a Leningrado, Salerno 2008, pp. 207-211]

[Gennaio 1976 - Marzo 1981]
Sono usciti 21 numeri: 9 nel 1976, 4 nel 1977 3 nel 1978, 3 nel 1979, 1 nel 1980, 1 nel 1981

Scheda informativa

L'idea di dar vita a una rivista samizdat matura dopo il rifiuto dell'editore Sovetskij pisatel' di pubblicare la raccolta Lepta nella primavera del 1975. Nell'autunno dello stesso anno il progetto della rivista "37" è già avviato. All'inizio i lavori di redazione procedono lentamente data la difficoltà di raccolta e stesura dei materiali. Insieme all'ideatore Krivulin e sua moglie, fanno inizialmente parte della redazione lo psi­cologo L. Rudkevič, E. Pazuchin, e N. Šarymova (pseud. Kononova) segretaria della rivista dal 1976 al 1978. Uno degli scopi dichiarati nel primo numero della rivista è presentare un quadro approfondito dell'atmosfera culturale contemporanea in Russia e in particolare a Leningrado, dando voce al movimento indipendente in una prospettiva letteraria e filosofico-religiosa, aperta al confronto con altre culture, grazie anche alle traduzioni di testi occidentali significativi.

Il primo numero di "37" porta la data di gennaio 1976, in realtà esce nella primavera di quell'anno, affermandosi immediatamente come pubblicazione di grande interesse. Il 37 non rimanda solo al numero dell'appartamento in cui Goričeva e Krivulin organizzano i seminari; la denominazione "37" ha una connotazione semantica molto ricca nella numerologia russa: nella storia recente il numero è legato all'anno tragico del terrore staliniano, mentre nella memoria letteraria il 1837 è l'anno della morte di Puskin. 37 è l'età di molti poeti scomparsi tragicamente; per V. Krivulin esiste un ulteriore significato matematico, legato alla cifra 0,37 derivante dalla divisione di una unità per E, il numero perfetto, che secondo il poeta è metafora della relatività dell'esistenza umana colta nella molteplicità di piani del reale. Molti dei temi e delle discussioni stenografati nei seminari diventano materiale prezioso per la rivista. Oltre alle relazioni, vi compaiono testi in prosa, poesia, traduzioni, critica, saggistica, recensioni e cronache della vita culturale leningradese, raramente anche memorie, tutto secondo un ordine assolutamente originale che scardina e rivoluziona la concezione classica delle riviste letterarie. I redattori si pongono l'ambizioso obiettivo di diffondere la nuova letteratura russa nel contesto della cultura mondiale contemporanea.

Per l'epoca si tratta di una iniziativa unica, soprattutto se colta nell'ottica di una realtà costretta e limitata, in cui la difficoltà di reperire testi e informazioni dall'estero è ancora notevole. "37" offre lo spunto per rinsaldare e stabilire nuovi contatti con intellettuali soprattutto degli Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Francia. A differenza della rivista "Časy", pubblicata parallelamente, "37" è distribuita gratuitamente, anche se non esce con cadenza regolare e talvolta per economizzare tempo e carta più numeri sono riuniti in un unico fascicolo. Lo spazio dedicato alla filosofia e alle questioni religiose è preminente e soprattutto nei primi numeri si basa sui materiali discussi nei seminari e nelle conferenze su "I dialoghi evangelici", sul rapporto del cristianesimo con l'etica contemporanea e con il giudaismo. Per la prima volta in Unione Sovietica sulle pagine della rivista compaiono i testi di Borges, tradotti da Boris Grojs e scritti inediti di Lacan, Derrida, Kierkegaard. Nel primo numero sono tradotti alcuni materiali di Malthus e Heidegger dedicati alla filosofia del linguaggio; sono pubblicati anche materiali tratti da Itogi di Pavel Florenskij con la sua critica alla cultura occidentale dal punto di vista dell'ortodossia. Anche lo spazio dedicato alla poesia è rilevante: intere raccolte dei poeti moscoviti Ol'ga Sedakova e Vsevolod Nekrasov affiancano quelle di Švarc e Stratanovskij. Si fanno notare le poesie di Mironov, Dragomoščenko, Ochapkin, Čejgin, successivamente compaiono anche i versi dei concettualisti moscoviti Prigov, Rubinšstejn, oltre che di Ždanov e Sapgir. Prigov trova per la prima volta diffusione nel samizdat sovietico grazie a "37". Escono opere in prosa e saggi critici sulla musica e l'arte. Per un breve periodo, curata da L. Rudkevič, è attiva anche una sezione dedicata alle scienze esatte.

Nel 1978, quando la rivista ha raggiunto una buona fama e una vasta distribuzione, si battono a macchina fino a duecento copie per numero, che raggiungono Mosca e diverse altre città, tra cui L'vov, Kurgan, Sverdlovsk, Novosibirsk, Vladivostok. Molti materiali sono ri­stampati in altre pubblicazioni dattiloscritte come "Časy" e "Summa" e presto arrivano a varcare i confini dell'Unione Sovietica.

Può essere preso ad esempio il doppio numero 7-8 di "37", uscito nell'ottobre-dicembre 1978, in cui ancora compaiono in qualità di redattori T. M. Goričeva, B. V. Krivulin, L. A. Rudkevič e N. Ja. Šarimova, suddiviso in quattro sezioni: poesia, prosa, critica letteraria, cronaca. La prima sezione include una raccolta di testi scelti di Stratanov-skij e di Alejnikov; la seconda sezione accoglie la pubblicazione di Podonok [Il vile], romanzo emblema del non conformismo leningradese. Il fatto che Stratanovskij e Ivanov, editori a loro volta di riviste concorrenziali, trovino spazio su "37" è indicativo di quanto sia solidale e democratico il movimento indipendente. Nella terza sezione compaiono un contributo su Rainer Maria Rilke di Ol'ga Sedakova e alcune riflessioni di N. Golubev sulla poesia di Osip Mandel'štam. La quarta sezione, dedicata alla cronaca letteraria, dà spazio ai materiali del seminario filosofico-religioso, focalizzando il rapporto tra cristianesimo e umanesimo (Christianstvo i Gumanizm) con gli interventi di T. Goričeva, L. Rudkevič, V. Filippov, V. Krivulin, N. Golubev, B. Ivanov, M. Pekker e di E. Pazuchin. Il secondo punto della cronaca è dedicato alle arti figurative con annotazioni sulle mostre in corso a Leningrado, a cura di Arkadij Dragomoščenko, di Krivulin e del giovane poeta Vasilij Filippov. Altro evento immancabile sono i reportage delle serate di poesia: si riporta quella di Viktor Širali. Uno spazio particolare è riservato alla memoria di Tat'jana Gnedič, venuta a mancare nel 1976 e considerata da molti poeti una figura intellettuale di riferimento.

L'ultimo sottocapitolo della cronaca riporta una missiva recapitata al partito dai rappresentanti della cultura non conformista, a testimonianza di un attivismo politico che non rinuncia a far sentire la propria voce presso gli organi ufficiali. Agli inizi del 1980 "37" subisce un rinnovamento e assume un carattere sempre più politico; i membri della vecchia redazione, in particolare Pazuchin e Antonov, abbandonano l'impegno in coincidenza con la partenza di Goričeva per l'estero. La sezione dedicata alla religione e alla teologia ne risente immediatamen­te e passa in secondo piano. A gestire la pubblicazione resta Krivulin, affiancato dal critico e filosofo Boris Grojs, Leonid Žmud' e Suren Tachtadžjan, che contribuiranno tra il 1980 e il 1981 a dar vita agli ultimi 3 numeri della rivista (nn. 19, 20, 21).

Nella ventesima uscita di "37" (1980, n. 20) in cui risalta l'assenza di testi di poesia e prosa, ci sono 8 sezioni. L'apertura (Filosofija) è dedicata a un saggio filosofico di I. Suicidov (pseud. di Boris Grojs) dal titolo Filosofija i vremja [La filosofìa e il tempo]; la seconda sezione è dedicata alla storia (Istorija), mentre la terza riguarda l'arte figurativa (Izobrazitel'noe iskusstvo) con l'articolo di Boris Grojs Dve kul'tury v odnoj kul'ture [Due culture in una cultura], in cui si riflette sul ruolo delle arti non conformiste in relazione a quelle ufficiali. Nella quarta sezione, dedicata alle traduzioni (Perevody), di grande interesse appaiono le versioni dei materiali di George Orwell Stat'i o literature [Articoli sulla letteratura], mentre nella quinta sezione di culturologia (Kul'turologija) compaiono alcuni capitoli di Kul'tura "dva" [Cultura "due"], un testo di V. Papernyj all'epoca molto discusso negli ambienti non ufficiali, che diverrà un best seller tradotto in diverse lingue. La sesta sezione si occupa di religione (Religija) con una delle più ampie discussioni svoltesi nell'ambito del seminario filosofico-religioso sul giudaismo e il cristianesimo. La settima sezione è dedicata alle recensioni (Recenzii), mentre l'ultimo capitolo di cronaca (Chronika) è un reportage, corroborato da materiali fotografici, della partenza di Tat'jana Goričeva (Ot"ezd T. Goričevoj), evento che segna inevitabilmente le sorti della rivista, orfana ormai di una delle sue figure più rappresentative.

Il 20 luglio di questo anno Tat'jana Goričeva è stata costretta improvvisamente a lasciare il nostro paese. La rivista "37" ha perso uno dei suoi fondatori e redattori e tutti noi abbiamo perso una persona, senza la quale è difficile immaginare la cultura russa contemporanea [...] Oltre i confini della Russia, Tat'jana Goričeva non interromperà il suo attivo ruolo culturale. Siamo certi che la partenza non potrà interrompere quei vivi legami umani, che la unisco­no alla Russia.

Su pressione del Kgb, anche L. Žmud' lascia ben presto "37". Krivulin compare come redattore unico e nonostante i volumi continuino ad essere stampati a Leningrado, di fatto da Mosca Boris Grojs e i suoi collaboratori curano la maggior parte dei materiali. Le autorità non osservano più passivamente questa attività e costringono la rivista a chiudere nel marzo 1981, dopo l'uscita del n. 21. Alla partenza forzata di Tat'jana Goričeva per la Francia seguono quelle di Evgenij Pazuchin e di Boris Grojs per la Germania.

Marco Sabbatini